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Come funziona la ritenuta di acconto in base ai diversi compensi e lavori eseguiti

Ci sono alcune categorie ben precise di compensi di lavoro per cui si applica la ritenuta d'acconto e per cui occorre effettuare i calcoli.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Come funziona la ritenuta di acconto in

La ritenuta d'acconto rappresenta un'imposta sul reddito che viene versata all'erario dal committente anziché dal prestatore del servizio. Questo meccanismo fiscale prevede che chi corrisponde determinate tipologie di compensi trattenga una percentuale dell'importo dovuto e la versi direttamente all'Agenzia delle Entrate per conto del lavoratore.

Nella pratica, il lavoratore emette una ricevuta al committente indicando il compenso totale e la percentuale di ritenuta d'acconto che verrà detratta dall'importo finale. Il committente verserà quindi al lavoratore solo l'importo netto, trattenendo la quota da destinare al fisco.

È importante sottolineare che questo strumento fiscale non si applica indistintamente a tutti i rapporti di lavoro, ma è destinato principalmente a chi effettua prestazioni senza partita IVA o al di fuori di un rapporto di lavoro dipendente.

Categorie di compensi soggetti a ritenuta d'acconto nel 2025

La normativa fiscale prevede specifiche categorie di compensi per cui è obbligatoria l'applicazione della ritenuta d'acconto. Tra queste troviamo:

  • Diritti derivanti da opere di ingegno, ceduti da persone fisiche non imprenditori o professionisti
  • Utili spettanti a promotori e soci fondatori di società per azioni, in accomandita per azioni e a responsabilità limitata
  • Prestazioni di lavoro rese a terzi o nell'interesse di terzi
  • Redditi derivanti dalla cessione dei diritti d'autore
  • Utili derivanti da contratti di associazione in partecipazione quando l'associato fornisce esclusivamente una prestazione lavorativa
  • Prestazioni di lavoro autonomo occasionale

Vale la pena evidenziare che la ritenuta d'acconto non si applica sui compensi di importo inferiore a 25,82 euro, come stabilito dalla normativa vigente.

Prestazioni occasionali con ritenuta d'acconto: limiti e caratteristiche

Lavorare con il regime della ritenuta d'acconto è particolarmente comune nel caso delle prestazioni occasionali. Questo tipo di collaborazione si caratterizza per:

  • Assenza di continuità nel tempo
  • Mancanza di vincolo di subordinazione
  • Limite annuale di reddito (5.000 euro per anno solare)
  • Nessun obbligo di apertura partita IVA

Per le prestazioni occasionali, il committente applica una ritenuta d'acconto del 20% sul compenso lordo. Tale importo costituisce un anticipo dell'IRPEF che il lavoratore dovrà versare in sede di dichiarazione dei redditi.

Il prestatore occasionale dovrà rilasciare una ricevuta che indichi chiaramente l'importo lordo, la ritenuta d'acconto applicata e il netto da corrispondere. Su tale documento non è necessaria l'applicazione di marca da bollo per importi inferiori a 77,47 euro.

Base imponibile e calcolo della ritenuta d'acconto

La determinazione dell'importo da trattenere come ritenuta d'acconto richiede il calcolo della base imponibile, che può variare in funzione della tipologia di prestazione. Nella base imponibile vengono inclusi:

  • La retribuzione professionale
  • Il contributo INPS addebitato al cliente da parte di lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata
  • Le spese documentate anticipate dal professionista e rimborsate dal committente
  • I rimborsi per spese di viaggio, vitto e alloggio

Non rientrano invece nel calcolo della base imponibile:

  • I rimborsi spese anticipate non documentate in maniera analitica
  • I contributi per la cassa nazionale degli ordini professionali
  • I contributi previdenziali e assistenziali previsti dalla legge a carico di chi corrisponde il compenso

Aliquote e basi imponibili per le diverse tipologie di ritenuta nel 2025

Le percentuali di ritenuta e la base imponibile su cui calcolarla variano in base alla tipologia di compenso. Ecco un riepilogo completo delle aliquote e delle basi imponibili aggiornate al 2025:

Tipologia di compenso Aliquota Base imponibile Codice tributo
Compensi amministratori di condominio 20% (acconto) 100% 1040
Compensi per levata protesti (segretari comunali) 20% (acconto) 85% -
Servizi resi a condomini da persone fisiche e società di persone (IRPEF) 4% (acconto) 100% 1019
Servizi resi a condomini da società di capitali ed enti (IRES) 4% (acconto) 100% 1020
Lavoro autonomo e occasionale 20% (acconto) 100% 1040
Provvigioni per agenti e rappresentanti 23% (acconto) 50% 1038
Redditi da vendite a domicilio 23% (acconto) 78% 1038
Redditi da opere dell'ingegno, brevetti industriali, processi e formule 30% (acconto) 75% 1040
Lavoro autonomo di soggetti non residenti 30% (acconto) 100% 1040
Cessione diritti d'autore 20% (acconto) 60% 1040
Utili da contratto di associazione in partecipazione 20% (acconto) 100% 1040

La ritenuta d'acconto per i professionisti con partita IVA

Anche i professionisti con partita IVA sono soggetti alla ritenuta d'acconto, ma con modalità diverse rispetto ai lavoratori occasionali. Per questi soggetti:

  • L'aliquota standard è del 20% sul compenso
  • La ritenuta viene applicata sul compenso al netto dell'IVA e del contributo integrativo alla cassa professionale
  • Il professionista emette una fattura che indica chiaramente la ritenuta d'acconto applicata

Ad esempio, un avvocato che emette una fattura di 1.000 euro più IVA al 22% (220 euro) e contributo alla cassa forense del 4% (40 euro), vedrà applicata una ritenuta d'acconto di 200 euro (20% di 1.000 euro). L'importo netto che riceverà sarà quindi di 1.060 euro (1.000 + 40 + 220 - 200).

Adempimenti per i sostituti d'imposta

Chi corrisponde compensi soggetti a ritenuta d'acconto assume il ruolo di sostituto d'imposta e deve adempiere a specifici obblighi:

  • Versare la ritenuta d'acconto all'Agenzia delle Entrate entro il 16 del mese successivo a quello di pagamento del compenso
  • Utilizzare il modello F24 con i codici tributo specifici (indicati nella tabella precedente)
  • Rilasciare al percettore la Certificazione Unica entro il 31 marzo dell'anno successivo
  • Presentare il modello 770 (dichiarazione dei sostituti d'imposta) entro il 31 ottobre dell'anno successivo

Il mancato rispetto di questi adempimenti comporta sanzioni amministrative che possono variare dal 20% al 30% dell'importo non versato, oltre agli interessi di mora.

Differenze tra ritenuta d'acconto e ritenuta a titolo d'imposta

È importante distinguere tra ritenuta d'acconto e ritenuta a titolo d'imposta:

  • Ritenuta d'acconto: rappresenta un anticipo sull'imposta definitiva che il contribuente dovrà versare. Il reddito soggetto a ritenuta d'acconto deve essere dichiarato nella dichiarazione dei redditi.
  • Ritenuta a titolo d'imposta: è definitiva e esaurisce completamente l'obbligo fiscale del contribuente, che non dovrà dichiarare tali redditi nella propria dichiarazione.

Le ritenute che abbiamo analizzato in questo articolo sono principalmente a titolo d'acconto, pertanto i relativi compensi dovranno essere inseriti nella dichiarazione dei redditi del percettore.

Impatto fiscale della ritenuta d'acconto per il percettore

Per chi riceve compensi soggetti a ritenuta d'acconto, è fondamentale comprendere l'impatto fiscale di questo meccanismo:

  • Le ritenute subite rappresentano un credito di imposta che può essere utilizzato in compensazione con le imposte dovute
  • I compensi percepiti vanno dichiarati integralmente (importo lordo) nella dichiarazione dei redditi
  • Se l'importo delle ritenute supera l'imposta dovuta, il contribuente avrà diritto a un rimborso

Nel caso dei lavoratori occasionali, se i compensi annuali non superano i 5.000 euro, non è dovuta contribuzione INPS. Al superamento di tale soglia, scatta l'obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS con conseguente versamento dei relativi contributi.

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