Per rifiutare le cure in fin di vita in ospedale è possibile dare disposizione legale scegliendo diverse soluzioni a seconda del caso e delle condizioni del soggetto che dovrebbe sottoporsi a cure e terapie. E’, infatti, possibile dare disposizione legale per rifiutare le cure in fin di vita in ospedale o tramite nomina di un amministratore di sostegno o tramite stesura di un testamento biologico con atto pubblico.
Come rifiutare le cure in fin di vita in ospedale? Quando si è in fin di vita non è possibile sempre decidere cosa fare, se cioè accettare o rifiutare le cure in ospedale. La legge sul punto è molto chiara e spesso sono poche le soluzioni possibili. Ci sono, però, diverse strade che si possono percorrere per dare disposizione legale per il rifiuto delle cure in fin di vita in ospedale. Vediamo cosa prevede tale procedura.
La Costituzione italiana riconosce la libertà personale come inviolabile, dando pertanto la possibilità di rifiutare cure e terapia e di interromperle in tutte le fasi della vita. Ciò significa che ognuno è libero di scegliere di rifiutare le cure in fin di vita in ospedale. Nessuna legge lo impedisce o pone limiti anche in quella terminale.
Tuttavia, il diritto di decidere, consapevolmente e lucidamente, se accettare o rifiutare le cure in fin di vita in ospedale si scontra con il diritto alla vita sempre sancito dalla nostra Costituzione e che crea problemi soprattutto quando la persona che vuole rifiutare le cure in fin di vita si trovi in condizioni di dipendenza e non possa decidere in piena autonomia di rifiutare le cure necessarie.
La legge tutela il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all’autodeterminazione della persona e stabilisce che nessuna cura nè trattamento sanitario si può iniziare e portare avanti senza il consenso libero e informato del soggetto interessato, ad eccezione dei casi previsti dalla legge, come per esempio per persone incapaci di intendere o in condizioni di dipendenza.
Stando a quanto previsto dalla legge italiana, ogni persona capace di agire ha il diritto di rifiutare, in tutto o in parte, come anche di interrompere, le cure in fin di vita in ospedale ed è prevista apposita procedura per dare disposizione legale per rifiutare le cure salvavita in ospedale. Le alternative variano a seconda dei casi e delle condizioni in cui si trovano i soggetti che vogliono rifiutare le cure in fin di vita in ospedale.
Stando a quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, il malato grave per rifiutare le cure in fin di vita in ospedale può nominare un amministratore di sostegno, tramite scrittura privata, nel caso di impossibilità a comunicare e rendere noto il suo rifiuto. La nomina di un amministratore di sostegno è una soluzione legale per rifiutare le cure quando non si è più nel pieno delle proprie facoltà.
Altra soluzione per dare disposizione legale per rifiutare le cure in fin di vita in ospedale è il cosiddetto testamento biologico, documento ufficiale e legale che permette ad ogni persona maggiorenne che sia capace di intendere e di volere, in previsione di una eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, di esprimere le proprie volontà e preferenze su eventuali trattamenti sanitari e sul rifiuto di cure e terapie in fin di vita, compresi i trattamenti di nutrizione e idratazione artificiali.
Il testamento biologico, per essere valido e legale deve essere fatto:
Chi scrive un testamento biologico deve eleggere anche un soggetto fiduciario che lo rappresenti nei rapporti con medici o strutture sanitarie nel caso in cui non sia più in grado di gestirli. Il fiduciario, per essere nominato tale deve soddisfare determinati requisiti che sono: