Come funziona fatturazione elettronica per partite iva forfettaria da metà 2022 al via

Al termine di un periodo di transizione e facoltativo scatta l'obbligo della fatturazione elettronica per le partite Iva. Tutte le novità da sapere.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Come funziona fatturazione elettronica p

Partite Iva forfettaria e fatturazione elettronica, come funziona?

Sul versante del funzionamento, la fatturazione elettronica 2022 per le partite Iva forfettarie va redatta con un dispositivo elettronico e deve essere trasmessa al cliente tramite il Sistema di interscambio.

Come annunciato sul finire dello scorso anno, la fatturazione elettronica per le partite Iva con regime forfettario diventerà realtà nel corso del 2022. Si tratta del completamento di un percorso che vede già professionisti e lavoratori autonomi ricorrere alle fatture elettroniche nei rapporti con la pubblica amministrazione. A conti fatti, i forfettari saranno equiparati alle partite Iva con regime ordinario che stanno già adottando questo sistema.

A differenza dello scorso anno, la fatturazione elettronica non è più una opzione facoltativa ma un obbligo. Dal 2022 le fatture emesse dalle partite Iva con regime forfettario dovranno passare dal Sistema di interscambio gestito dall'Agenzia delle entrate che verifica il formato XML e i contenuti prima di inoltrarli al destinatario. Approfondiamo allora in questo articolo:

  • Partite Iva forfettaria e fatturazione elettronica, come funziona

  • Nuove norme sulle fatture elettroniche per le partite Iva da metà 2022

Partite Iva forfettaria e fatturazione elettronica, come funziona

Anche se la fatturazione elettronica diventerà obbligatoria per le partite Iva con regime forfettario da metà del 2022, è bene ricordare che già nel corso 2021 è stato in vigore un regime premiale - la riduzione di un anno dei termini di accertamento, da 5 a 4 anni - proprio a favore di chi decideva di utilizzarla pur senza alcuna imposizione.

L'intenzione dell'amministrazione finanziaria è ridurre al minimo le irregolarità e l'adozione della fatturazione elettronica è in grado di scongiurare gestioni sconosciute al fisco. Si tratta però di uno scenario che scivolerà lentamente alle spalle, considerando che nel corso del 2022 (intorno alla fine dell'anno, in attesa di conoscere tutti i dettagli temporali), non ci sarò più la possibilità di scelta per le partite Iva con regime forfettario.

Sul versante del funzionamento, la fatturazione elettronica va redatta con un dispositivo elettronico e deve essere trasmessa al cliente tramite il Sistema di interscambio. Per la compilazione occorre un software che elabori la fattura elettronica in formato XML. In questo contesto di digitalizzazione, se c'è un aspetto a cui prestare attenzione nella fase di inserimento dei dati del cliente è la compilazione del campo Codice Destinatario ovvero il codice alfanumerico di 7 cifre che rappresenta l'indirizzo telematico dove recapitare le fatture.

Per la trasmissione del file all'Sdi è possibile fare riferimento al servizio online nel portale Fatture e Corrispettivi, all'app Fatturae dell'Agenzia delle entrate, via pec o attraverso un canale telematico come FTP o Web Service. Sia chi emette sia chi riceve una fattura elettronica è obbligato a conservarla elettronicamente.

Nuove norme sulle fatture elettroniche per le partite Iva da metà 2022

Fruire del regime forfettario 2022 delle partite Iva da parte di professionisti e lavoratori autonomi, indipendentemente dal codice Ateco, significa farsi applicare un'aliquota agevolata al 15% sui redditi e i ricavi fino a 65.000 euro. Ma solo in cambio dell'accettazione di una serie di limiti, come l'esclusione di chi ha incassato redditi da lavoro dipendente o da pensione maggiori di 30.000 euro e di chi ha superato il tetto di 20.000 euro di compensi a dipendenti e collaboratori.

Che l'estensione della fatturazione elettronica per partite Iva forfettarie sia un passaggio che è stato già approvato è dimostrazione dal contenuto dell'ultima manovra nella parte in cui si legge che i soggetti passivi che rientrano nel cosiddetto regime di vantaggio e quelli che applicano il regime forfettario.

Sono esonerati dalle disposizioni che abbiamo appena esaminato i soggetti passivi che nel periodo d'imposta precedente hanno conseguito dall'esercizio di attività commerciali proventi per un importo non superiore a 65.000 euro. Tutti loro, se nel periodo d'imposta precedente hanno conseguito dall'esercizio di attività commerciali proventi per un importo superiore a 65.000 euro, assicurano che la fattura sia emessa per loro conto dal cessionario o committente soggetto passivo d'imposta.