I principali strumenti a disposizione del contribuente per salvare i propri beni se sono a rischio pignoramento sono le intestazioni fiduciarie, i vincoli di destinazione, il trust, le polizze assicurative e il fondo patrimoniale.
Cautelarsi è un dovere di ogni contribuente intenzionato a proteggere i propri beni. Dal rischio di pignoramento, innanzitutto, ma anche da possibili altre azioni da parte di creditori e banche.
A tale riguardo, occorre prestare molta attenzione alle tempistiche in quanto la questione della protezione del proprio patrimonio dal pignoramento potrebbe presentarsi improvvisamente senza che poi ci siano i tempi tecnici per sanare la situazione.
La prevenzione è quindi la migliore salvaguardia per proteggersi da eventuali rischi. Approfondiamo in questo articolo i dettagli della normativa ovvero:
Rischio pignoramento, come salvare i propri beni
Limiti al pignoramento dei beni del contribuenti
I principali strumenti a disposizione del contribuente per salvare i propri beni se sono a rischio pignoramento sono le intestazioni fiduciarie, i vincoli di destinazione, il trust, le polizze assicurative e il fondo patrimoniale. Ma attenzione, questa ultima opzione è riservata a beni immobili ovvero terreni e abitazioni, beni mobili registrati, come auto e barche, e titoli di credito fruttiferi. Non può accogliere somme di danaro o beni mobili.
Il trust permette invece di creare un patrimonio separato da quello di cui si è titolari e i beni inclusi al suo interno non possono essere aggrediti in sede di pignoramento. Viene costituito con atto pubblico dall'intestatario del patrimonio che cede la proprietà a un secondo soggetto a cui trasferisce la titolarità.
Tra le polizze assicurativa, una delle più popolari è la polizza vita che si declina in assicurazioni per il caso vita, assicurazione per il caso morte e assicurazioni miste.
Ci sono poi beni che non possono mai essere pignorati. Sono l'anello nuziale, i vestiti, la biancheria, i letti, i tavoli per la consumazione dei pasti con le relative sedie, gli armadi guardaroba, i cassettoni, il frigorifero, le stufe ed i fornelli di cucina, anche se a gas o elettrici, la lavatrice, gli utensili di casa e di cucina unitamente a un mobile idoneo a contenerli: sono esclusi in quanto indispensabili al debitore e alle persone della sua famiglia con lui conviventi.
Stessa cosa per le decorazioni al valore, le lettere, i registri e in generale gli scritti di famiglia, nonché i manoscritti, salvo che formino parte di una collezione.
E poi per gli alimenti e i materiali combustibili necessari per un mese al mantenimento del debitore e delle altre persone della sua famiglia con lui conviventi. Lo stesso concetto si applica per gli oggetti sacri che servono all'esercizio del culto e per le armi e gli oggetti che il debitore ha l'obbligo di conservare per l’adempimento di un pubblico servizio.
Sono quindi considerati beni relativamente non pignorabili gli strumenti, gli oggetti e i libri indispensabili per l'esercizio della professione, dell’arte o del mestiere del debitore. E poi gli oggetti che il proprietario di un fondo tiene presso lo stesso per il servizio e la coltivazione del medesimo.
Al di là dell'ammontare del debito con il fisco, ci sono alcuni casi particolari che vale la pena esaminare. La casa del contribuente in difetto non può essere pignorata se è l'unico immobile di proprietà del debitore, se è la casa di residenza ed è accatastata come immobile non di lusso.
Se il valore complessivo dei beni immobili del debitore è inferiore a 120.000 euro, gli immobili non possono essere pignorati.
Se il debito erariale è superiore a 120.000 euro, l'agente di riscossione può pignorare la casa di proprietà del debitore ovvero prima di farlo deve dare un preavviso di almeno 30 giorni, poi deve iscrivere una ipoteca sull'immobile e poter eseguire il pignoramento dopo che siano trascorsi almeno 6 mesi.
Se il debito con il fisco ha un importo inferiore a 20.000 euro, l’agente di riscossione non può iscrivere l’ipoteca sui beni immobili in alcun caso. Se il debito con il fisco è inferiore a 120.000 euro, la casa non può essere pignorata.