Regola fondamentale nell'applicazione dello smart working nel sistema pubblica italiano è la parità di trattamento tra dipendenti in presenza e a distanza. E sotto ogni punto di vista ovvero sia in relazione al trattamento retributivo e sia alle progressioni di carriera. E poi, come abbiamo accennato, lo smart working è frutto di un accordo tra le parti ovvero né l'ente pubblico e né il dipendente possono imporlo. Le nuove tecnologie consentono di svolgere le attività al di fuori della propria sede lavorativa ovvero dell'ufficio e in orari non necessariamente prestabiliti. Ma sono numerosi altri i principi stabiliti dalle norme in vigore.
Sempre più smart working nel settore pubblico in Italia anche nel biennio 2022. Negli anni il ricorso è aumentato anche se non è diventato strutturale ed è legato a contingenze. Tuttavia l'esistenza di norme specifiche sullo smart working per i dipendenti pubblici apre la strada a nuovi modi di interpretare il rapporto tra Stato e lavoratori.
Di base nessun dipendente è potenzialmente escluso dalle misure. Ciascuna amministrazione può definire progetti di smart working sulla base dei processi interni e delle attività collegate. In ogni caso è necessario l'accordo con il dipendente per attivare la relazione a distanza. Vediamo allora:
Regola fondamentale nell'applicazione dello smart working nel sistema pubblica italiano è la parità di trattamento tra dipendenti in presenza e a distanza. E sotto ogni punto di vista ovvero sia in relazione al trattamento retributivo e sia alle progressioni di carriera.
E poi, come abbiamo accennato, lo smart working è frutto di un accordo tra le parti ovvero né l'ente pubblico e né il dipendente possono imporlo, sebbene le norme in vigore lo incoraggino. Le nuove tecnologie consentono di svolgere le attività al di fuori della propria sede lavorativa ovvero dell'ufficio e in orari non necessariamente prestabiliti.
Si tratta dello smart working, in base al quale il posto di lavoro non deve più coincidere con la sede abituale di lavoro e con un predefinito orario di servizio. I punti fondamentali sono i seguenti:
La dimostrazione dell'intenzione di puntare sul lavoro da remoto arriva della legge sulla riforma della pubblica amministrazione in relazione alla promozione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Si legge infatti della volontà di incoraggiare nuove modalità di svolgimento della prestazione lavorativa che permettano entro tre anni ad almeno il 10% dei dipendenti di avvalersi di tali modalità, garantendo che i dipendenti che se ne avvalgono non subiscano penalizzazioni.
Il potere di controllo può essere regolato nell'ambito dell'accordo individuale con l'indicazione di fasce di reperibilità articolate in relazione all'orario di servizio. In ogni caso per non è possibile ricorrere ai controlli automatizzati o a distanza nel caso degli smart workers.
Allo stesso tempo non è possibile ricorrere a software di localizzazione o se non installati previo accordo collettivo stipulato dalle rappresentanze sindacali.
In tutti i casi le amministrazioni pubbliche sono chiamate a predisporre un sistema di monitoraggio per effettuare una valutazione complessiva dei risultati conseguiti in termini di obiettivi raggiunti nel periodo considerato e la misurazione della produttività delle attività svolte dai dipendenti.
Alla base di questa attività di verifica c'è l'individuazione di misure correttive per il perfezionamento dello smart working.
A proposito di tutele, in materia di smart working non ci sono disposizioni normative e che possano indirizzare l'amministrazione pubblica, sia essa di livello locale o centrale, nella scelta della forma di partecipazione sindacale.