Come funziona assunzione figlio, marito o moglie nella propria azienda o attività nel 2023

Non è raro che un datore di lavoro inviti un membro della sua famiglia a fornire assistenza all'interno della sua azienda. Ma attenzione a rispettare la regole in vigore.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Come funziona assunzione figlio, marito

L'idea sembra buona: un figlio, il marito o la moglie, insomma qualcuno di cui abbiamo piena fiducia, potrebbe entrare a far parte dell'azienda in cui lavoriamo. In realtà non solo non è scontato che tutto andrà bene ma occorre tenere conto anche delle norme che regolano l'assunzione.

Ricordiamo che il rapporto subordinato tra lavoratore e datore si caratterizza per la presenza di poteri direttivi, di controllo e disciplinari, per l'osservanza di un orario di lavoro e per la necessità di concordare le ferie. Approfondiamo quindi:

  • Assunzione di un figlio, marito o moglie, come funziona

  • Casi 2023 e caratterizzazione rapporti di lavoro in famiglia

Assunzione di un figlio, marito o moglie, come funziona

Non è raro che un datore di lavoro inviti un membro della sua famiglia a fornire assistenza all'interno della sua azienda. Se tale aiuto occasionale è ammesso, può tuttavia essere riclassificato come lavoro occulto se eccede l'ambito della mutua assistenza familiare, per essere assimilato ad un vero e proprio rapporto di lavoro. Da qui l'importanza, per qualsiasi datore di lavoro, di conoscere i contorni del concetto di sostegno familiare.

A norma di legge, è prestatore di lavoro subordinato chi si obbliga mediante retribuzione a collaborare nell'impresa, prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell'imprenditore.

Se il figlio, il marito o la moglie sono assunti da una società di capitali, il rapporto di lavoro è a titolo oneroso in quanto il contratto è con la società. Nei casi di società a socio unico; società in cui la maggior parte delle quote appartiene al familiare del lavoratore assunto; società con due soli soci al 50%; società in cui l'amministratore, con pieni poteri nella gestione dei dipendenti, è un familiare convivente del lavoratore assunto, è prevista la verifica della legittimità del rapporto di lavoro.

Diverso è il caso delle società di persone in quanto il rapporto subordinato con il figlio, il marito o la moglie non è riconosciuto, a meno che le prestazioni sono rese in forma occasionale. Un rapporto di lavoro subordinato tra familiari può essere giustificato se si dimostra il reale esercizio del potere direttivo e gerarchico del socio che ha il controllo della società verso il familiare dipendente.

Ancora diverso è il caso dell'assunzione del marito o della moglie nella ditta individuale in quanto l'attività lavorativa si presume a titolo gratuito. Il rapporto di lavoro subordinato si considerato legittimo se coinvolge i familiari non conviventi tra il figlio maggiorenne, il fratello, la sorella, gli zii o i cugini.

Se il familiare datore di lavoro non è autosufficiente o non è convivente e si può dimostrare l'onerosità della prestazione e la subordinazione del lavoratore è possibile stipulare contratti di lavoro tra familiari in due ipotesi.

Il contratto di lavoro domestico è ammesso se il coniuge datore di lavoro fruisce dell’indennità di accompagnamento e si tratta di invalido del lavoro, che fruisce dell'indennità di accompagnamento prevista dalle disposizioni che regolano la materia; mutilato o invalido civile che fruisce degli appositi sussidi; invalido di guerra civile o militare; cieco civile.

Casi 2023 e caratterizzazione rapporti di lavoro in famiglia

La caratterizzazione del mutuo soccorso familiare richiede un aiuto occasionale, in contrapposizione alla prestazione di lavoro a lungo termine svolta nell'ambito di un contratto di lavoro. L'aiuto fornito deve essere spontaneo.

Significa che non deve comportare la costituzione di una vera e propria organizzazione all'interno dell'attività dell'impresa. In tal senso, il lavoro svolto dal familiare non deve, in nessun caso, corrispondere ad una posizione essenziale al normale funzionamento dell'impresa.

Per quanto riguarda la prestazione occasionale, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali riconduce questa posizione alla circostanza che il lavoro sia reso da un familiare contribuisce a determinare in molti casi la natura occasionale della prestazione, così da escludere l'obbligo di iscrizione in capo al familiare.