Punto in comune tra tra dipendenti e liberi professionisti con partita Iva ordinaria sono gli scaglioni di reddito applicati che sono gli stessi. L'accesso al regime forfettario delle partite Iva comporta una serie di sconti fiscali per i lavoratori autonomi.
Se c'è una costante per tutti i lavoratori, sia nel caso i cui svolgano la propria attività da liberi professionisti con partita Iva e sia da dipendenti, sono le tasse da pagare. Sebbene il principio di fondo che le regola è comune ovvero quello della progressività e dunque dell'importo legato a ricavi, guadagni e stipendio, le differenze tra la varie posizioni lavorative sono evidenti e numerose.
Non solo, ma anche all'interno della categoria dei lavoratori autonomi con partita Iva è indispensabile precisare l'esistenza di un doppio regime tra ordinario e forfettario. Vediamo quindi cosa cambia e cosa emerge dal confronto fiscale tra queste differenti posizioni. Esaminiamo con maggiore precisione alcuni aspetti:
Punto in comune tra dipendenti e liberi professionisti con partita Iva ordinaria sono proprio gli scaglioni di reddito applicati che sono gli stessi.
Come vedremo, ben diversa è la situazione nel caso della partita Iva con regime forfettario. Il quadro degli scaglioni è il seguente:
Tuttavia i liberi professionisti con partita Iva ordinaria devono aggiungere altre voci come l'Irap (Imposta regionale sulle attività produttive), i contributi previdenziali, l'iscrizione alla Camera di commercio, l'Inail e le addizionali regionali e comunali.
In tale ambito, le detrazioni sono composte prevalentemente per redditi da lavoro dipendente e pensione, da carichi di famiglia, oneri detraibili al 19%, spese per recupero edilizio e spese per il risparmio energetico.
I dipendenti non devono effettuare alcun versamento di imposte in quanto il prelievo avviene direttamente alla fonte da parte del sostituto d'imposta. Diverso è il caso dei lavoratori autonomi che devono invece effettuare i calcoli e procedere successivamente con il pagamento delle tasse con il modello F24 e nelle scadenze previste.
L'accesso al regime forfettario delle partite Iva comporta una serie di sconti fiscali per i liberi professionisti. Innanzitutto la determinazione agevolata del reddito imponibile mediante l'applicazione, ai ricavi conseguiti o compensi percepiti, di un coefficiente di redditività stabilito ex lege, con deduzione dei contributi previdenziali obbligatori, compresi quelli corrisposti per conto dei collaboratori dell’impresa familiare fiscalmente a carico.
Quindi l'applicazione al reddito imponibile di un'unica imposta, nella misura del 15%, sostitutiva di quelle ordinariamente previste ovvero le imposte sui redditi, addizionali regionale e comunale e l'Irap. Senza dimenticare che è comunque in vigore l'imposta sostitutiva al 5% per i primi 5 anni di attività in presenza dei requisiti di legge. Condizione fondamentale per aderire al regime agevolato delle partite Iva è il mancato superamento del tetto di ricavi o compensi di 65.000 euro nell'anno di imposta.
La condizione di favore viene bilanciata anche da altre limitazioni, come l'impossibilità di detrarre le spese per l'esercizio della propria attività, a differenza di quanto accade con le partite Iva con regime ordinario.
Punto in comune tra dipendenti e liberi professionisti con partita Iva ordinaria sono gli scaglioni di reddito.