Come funziona la cessione dei crediti di imposta e bonus covid a banche o fornitori

Punto in comune di tutte le disposizioni è la possibilità di coinvolgere in questa procedura banche e intermediari finanziari, se non gli stessi fornitori.

Autore: Chiara Compagnucci
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Come funziona la cessione dei crediti di

Se c'è una cosa che abbiamo imparato in queste settimane di decreti governativi e di aiuti a imprese e famiglie è l'esistenza dello strumento del credito d'imposta. Si tratta di una delle formule più incoraggiate dal governo per fare fronte alle spese di emergenza di questi ultimi mesi.

Punto in comune di tutte le disposizioni è la possibilità di coinvolgere in questa procedura banche e intermediari finanziari, se non gli stessi fornitori. Pensiamo ad esempio al credito d'imposta per tutti i datori di lavoro concesso per la sanificazione e l'acquisto di dispositivi di protezione tra mascherine e guanti.

Strettamente legato c'è il credito d'imposta per l'adeguamento degli ambienti di lavoro aperti al pubblico alle misure di contenimento del rischio di contagio da coronavirus.

Tra i primi casi c'è stato il credito d'imposta per botteghe e negozi, introdotto con il primissimo decreto Cura Italia, a cui è di recente seguito il bonus affitti commerciali e aziendali che ha trovato spazio nel decreto Rilancio e che ne rappresenta l'estensione. Vediamo quindi nei dettagli

  • Cessione dei crediti di imposta per covid
  • Come funziona la cessione a banche o fornitori

Cessione dei crediti di imposta per covid

Sono quattro i crediti di imposta che, in base ai decreti approvati dal governo, possono essere ceduti a banche e intermediari. Si comincia con il credito d'imposta per la sanificazione degli ambienti di lavoro (ad esempio per l'acquisto di mascherine, guanti, visiere e occhiali protettivi, tute di protezione e calzari o di prodotti detergenti e disinfettanti) e si prosegue con quello per l'adeguamento degli stessi ambienti di lavoro.

Poi c'è il credito d'imposta per i canoni di affitto degli immobili a uso non abitativo e affitto d'azienda e infine c'è il primo introdotto, quello al 60% per botteghe e negozi ovvero quelli accasatati nella categoria C1.

Ed è in via di introduzione anche una quinta opzione, quella di utilizzare il credito di imposta per lavori di ristrutturazione effettuati tra il primo luglio 2020 e il 31 dicembre 2021.

Tra gli interventi ammessi al bonus ristrutturazioni al 110%, in attesa dei chiarimenti definitivi dell'Agenzia delle entrate, rientrano la realizzazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici, l'installazione di pannelli solari fotovoltaici, l'adozione di misure antisismiche, i lavori per il recupero del patrimonio edilizio e per l'efficienza energetica.

Come funziona la cessione a banche o fornitori

Il funzionamento di questo strumento è semplice e consente alla imprese di non andare in crisi di liquidità. Possono infatti utilizzarlo in compensazione nel modello F24, ma senza i limiti annuali di compensazione di 1 milione e 250.000 euro (nel caso della sanificazione degli ambienti di lavoro).

Le norme approvate prevedono che la quota il riutilizzo della quota residua negli anni successivi ma senza richiesta a rimborso.

Sono quindi le banche a rispondere all'Agenzia delle entrate in caso di controlli poiché le aziende devono tenere conto solo del corretto utilizzo del credito ovvero che sia in linea con le ragioni per cui è stato istituito.