Affinché i genitori possano scaricare dalle tasse i costi sostenuti per pagare le ripetizioni ai figli è innanzitutto indispensabile che ci sia una prova documentale delle spese. Una ricevuta o una fattura, ad esempio. Dopodiché l'appuntamento è con la dichiarazione dei redditi nella voce spese straordinarie.
Quando si parla di spese scolastiche c'è una voce che passa spesso inosservata, ma che in realtà può incidere, e anche in maniera piuttosto rilevante, sul budget familiare. Ci riferiamo a quelle relative alle lezioni private, più semplicemente definite le ripetizione. Il ventaglio delle possibilità è realmente ampio.
Da una parte ci sono infatti quei ragazzi che necessità di poche e mirate lezioni su una materia specifica, magari per rafforzare alcuni concetti e quindi per acquisire maggiore sicurezza. Dall'altra c'è chi invece preferisce essere accompagnato in maniera continuativa per tutto l'anno, anche su più di una materia.
Il punto che vogliamo adesso capire è anche un altro ovvero se c'è la possibilità da parte dei genitori di scaricare dalle tasse le spese effettuate. Analizziamo quindi con maggiore attenzione:
Ripetizioni pagate ai figli come scaricare dalle tasse nel 2022
Quali spese per l'istruzione si possono scaricare o meno dalle tasse
C'è chi ha provato a stimare il giro d'affari del mercato delle ripetizioni scolastiche ai figli e i risultati che sono emersi sono stati piuttosto sorprendenti. La ragione è molto semplice: è praticamente impossibile effettuare un calcolo preciso per la semplice ragione che siamo davanti a uno dei casi più eclatanti di economia sommersa.
Tanto per intenderci, la maggior parte degli insegnanti che offrono lezioni private - qualunque sia la materia e indipendente dal grado di frequentazione degli studenti - rilasciano una ricevuta o una fattura per la prestazione effettuata?
La percentuale è molto bassa ed è realmente complicato arrivare a una conclusione che si avvicina alla realtà. Per essere chiari, sulle cifre incassate gli insegnanti non versano all'erario quanto spetterebbe e di conseguenza siamo davanti a un vero e proprio guadagno in nero.
Eppure, affinché i genitori possano scaricare dalle tasse i costi sostenuti per pagare le ripetizioni ai figli è innanzitutto indispensabile che ci sia una prova documentale delle spese. Una ricevuta o una fattura, ad esempio.
Dopodiché l'appuntamento è con la dichiarazione dei redditi nella voce spese straordinarie. Ancora più nello specifico, le spese di istruzione devono essere indicate nel quadro E del modello 730 ovvero nei righi che vanno da E8 a E12.
Il codice da utilizzare è 12 nel caso di detrazione delle spese legate alla frequenza scolastica. In caso contrario è il 13 per le spese legate alla frequenza universitaria. Il tutto senza dimenticare che vanno indicate nei righi anche le spese di istruzione indicate nella Sezione Oneri detraibili della Certificazione Unica. In ogni caso la detrazione fiscale è pari al 19% per spese scolastiche legate alla frequenza è consentita nel limite di 786 euro annue per alunno o studente.
Tra le spese nell'ambito scolastico che possono essere portate in detrazione in quanto legate alla frequenza scolastica rientrano le tasse a titolo di iscrizione e di frequenza scolastica, i contributi obbligatori e i contributi volontari e le erogazioni liberali deliberati dagli istituti scolastici.
La detrazione spetta in relazione alle spese per la frequenza di scuole materne, scuole elementari, scuole medie e scuole superiori sia statali sia paritarie private e gestite da enti locali.
Ma non tutte le spese nell'ambito dell'istruzione scolastica possono essere portare in detrazione. Restano infatti alla porta si quelle relative al servizio di trasporto scolastico e sia quelle per l'acquisto di materiale di cancelleria e di testi scolastici per la scuola secondaria di primo e secondo grado.