Il valore legale della Pec è equivalente a una raccomandata con ricevuta di ritorno e di conseguenza è un mezzo di comunicazione ufficiale tra cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. Ma con la sua crescente diffusione sono aumentati anche i tentativi di frode informatica che sfruttano la sua apparente ufficialità. Riconoscere una Pec falsa è dunque diventata una competenza fondamentale per difendersi da truffe, furti di dati sensibili e attacchi informatici sempre più sofisticati:
Il primo allarme di Pec falsa, quando l'indirizzo del mittente tradisce
Il corpo del messaggio e gli allegati dell Pec, cosa guardare con attenzione
Come difendersi e cosa fare in caso di sospetto
L'elemento iniziale su cui focalizzare l'attenzione è l'indirizzo Pec del mittente. Una Pec legittima proviene sempre da un dominio certificato, riconoscibile e registrato negli elenchi ufficiali come l'Ini-Pec. Un mittente sospetto può celarsi dietro un indirizzo molto simile a quello originale, magari con l'aggiunta di un trattino, una lettera o un suffisso non conforme. È in questi dettagli apparentemente trascurabili che si nasconde spesso la truffa. Chi riceve una Pec ingannevole non si accorge immediatamente del pericolo perché l'indirizzo è costruito per sembrare autentico, ma basta un controllo incrociato sul sito dell'Indice nazionale delle Pec per verificarne l'effettiva appartenenza a un soggetto abilitato.
Un secondo indizio importante è il tono del messaggio. Le Pec fraudolente si distinguono per un lessico allarmistico, frasi minacciose o notifiche improvvise di debiti, multe, scadenze imminenti o procedimenti legali. Questi toni forzano l'utente a cliccare rapidamente su link o ad aprire allegati senza riflettere. Meglio prendersi il tempo di leggere con attenzione il contenuto e non farsi prendere dal panico. Le istituzioni non usano mai questi toni aggressivi, ma si attengono a formule standard e rispettose del cittadino.
Una Pec autentica è caratterizzata da una certa coerenza linguistica, da un tono formale e professionale, e soprattutto da una firma digitale verificabile. Quando mancano queste caratteristiche, è lecito sospettare una contraffazione. In molti casi, le Pec false contengono errori grammaticali, frasi sgrammaticate o traduzioni automatiche: un chiaro segnale che il mittente non è un ente ufficiale. Anche gli allegati meritano una particolare attenzione. Aprire file Zip, Pdf o Docx allegati a Pec sospette può attivare virus, trojan o ransomware. Anche se il file sembra legittimo, evitare di scaricarlo senza un controllo approfondito, soprattutto in assenza di firma digitale valida.
La presenza di link nascosti o camuffati è un altro campanello d'allarme. I truffatori inseriscono collegamenti a siti che imitano quelli ufficiali, magari modificando solo una lettera nel dominio. Prima di cliccare passare il mouse sopra il link per verificarne l'indirizzo reale e confrontarlo con quello ufficiale dell'ente citato nel messaggio. Se si hanno dubbi, è sempre preferibile accedere al sito in questione scrivendo manualmente l'indirizzo nel browser.
Per evitare di cadere in trappola, uno dei primi passi è imparare a verificare l'autenticità di una Pec. Può avvenire consultando registri ufficiali come l'Ini-Pec o chiamando l'ente da cui dovrebbe provenire la comunicazione. In caso di sospetto fondato non rispondere, non scaricare nulla e non cliccare su alcun link. Il messaggio andrebbe segnalato alla polizia postale e, in ambito aziendale, al proprio ufficio IT. Molte imprese oggi hanno protocolli per gestire tentativi di phishing, anche attraverso le Pec.
Un altro strumento per proteggersi è l'uso di antivirus aggiornati e di software per il controllo della posta elettronica, che spesso riescono a riconoscere e bloccare i messaggi fraudolenti prima che arrivino all'utente. Ed è utile abituarsi a conservare tutte le comunicazioni ufficiali e a confrontare eventuali messaggi nuovi con quelli già ricevuti da fonti certe.