Tra le possibilità per gestire una partita Iva senza commercialista ci sono il Caf e i software automatizzate.
Se c'è una spesa che tutte le partite Iva devono mettere in conto è quella del commercialista. Il suo compito è quello di tenere aggiornata la contabilità ed effettuare tutte quelle operazioni di pagamento nei confronti dell'Agenzia delle entrate (le tasse) e dell'istituto di previdenza di appartenenza (i contributi per la pensione).
Senza dimenticare la presentazione della dichiarazione dei redditi. Ma se queste sono i compiti più rilevanti, poi ci sono tutti quelle attività indispensabili, come il calcolo delle spese deducibili o dell'Iva. Va da sé che l'onorario del commercialista per la gestione di un partita Iva ordinaria è maggiore rispetto a quanto richiesto a una partita Iva forfettaria, semplificata sotto molti aspetti. Proviamo ad andare oltre e approfondiamo in questo articolo:
Partita Iva da soli senza commercialista, come gestirla
Costi variabili del commercialista per gestire la partita Iva
Il commercialista è una figura utilissima nella gestione di una partita Iva ma non è indispensabile. In teoria il lavoratore autonomo o il professionista, in possesso delle necessarie competenze, può procedere in completa autonomia. Una prima alternativa per lo svolgimento delle attività richieste è rivolgersi a un Caf ovvero a un Centro di assistenza fiscale, i cui onorari sono solitamente inferiori rispetto a quanto richiesto da un commercialista.
Un'altra possibilità è affidarsi a quei programmi, disponibili anche online, con cui gestire i differenti aspetti che caratterizzano la vita di una partita Iva. Si tratta di applicazione automatizzate, con tutti i pro e i contro che tale soluzione porta con sé.
Questi software alternativi al servizio sostitutivo del commercialista consentono generalmente di emettere fatture verso clienti, inviare fatture direttamente al Sistema di Interscambio, ricevere fatture dei fornitori, gestire le anagrafiche dei soggetti coinvolti, ricevere e controllare tutte le notifiche Sistema di Interscambio, conversare elettronicamente per 10 anni tutte le fatture attive e passive.
Provando allora a fare un esempio concreto sulla gestione delle differenti pratiche, la prima fase da considerare è quella relativa all'apertura delle Partita Iva, rispetto a cui non occorre la presenza di un commercialista. In termini pratici basta la compilazione del Modello AA9-12 da scaricare sul sito dell'Agenzia delle entrate e da consegnare a un ufficio delle stesse Entrate.
Ancora più precisamente, il lavoratore autonomo ovvero il professionista può utilizzare il servizio telematico dell'Agenzia delle entrate. O, come soluzione alternativa, recarsi fisicamente all'ufficio dell'Agenzia delle entrate più vicino. Ma anche inviare una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno contenente il modulo di apertura della partita Iva e i documenti richiesti. Uno dopo l'altro, il modello contiene i dati relativi al titolare di partita Iva e del titolare dell'attività, i dati dell’attività economica, i dati di un eventuale rappresentante legale, i soggetti depositari dei documenti, i dati di operazioni straordinarie eventualmente previste, eventuali ulteriori attività espletate.
Senza dimenticare la comunicazione del codice Ateco con cui identificare l'attività di business. A questo codice è legato il coefficiente di redditività e il reddito imponibile su cui calcolare l'imposta sostitutiva.
I costi del commercialista per la gestione delle pratiche di una partita Iva con regime ordinario o forfettario sono variabili.
Provando a fare qualche esempio, la certificazione dei crediti d'imposta con visto di conformità per i clienti la cui tenuta della contabilità è eseguita dallo studio del professionista con onorari che possono variare tra 150 e 400 euro. Per la certificazione richiesta da una clientela esterna si effettuata una valutazione caso per caso, in funzione della complessità e del volume della documentazione da controllare.