Dal primo luglio 2022 si riduce la soglia di utilizzo del contante che da 3.000 euro per ogni singola transazione passa a 2.000 euro (esattamente 1.999,99 euro). Questo è solo un passaggio intermedio che resta in vigore fino al 31 dicembre 2022. Dal primo gennaio 2022 è infatti previsto una riduzione ulteriore a 1.000 euro (999,99 per la precisione). Sono però previste alcune eccezioni.
Il prossimo importante step nell'utilizzo dei contanti sta per entrare il vigore. Il primo luglio 2022 viene infatti ridotto il limite per effettuare pagamento con denaro liquido. E si tratta solo di un passaggio intermedio della durata di 18 mesi.
Dal primo gennaio 2022 scatta infatti un taglio successivo che riduce l'ambito di utilizzo dei contati e favorisce quello dei pagamenti tracciati, dal bancomat alla carta di credito fino ad arrivare agli assegni.
La grande rivoluzione dei pagamenti elettronici è dunque alle porte e bisogna cancellare dalla mente il tetto di 3.000 euro che ci ha accompagnato fino a oggi. Questo è infatti il limite in vigore fino al 30 giugno che, a sua volta, era stato innalzato nel 2016 rispetto al tetto precedente di 1.000 euro.
Come vedremo in questo articolo, l'orientamento dei governo che si sono succeduti alla guida del Paese non è stato sempre uniforme e l'andamento è stato quello di un vero e proprio saliscendi.
Di nuovo c'è non solo che il limite viene adesso fissato in 2.000 euro, ma anche l'applicazione di sanzioni salate e la previsione di tanti casi particolari. Vediamo tutti tra
Dal primo luglio 2022 si riduce la soglia di utilizzo del contante che da 3.000 euro per ogni singola transazione passa a 2.000 euro (esattamente 1.999,99 euro). Questo è solo un passaggio intermedio che resta in vigore fino al 31 dicembre 2022.
Dal primo gennaio 2022 è infatti previsto una riduzione ulteriore a 1.000 euro (999,99 per la precisione). Ma naturalmente senza escludere cambia di decisione ovvero l'innalzamento di questo tetto. Alla base della tabella di marcia sempre più restrittiva c'è la volontà del governo di arginare il fenomeno dell'evasione fiscale.
E va da sé che proprio l'utilizzo di denaro contante al posto dei pagamenti tracciabili è la sua espressione massima sia per piccoli e sia per grandi acquisti e perfino nel caso di versamenti in nero di stipendi.
La misura è stata approvata lo scorso anno con numerose difficoltà poiché non tutte le forze del parlamento si sono dette favorevoli al nuovo limite per i pagamenti in contanti e a favorire il ricorso a strumenti come carte di credito e carte di debito, Pos, bancomat e assegni.
Ma per il governo si tratta di un passaggio inevitabile nella logica che è inusuale utilizzare somme così elevate nella vita di tutti i giorni. Diventa quindi interessante osservare l'evoluzione del tempo della normativa sul limite dell'utilizzo del contante in Italia:
Entrando ancora di più nei dettagli della normativa, il tetto dei 1.999 euro da non superare si applica sia a chi effettua il pagamento e sia a chi lo riceve nella maniera più completa possibile. In pratica subiscono lo stesso trattamento anche prestiti e donazioni, tra sconosciuti e tra familiari.
La norma vieta il trasferimento denaro liquido anche quando è effettuato con più pagamenti inferiori alla soglia che appaiono artificiosamente frazionati, ad esempio in più tranche da 500 euro. Per corrispondere denaro al di sopra del limite massimo occorre necessariamente rivolgersi a banche, Poste, istituti di moneta elettronica e di pagamento.
Non sono coinvolti prelievi e versamenti sul proprio conto corrente perché non non sono considerati trasferimento di denaro tra persone differenti così come per i pagamenti a rate in contanti, ad esempio per le cure del dentista.
Chi viola queste norme e utilizza denaro contante da 2.000 euro in su va incontro a multe salate ovvero da un minimo di 2.000 a un massimo di 50.000 euro per le parti contraenti. Se il pagamento è maggiore di 250.000 euro, la multa va da 15.000 a 250.000 euro.