La ritenuta d'acconto rappresenta un'imposta sul reddito che viene versata all'erario dal committente anziché dal prestatore del servizio. Questo meccanismo fiscale prevede che chi corrisponde determinate tipologie di compensi trattenga una percentuale dell'importo dovuto e la versi direttamente all'Agenzia delle Entrate per conto del lavoratore.
Nella pratica, il lavoratore emette una ricevuta al committente indicando il compenso totale e la percentuale di ritenuta d'acconto che verrà detratta dall'importo finale. Il committente verserà quindi al lavoratore solo l'importo netto, trattenendo la quota da destinare al fisco.
È importante sottolineare che questo strumento fiscale non si applica indistintamente a tutti i rapporti di lavoro, ma è destinato principalmente a chi effettua prestazioni senza partita IVA o al di fuori di un rapporto di lavoro dipendente.
La normativa fiscale prevede specifiche categorie di compensi per cui è obbligatoria l'applicazione della ritenuta d'acconto. Tra queste troviamo:
Vale la pena evidenziare che la ritenuta d'acconto non si applica sui compensi di importo inferiore a 25,82 euro, come stabilito dalla normativa vigente.
Lavorare con il regime della ritenuta d'acconto è particolarmente comune nel caso delle prestazioni occasionali. Questo tipo di collaborazione si caratterizza per:
Per le prestazioni occasionali, il committente applica una ritenuta d'acconto del 20% sul compenso lordo. Tale importo costituisce un anticipo dell'IRPEF che il lavoratore dovrà versare in sede di dichiarazione dei redditi.
Il prestatore occasionale dovrà rilasciare una ricevuta che indichi chiaramente l'importo lordo, la ritenuta d'acconto applicata e il netto da corrispondere. Su tale documento non è necessaria l'applicazione di marca da bollo per importi inferiori a 77,47 euro.
La determinazione dell'importo da trattenere come ritenuta d'acconto richiede il calcolo della base imponibile, che può variare in funzione della tipologia di prestazione. Nella base imponibile vengono inclusi:
Non rientrano invece nel calcolo della base imponibile:
Le percentuali di ritenuta e la base imponibile su cui calcolarla variano in base alla tipologia di compenso. Ecco un riepilogo completo delle aliquote e delle basi imponibili aggiornate al 2025:
Tipologia di compenso | Aliquota | Base imponibile | Codice tributo |
Compensi amministratori di condominio | 20% (acconto) | 100% | 1040 |
Compensi per levata protesti (segretari comunali) | 20% (acconto) | 85% | - |
Servizi resi a condomini da persone fisiche e società di persone (IRPEF) | 4% (acconto) | 100% | 1019 |
Servizi resi a condomini da società di capitali ed enti (IRES) | 4% (acconto) | 100% | 1020 |
Lavoro autonomo e occasionale | 20% (acconto) | 100% | 1040 |
Provvigioni per agenti e rappresentanti | 23% (acconto) | 50% | 1038 |
Redditi da vendite a domicilio | 23% (acconto) | 78% | 1038 |
Redditi da opere dell'ingegno, brevetti industriali, processi e formule | 30% (acconto) | 75% | 1040 |
Lavoro autonomo di soggetti non residenti | 30% (acconto) | 100% | 1040 |
Cessione diritti d'autore | 20% (acconto) | 60% | 1040 |
Utili da contratto di associazione in partecipazione | 20% (acconto) | 100% | 1040 |
Anche i professionisti con partita IVA sono soggetti alla ritenuta d'acconto, ma con modalità diverse rispetto ai lavoratori occasionali. Per questi soggetti:
Ad esempio, un avvocato che emette una fattura di 1.000 euro più IVA al 22% (220 euro) e contributo alla cassa forense del 4% (40 euro), vedrà applicata una ritenuta d'acconto di 200 euro (20% di 1.000 euro). L'importo netto che riceverà sarà quindi di 1.060 euro (1.000 + 40 + 220 - 200).
Chi corrisponde compensi soggetti a ritenuta d'acconto assume il ruolo di sostituto d'imposta e deve adempiere a specifici obblighi:
Il mancato rispetto di questi adempimenti comporta sanzioni amministrative che possono variare dal 20% al 30% dell'importo non versato, oltre agli interessi di mora.
È importante distinguere tra ritenuta d'acconto e ritenuta a titolo d'imposta:
Le ritenute che abbiamo analizzato in questo articolo sono principalmente a titolo d'acconto, pertanto i relativi compensi dovranno essere inseriti nella dichiarazione dei redditi del percettore.
Per chi riceve compensi soggetti a ritenuta d'acconto, è fondamentale comprendere l'impatto fiscale di questo meccanismo:
Nel caso dei lavoratori occasionali, se i compensi annuali non superano i 5.000 euro, non è dovuta contribuzione INPS. Al superamento di tale soglia, scatta l'obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS con conseguente versamento dei relativi contributi.