Come mandare via amministratore di condominio. Licenziamento

Quali sono i casi in cui è possibile mandare via un amministratore di condominio e come licenziarlo: motivi e decisione assemblea condominiale

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Come mandare via amministratore di condo

Come mandare via amministratore di condominio?

Un amministratore di condominio può essere licenziato per giusta causa, quando cioè si renda colpevole di cattiva condotta, atti in malafede o gravi irregolarità, ma anche senza giusta causa, in ogni caso la decisione spetta all’assemblea di condominio che per il licenziamento deve raggiungere la maggioranza dei condomini per almeno la metà del valore dell’edificio e un valore complessivo per gli appartamenti di almeno 500 millesimi.

Come fare a mandare via un amministratore di condominio? La gestione fiscale, contabile e non solo, di un condominio è quasi sempre affidata ad un amministratore di condominio che viene nominato dall’assemblea condominiale che ha anche il compito di decidere il compenso dovuto allo stesso amministratore e eventuale conferma o revoca del mandato a fine contratto. E’ possibile che l’amministratore di condominio possa anche essere mandato via prima del termine del contratto.

  • Come licenziare amministratore di condominio
  • Quando licenziare amministratore di condominio per cattiva condotta

Come licenziare un amministratore di condominio

L’amministratore di condominio può essere licenziato nei casi di cattiva condotta, se compia atti in malafede o gravi irregolarità, e in tal caso si parla di revoca per giusta causa. Il licenziamento avviene tramite revoca dell’incarico da parte dell’assemblea condominiale.

E’, però, anche possibile che un amministratore di condominio venga licenziato senza giusta causa. Questo accade quando, per esempio, si trova un amministratore di condominio meno costoso. Può accadere che nei casi di licenziamento dell’amministratore di condominio senza giusta causa, bisogna risarcire l’amministratore revocato ma solo se è previsto dal contratto firmato al momento del conferimento dell’incarico. Secondo alcuni, invece, tra cui la Cassazione, il licenziamento dell’amministratore di condominio senza giusta causa permette sempre all’amministratore di chiedere il risarcimento del danno.

Per licenziare un amministratore di condominio revocandolo dal suo incarico l’assemblea condominiale deve raggiungere la maggioranza dei condomini che rappresenti almeno la metà del valore dell’edificio e che gli appartamenti di questi abbiano un valore complessivo di almeno 500 millesimi.

Quando licenziare amministratore di condominio per cattiva condotta

E’ possibile decidere per il licenziamento di un amministratore di condominio nei casi in cui si verifichi una cattiva condotta da parte dello stesso. A stabilirlo è il Codice Civile, che stabilisce che l’amministratore di condominio si rende colpevole di cattiva condotta quando commette grave irregolarità e non rispetta le sue responsabilità e i suoi doveri di amministratore.

In particolare, l’amministratore di condominio commette gravi irregolarità per cui si parla di cattiva condotta quando:

  • non comunica al condominio i propri dati o li comunica in modo impreciso o incompleto;  non apre o non usa il conto corrente intestato al condominio;
  • crea confusione tra il proprio patrimonio personale e quello del condominio o tra il patrimonio di una terza persona e quello del condominio;
  • non riscuote regolarmente le spese condominiali dovute da tutti i condomini
  • commette gravi irregolarità fiscali che interessano il condominio;
  • non mantiene la tenuta dei registri necessari all’amministrazione del condominio, da quello dell’anagrafe dei condomini, a quello dei verbali assembleari e quello della contabilità;
  • non consegna ai condomini atti o documenti del condominio se ne fanno richiesta;
  • non convoca l’assemblea per approvare il rendiconto annuale;
  • non dà esecuzione a un provvedimento del giudice;
  • non dà esecuzione a un provvedimento dell’autorità amministrativa;
  • non dà esecuzione a una delibera dell’assemblea.