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Come funziona l'affitto breve nel 2024?

Quali sono le norme attuali che regolano l'affitto breve delle case nel 2024: i chiarimenti

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Come funziona l'affitto breve nel 2024?

Cos'č l'affitto breve?

L'affitto breve è un contratto di affitto, appunto, della durata minima di 30 giorni e che può arrivare ad un massimo di 18 mesi consecutivi e che prevede specifiche regole da rispettare perchè sia effettivamente valido.

Come funziona l'affitto breve nel 2024? Il contratto di affitto breve è la migliore soluzione disponibile per il proprietario e l’inquilino che hanno l’esigenza di dare in affitto e trovare un alloggio per un breve periodo di tempo. Ma quali sono le regole che disciplinano tale tipologia di contratto.

Come funziona l'affitto breve nel 2024: le regole e la tassazione in vigore 

L'affitto breve rappresenta una particolare tipologia di contratto di locazione ad uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni.

I proprietari che decidono di affittare casa per brevi periodi possono optare per il regime fiscale agevolato della cedolare secca con aliquota del 21% al posto del regime di tassazione ordinaria Irpef.

Scegliendo la cedolare secca, non si possono applicare le imposte di bollo e di registro al contratto di locazione. 

Precisiamo che l’aliquota di tassazione al 21% vale solo per il primo immobile che deve essere ben identificato in dichiarazione dei redditi, mentre per tutti gli immobili oltre il primo l’aliquota sale al 26%. 

La norma stabilisce l’obbligo di comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati relativi ai contratti da parte dei soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare o tramite siti online e l’obbligo di applicare una ritenuta del 21% sui canoni e corrispettivi all’atto dell’accredito.

Con la conversione nella legge n. 191/2023 del decreto Anticipi è anche entrata in vigore ufficialmente l’istituzione del Codice identificativo nazionale (Cin), che deve essere assegnato, tramite apposita procedura automatizzata, dal ministero del Turismo alle unità immobiliari ad uso abitativo oggetto di locazione per finalità turistiche, a quelle destinate alle locazioni brevi e alle strutture turistico-ricettive alberghiere ed extralberghiere.

I soggetti che affittano le case con contratti di locazioni brevi devono, inoltre, comunicare i dati catastali dell’immobile oggetto di locazione e la sussistenza dei requisiti richiesti, e cioè che tutte le case siano dotate di dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e del monossido di carbonio funzionanti, abbiano estintori portatili a norma posizionati in posizioni accessibili e visibili.

Il CIN, che è il Codice identificativo nazionale univoco per affitti brevi, deve essere esposto all’esterno dello stabile in cui si trova l’appartamento o la struttura oggetto di locazione breve, assicurando il rispetto di eventuali vincoli urbanistici e paesaggistici, ed essere sempre essere citato negli annunci di affitto pubblicati sia dalle persone fisiche locatrici sia dagli eventuali soggetti che esercitino l’attività di intermediazione immobiliare o gestione di portali telematici.

Il codice CIN (Codice Identificativo Nazionale) per gli affitti brevi entrerà in vigore a partire da settembre 2024.

Se non si adempie a tale obbligo, si rischiano importanti sanzioni che sono comprese:

  • da 800 a 8.000 euro per chi proponga per la locazione breve un immobile privo di Cin;
  • da 500 a 5.000 euro per chi non indichi il Cin negli annunci di locazione con la sanzione immediata della rimozione dell’annuncio irregolare pubblicato;
  • da 600 a 6.000 euro per unità immobiliari proposte in locazione prive dei requisiti di sicurezza stabiliti;
  • da euro 2.000 a euro 10.000 per gli esercenti attività in forma imprenditoriale che non hanno richiesto la Scia per l’inizio dell’attività.