Come scrivere una lettera di dimissioni: la guida completa

Scrivere una lettera di dimissioni volontarie non è mai un passo semplice da fare. Non tanto per motivi tecnici, ma perchè, oggi, rinunciare a un'occupazione non risulta essere mai cosa facile

Autore: Luigi Mannini
pubblicato il
Come scrivere una lettera di dimissioni:

Cos’è una lettera di dimissioni?

La lettera di dimissioni è un documento in forma scritta che un dipendente in procinto di lasciare volontariamente il posto di lavoro deve consegnare, a mano o attraverso raccomandata, secondo le modalità stabilite dal CCNL, al proprio datore di lavoro.

Di questi tempi, quando il lavoro per molti, anche giovani, è diventato una chimera avere un contratto di lavoro rappresenta un traguardo irraggiungibile. C’è addirittura chi ha parlato della necessità di lavorare gratis per scardinare le incrostazioni di un mondo che vive accartocciato su sé stesso senza offrire alcun tipo di alternativa a chi vi si vorrebbe affacciare. Figuriamoci poi come potrebbe essere considerato un lavoratore che, per i motivi più disparati, decide di scrivere una lettera di dimissioni per rinunciare volontariamente a quella condizione che in molti giudicano privilegiata. Ma tant’è.

La vita non è mai un percorso regolare e spesso mette di fronte a scelte che non erano minimamente contemplate fino a poco tempo prima. E se c’è bisogno di essere flessibili per far parte dei ‘fortunati’ che contribuiscono alla formazione del Pil nazionale, è necessario saperlo essere anche quando bisogna inventarsi nuove strategie a causa di eventi improvvisi che cambiano le esigenze. Problemi familiari, improvvise malattie o, nel migliore dei casi, la manna di un nuovo lavoro con migliori condizioni rappresentano i motivi principali a causa dei quali un dipendente sceglie di scrivere una lettera di dimissioni. Ecco una guida completa semplice e coincisa che potrebbe essere utile nel caso vi trovaste in una di queste condizioni.

Lettera di dimissioni, come scriverla

Il lavoratore che intende volontariamente lasciare il posto di lavoro per qualsivoglia causa è tenuto a presentare una lettera di dimissioni in forma scritta al datore di lavoro, vuoi tramite una lettera consegnata a mano, vuoi anche con una raccomandata con ricevuta di ritorno. Con l’approvazione del Jobs Act comunque questa pratica può essere ormai archiviata a favore della comunicazione online. Ma può essere comunque utilizzata ugualmente. I contratti collettivi fissano le regole su come scriverla e i tempi del preavviso, che è bene tenere in debita considerazione, al fine di non incorrere in sanzioni da parte dell’azienda. La prima condizione che dovrete fare attenzione a seguire è quella dell’impostazione. La lettera deve contenere tutti gli elementi necessari per la sua validità. Se non si ritiene di essere nelle condizioni di scrivere una buona lettera, si può sempre chiedere l’aiuto di un amico o, addirittura, di un professionista, anche se non sembra il caso di ricorrere a tanto.

Quale tono nella lettera di dimissioni

Ovviamente è importante decidere anche quale tono utilizzare nella lettera di dimissioni. Oltre ad indicare le motivazioni per le quali intende lasciare l’azienda, infatti il lavoratore farebbe bene ad evitare polemiche. A maggiore ragione, se si ha un buon rapporto con il proprio datore, il tono potrebbe essere anche gentile, magari inserendo nella missiva espressioni del tipo “grazie per l’opportunità offertami” e simili. In ogni caso, il tono deve essere cortese e formale. Mai recriminare, mai utilizzare la lettera di dimissioni per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, perché non è quella la sede opportuna per affrontare il problema.

Per evitare che la lettera venga considerata non valida bisogna mettere nero su bianco i propri dati, nome, cognome e indirizzo, i riferimenti al datore di lavoro, l’intenzione di lasciare volontariamente il posto di lavoro, la data dalla quale si intende fare decorrere le dimissioni, la data di ultima presenza in azienda, la data di spedizione o di consegna a mano della lettera, la firma del lavoratore e lo spazio riservato alla firma del datore di lavoro per l’accettazione delle dimissioni.

Preavviso per la lettera di dimissioni

Poiché il preavviso per l’invio della lettera di dimissioni è previsto sia dalle norme legislative, sia dai CCNL, il mancato rispetto implica un’inadempienza contrattuale, che in quanto tale potrà essere sanzionata dal datore di lavoro, se lo vorrà, per un importo pari alla retribuzione giornaliera spettante al lavoratore per i giorni di mancato preavviso. Pertanto, al fine di evitare la contestazione, si dovrebbe avere almeno il buon senso di impostare una lettera quanto più educata possibile, in modo da non indispettire ulteriormente il datore di lavoro e magari fargli chiudere un occhio sulla nostra inadempienza.

Nessun problema, invece, se il mancato preavviso sia la conseguenza di comportamenti o omissioni del datore di lavoro, tali da avere reso non più procrastinabile il rapporto di lavoro, all’interno della casistica prevista dalle norme, così come se sono rassegnate durante il periodo di prova, al termine di un contratto a tempo determinato o con il consenso espresso dello stesso datore di lavoro.

Lettera di dimissioni nuove regole dopo il Jobs Act

Non c’è più bisogno, a meno di un volere specifico del datore di lavoro, di scrivere una lettera di dimissioni. Questo perché, in seguito all’entrata in vigore delle nuove regole del Jobs Act, le dimissioni volontarie devono essere notificate al datore di lavoro esclusivamente in modalità telematica tramite un apposito modulo compilabile autonomamente online attraverso il portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Per tutte le informazioni: dimissionitelematiche.com