Inquadrare un dipendente all'interno di un'azienda significa assegnargli un ruolo ben preciso ovvero mansioni e compiti da svolgere, una categoria e una qualifica.
Il principio di fondo che regola quasi tutte le organizzazioni del lavoro è quello della gerarchia. In pratica, ciascun componente di un'azienda ricopre un ruolo ben preciso ed è chiamato allo svolgimento dei compiti assegnati.
La divisione è sia orizzontale ovvero sulla base delle funzionalità (pensiamo ad esempio a un dipendente del reparto produzione e un altro del settore della contabilità) e sia verticale poiché anche all'interno dello stesso comparto c'è chi impartisce le direttive e chi le esegue.
Si tratta del cosiddetto inquadramento all'interno di una azienda che è regolato si dalle leggi sul lavoro e sia dai vari Ccnl 2022 in vigore tra terziario e servizi, edilizia e legno, alimentari, credito e assicurazioni, tessili, trasporti, meccanici, agricoltura e allevamento, enti e istituzioni private, chimica, poligrafici e spettacolo, marittimi, enti pubblici. Approfondiamo meglio la disciplina in vigore:
Inquadrare un dipendente all'interno di un'azienda significa assegnargli un ruolo ben preciso ovvero mansioni e compiti da svolgere, una categoria e una qualifica.
A questo punto è quindi importante chiarire il significato di questi termini perché per categoria si intende l'organizzazione del lavoro in senso verticale e dunque il ruolo assegnato a dirigenti, quadri, impiegati e operai.
La qualifica è una parte delle categoria ed è il raggruppamento di mansioni omogenee con cui identificare una figura professionale, come ad esempio la segretaria.
Per le mansioni basta invece sfogliare il Codice Civile, nella parte in cui precisa che il prestatore di lavoro deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti alla categoria superiore che abbia successivamente acquisito ovvero a mansioni equivalenti alle ultime effettivamente svolte, senza alcuna diminuzione della retribuzione.
L'inquadramento all'interno dell'azienda è quindi fondamentale anche nell'ottica del trattamento economico da assegnare e per evitare che in caso di variazioni possono sorgere casi di demansionamento, consentito solo in poche e ben delimitate circostanze.
Selezionare i dipendenti giusti e collocarli nelle posizioni giuste all'interno dell'azienda è una funzione chiave della gestione delle risorse umane ed è vitale per il successo di un'azienda.
Le aziende dovrebbero dedicare la stessa cura e attenzione a questo problema come fanno alla pianificazione finanziaria, perché gli errori hanno un impatto finanziario e effetti negativi sulla strategia, oltre che - come abbiamo visto - problemi nell'organizzazione del lavoro con possibili controversie con il dipendente. Punto di partenza per inquadrare la normativa è l'articolo 2095 del Codice Civile, secondo cui i prestatori di lavoro subordinato si distinguono in dirigenti, quadri, impiegati e operai.
Dopodiché segnaliamo l'articolo 2103 per cui Il lavoratore deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti all’inquadramento superiore che abbia successivamente acquisito ovvero a mansioni riconducibili allo stesso livello e categoria legale di inquadramento delle ultime effettivamente svolte.
In caso di modifica degli assetti organizzativi aziendali che incide sulla posizione del lavoratore, lo stesso può essere assegnato a mansioni appartenenti al livello di inquadramento inferiore purché rientranti nella medesima categoria legale.
Il mutamento di mansioni è accompagnato, ove necessario, dall’assolvimento dell’obbligo formativo, il cui mancato adempimento non determina comunque la nullità dell’atto di assegnazione delle nuove mansioni. Sempre lo stesso articolo stabilisce che ulteriori ipotesi di assegnazione di mansioni appartenenti al livello di inquadramento inferiore, purché rientranti nella medesima categoria legale, possono essere previste dai contratti collettivi.