Generalmente, quando si parla di eredità di gioielli, oro o altri beni che hanno un valore affettivo di mamma o di papà, la divisione avviene tra fratelli, sorelle e altri parenti secondo accordi tra gli stessi. Solo nel caso in cui non ci fosse accordo in merito, considerando l’intera eredità, la legge ammette la possibilità di rivolgersi al giudice di competenza per la controversia.
Come si dividono nell'eredità gioielli, oro o oggetti con valore affettivo di mamma o papà? La divisione dell’eredità alla morte di una persona è regolata da leggi specifiche che prevedono una equa ripartizione di beni e patrimoni del defunto tra i suoi eredi legittimi a seconda del grado di parentela e legame tra persona presunta e superstite. A creare dubbi e domande è l’eredità di gioielli o altri beni che hanno soprattutto un valore affettivo.
Stando a quanto previsto dalle leggi 2022 in vigore, non esiste un particolare sistema né una regola specifica per la divisione dell’eredità di gioielli, oro o oggetti con valore affettivo di un genitore. Si tratta, infatti, di beni che rientrano nella intera eredità che deve essere divisa tra tutti gli eredi secondo le cosiddette quote di legittima.
Le quote legittime da rispettare per la successione di una eredità tra tutti gli eredi legittimi, che devono essere rispettate in ogni caso e sempre, sono le seguenti:
Generalmente, quando si parla di eredità di gioielli, oro o altri beni che hanno un valore affettivo di mamma o di papà, la divisione avviene tra fratelli, sorelle e altri parenti secondo accordi tra gli stessi. Solo nel caso in cui non ci fosse accordo in merito, considerando l’intera successione dell'eredità, la legge ammette la possibilità di rivolgersi al giudice di competenza per la controversia.
La divisione ereditaria avviene, infatti, di solito tramite atto notarile e quando c'è l'accordo tra tutti gli eredi si parla di contratto di divisione. Se, invece, non c'è l'accordo tra gli eredi, si chiede la divisione ereditaria al Tribunale, e in tal caso si parla di divisione giudiziale.
Caso particolare è quello rappresentato dalla fede nuziale: per capire a chi spetta la fede nuziale alla morte di mamma e papà, è stata emessa apposita sentenza dal Tribunale di Torino. Stando a quanto sostenuto dai giudici piemontesi, la fede rientra nell’asse ereditario, deve quindi essere ripartito tra gli eredi e non spetta di diritto all’altro coniuge superstite.
Secondo i giudici, essendo i testimoni ad acquistare generalmente gli anelli e a regalarli agli sposi per le nozze, la fede nuziale rientra nell'eredità degli sposi che la ricevono, tanto che si può decidere di disporne il passaggio, anche in costanza di matrimonio, a persone diverse dall’altro coniuge, così come di venderla in un momento di difficoltà economica.
La fede nunzia, dunque, dopo la morte di chi mamma o papà che la portano, rientra nell’asse ereditario del defunto e non spetta di diritto al coniuge superstite.