I nuovi modi con cui si riceve cartella esattoriale o notifica da Comuni, Agenzia Entrate o Stato

La novità di questo 2022 è la creazione della piattaforma digitale con cui la pubblica amministrazione trasmette e in modalità telematica cartelle, multe e avvisi di pagamento.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
I nuovi modi con cui si riceve cartella

Cartella esattoriale o notifica, come si ricevono?

L'Agenzia delle entrate invia le cartelle esattoriali con raccomandata andata e ritorno, a mano attraverso un ufficiale addetto alla consegna o via Pec. La notifica può essere eseguita anche mediante invio di raccomandata con avviso di ricevimento e con Posta elettronica certificata.

Con la cartella di pagamento, l'Agenzia delle entrate richiede il pagamento delle somme risultate a debito del contribuente. La invia in seguito dell'attività di controllo dell’ente creditore, come la stessa Agenzia delle entrate oppure l'Inps o i Comuni.

La cartella di pagamento è emessa per gli atti derivanti dall'ordinaria attività di liquidazione e di controllo di imposte e tasse. Il documento contiene la descrizione delle somme dovute, l'intimazione a mettersi in regola entro 60 giorni dalla notifica e tutte le informazioni sulle modalità di pagamento, anche rateale, e sulle modalità per richiedere il riesame, la sospensione o l'annullamento del debito rivolgendosi all'ente creditore o presentando ricorso al giudice.

  • Cartella esattoriale o notifica, come si ricevono

  • Cosa può fare contribuente secondo leggi 2022

Cartella esattoriale o notifica, come si ricevono

L'Agenzia delle entrate invia le cartelle esattoriali con raccomandata andata e ritorno, a mano attraverso un ufficiale addetto alla consegna o via Pec. La notifica può essere eseguita anche mediante invio di raccomandata con avviso di ricevimento e con Posta elettronica certificata.

La novità di questo 2022 è la creazione della piattaforma digitale con cui la pubblica amministrazione trasmette e in modalità telematica cartelle, multe e avvisi di pagamento. Il principale beneficio è di carattere economico, sia per la pubblica amministrazione e sia per i contribuenti.

In termini strettamente economici, la notifica avrà un costo di 2 euro, che sale a 3,40 euro per chi non ha una casella di Posta elettronica certificata o una casella certificata per la consegna digitale e preferisce ancora il sistema cartaceo di notifica. E ancora: dei 2 euro, 1 è a carico di chi spedisce la cartella e l'altro di chi gestisce la piattaforma digitale. L'extra aggiuntivo di 1,40 euro viene applicato solamente se l'invio viene effettuato in modalità tradizionale e dunque cartacea.

Le nuove disposizioni prevedono quindi la ripetibilità delle spese a carico del destinatario anche per le notifiche digitali per gli avvisi, le cartelle, le intimazioni di pagamento da parte dell'amministrazione finanziaria e dell'agente della riscossione.

Il destinatario può quindi mettere a proprio carico le somme spettanti al gestore della piattaforma che si occupa dell'intero servizio di notifica; quelle spettanti a chi fornisce il servizio universale se la notifica della copia avviene in forma cartacea; i costi degli avvisi cartacei.

Cosa può fare contribuente secondo leggi 2022

Resta valido il principio di base che se il contribuente ritiene infondato l'addebito delle somme indicate nella cartella, può proporre opposizione chiedendone l'annullamento totale o parziale. Se l'ufficio dell'Agenzia delle entrate riscontra l'illegittimità, è tenuto ad annullarlo in base alle norme sull'autotutela.

Se il contribuente ha già pagato deve poi essere rimborsato. Oltre all'istanza di autotutela, il contribuente può impugnare la cartella per chiederne l'annullamento totale o parziale vero e proprio alla Commissione tributaria o all'ufficio che ha emesso il ruolo. Il debitore che impugna una cartella deve ricorrere contro l'ente impositore, come l'ufficio dell'Agenzia delle entrate per i tributi erariali, se contesta la legittimità della pretesa contro l'agente della riscossione se contesta vizi dell'attività

Dal punto di vista procedurale, quando una cartella di pagamento viene dichiarata illegittima da una Commissione tributaria, il contribuente ha diritto a ottenere lo sgravio dall'ente entro 90 giorni dalla notifica della decisione. A quel punto viene fissato il rimborso delle eventuali somme che il contribuente ha versato prima della decisione. Viene erogato presso l'agente della riscossione.

Se l'ufficio competente non dispone in modo tempestivo lo sgravio, le norme del contenzioso tributario consentono al contribuente di ricorrere al giudizio di ottemperanza per ottenere l'esecuzione della decisione della Commissione tributaria.