Chi può fare la partita iva agricola, tassazione, contributi e differenze con ordinaria

Imprenditori agricoli e coltivatori con Partita Iva per l’esercizio di attività nel mondo agricolo: norme in vigore e chiarimenti nel 2022

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Chi può fare la partita iva agricola, ta

Come funziona la Partita Iva agricola nel 2022?

La Partita Iva agricola è una particolare forma di Partita Iva per coloro che lavorano nel nel mondo agricolo, imprenditori agricoli e coltivatori diretti, per cui sono previsti diversi regimi fiscali e costi relativi alla gestione, mentre non è prevista alcuna spesa iniziale per l’apertura della stessa partita Iva che si può fare direttamente online su sito Coldiretti e Agenzia delle Entrate.

Come funziona la Partita Iva agricola nel 2022? La Partita Iva agricola è una particolare forma di Partita Iva per coloro che lavorano nel nel mondo agricolo, sia che siano coltivatori diretti sia che siano imprenditori agricoli e prevede, come del resto ogni altra forma di Partita Iva, diversi adempimenti. 
Partita Iva agricola chi deve aprirla

  • Come si apre Partita Iva agricola e regime fiscale
  • Costi Partita Iva agricola di apertura e gestione
  • Differenze partita Iva ordinaria e agricola e vantaggi 

Partita Iva agricola chi deve aprirla

Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, la partiva Iva agricola, come tipologia specifica di partita Iva destinata a specifiche categorie di lavoratori, deve essere aperta da imprenditori agricoli e coltivatori diretti che lavorano come liberi professionisti e può essere aperta sia dai lavoratori della terra e sia da chi è impegnato nell'allevamento di animali o nella selvicoltura, vale a dire chi lavora in attività strettamente collegate all’agricoltura.

Come si apre Partita Iva agricola e regime fiscale

Per aprire una Partiva Iva agricola si deve seguire apposita procedura disponibile da Coldiretti e e Agenzia delle Entrate. Bisogna, infatti, recarsi alla Coldiretti, l'associazione dei Coltivatori Diretti, del luogo di residenza presentando una serie di documenti di riconoscimento e compilare uno o più moduli in base al tipo di impresa che si desidera avviare.

Moduli specifici per l’apertura di una Partita Iva agricoli sono disponibili e da compilare poi anche sul sito delle Entrate. Precisiamo che per una corretta compilazione dei moduli per l’apertura di una Partita Iva agricola, bisogna riportare la dicitura ‘Società agricola’ nel nome societario e, se l’imprenditore che apre la partita Iva agricola lavora su un terreno di cui è proprietario, deve presentare anche la visura catastale e il certificato di proprietà dello stesso terreno.

La partita Iva agricola si può aprire, dunque, anche solo direttamente online sia sul sito Coldiretti che sul sito dell’Agenzia delle Entrate e in questo caso l’apertura della partita Iva è gratis e, una volta ottenuta la ricevuta di apertura partita Iva agricola, basta recarsi all’Inps per l’apertura della relativa posizione contributiva previdenziale. 
Altra modalità che permette di aprire una partita Iva agricola è quella online tramite ComUnica, servizio online messo a disposizione delle Camere di Commercio, che permette comodamente di aprire la partita Iva agricola seguendo semplicemente la procedura online e, allo stesso tempo, aprire la relativa posizione Inps. 

Costi Partita Iva agricola di apertura e gestione

I costi per apertura e gestione di una partita Iva agricola variano in base anche al regime fiscale scelto. In particolare, al momento dell’apertura della Partita Iva agricola bisogna pagare il diritto camerale di 100 euro e il contributo minimo Inps per gli Imprenditori agricoli professionali, 1.500 euro. Non sono previsti costi iniziali a carico del lavoratore per l’apertura della Partita Iva.

Chi apre una partita Iva agricola può in particolare scegliere tra i seguenti regimi fiscali: 

  • di esonero;
  • semplificato;
  • ordinario.

Il regime di esonero vale per gli imprenditori agricoli che hanno fatturato entro i 7.000 euro nell'anno precedente; il regime fiscale semplificato vale solo per il reddito derivante da cessione dei prodotti agricoli., mentre il regime fiscale ordinario vale per i lavoratori del comparto agricolo con reddito annuale maggiore di 7.000 euro. 

Precisiamo che per la partita Iva agricola, l'Irpef non si calcola in base al reddito effettivo, ma in base al reddito medio ordinario calcolato secondo le rendite catastali. La tassazione dell’impresa agricola si basa, infatti sempre sulla rendita catastale del terreno e non sul del fatturato, a prescindere dal regime fiscale di appartenenza, per cui l’imprenditore agricolo non paga l’Irpef sul tuo fatturato, ma solo sulla rendita catastale dei terreni.

Differenze partita Iva ordinaria e agricola e vantaggi 

La possibilità valida per le imprese agricole di aderire ad un regime fiscale di esonero rappresenta certamene un vantaggio per chi ha una partita Iva agricola, vantaggio fiscale che non vale per chi svolge attività con partita Iva ordinaria.

La possibilità di accesso al regime fiscale di esonero vale, però, solo in casi specifici che sono, come accennato, quelli in cui imprenditori agricoli registrano un fatturato annuo entro i 7.000 euro e che deriva per almeno i 2/3 da vendita di prodotti agricoli e ittici.

L’impresa agricola che opta per il regime fiscale di esonero usufruisce di diversi vantaggi rispetto a quanto previsto per mantenimento e gestione di una partita Iva ordinaria e che sono così riassumibili:

  • non sussiste obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi;
  • non sussiste obbligo di emissione delle fatture;
  • esonero dagli obblighi contabili.

Se, però, l’imprenditore agricolo supera il limite di 7000 euro o quello riportato di un terzo della vendita dei prodotti, non può aderire al regime di esonero e deve optare per il regime semplificato o regime ordinario, prevedendo, dunque, costi maggiori, sia da un punto di vista fiscale perché le tasse da pagare sono di più e più costose e sia da un punto di vista di gestione della stessa partita Iva, per cui considerare per esempio costi di commercialisti, consulenti, ecc, costi che nel regime di esonero non sono contemplati.

Inoltre, per la partita Iva agricola a differenza della partita Iva ordinaria non è richiesto pagamento dell’Iva, per cui si è anche esonerati dalla presentazione delle dichiarazioni Iva, e non sussiste obbligo di iscrizione al Registro delle imprese della Camera di Commercio di competenza. 

Secondo quanto previsto dalle leggi in vigore, chi apre una partita Iva agricola deve effettuare la relativa registrazione al Registro delle imprese della Camera di Commercio solo se vende i suoi prodotti al  dettaglio e in tal caso l’iscrizione ha un costo di circa 60 euro all’anno.