Stando a quanto previsto dalle leggi 2022, il congedo di maternità incide sulla pensione finale, per anni e contributi figurativi riconosciuti, in maniera diversa a seconda del tipo di rapporto di lavoro della lavoratrice, settore di impiego, stipendio percepito, ecc, ma, in generale, l'accredito dei contributi figurativi non abbassa l'importo del trattamento pensionistico.
Durante il congedo di maternità, periodo riconosciuto dalla legge di astensione obbligatoria dal lavoro per le donne lavoratrici in attesa di figli, viene riconosciuta alla lavoratrice una indennità economica pari all’80% per tutto il periodo della maternità obbligatoria direttamente dal datore di lavoro per conto dell’Inps.
Il periodo di congedo di maternità è coperto da contributi figurativi che sono utili ai fini pensionistici, sia per maturare il diritto alla pensione e sia per il calcolo della pensione finale Vediamo di seguito come incide il congedo maternità su anni, contributi e importo per andare in pensione.
Il congedo di maternità incide su anni, contributi e importo della pensione finale in maniera differente rispetto ai singoli casi. Si tratta di un periodo in cui vengono comunque riconosciuti alle donne lavoratrici i contributi previdenziali utili ai fini pensionistici sia per la maturazione della pensione finale e sia per il calcolo della pensione finale.
I contributi utili ai fini pensionistici che vengono riconosciuti durante il congedo di maternità sono i contributi figurativi versati alla lavoratrice dall’Inps senza alcun onere a carico della lavoratrice. Per il versamento dei contributi figurativi per maternità deve essere presentata apposita domanda all’Istituto di Previdenza da parte della lavoratrice e, una volta presenta la domanda, l’Inps accredita alla lavoratrice i dovuti contributi figurativi che concorrono ai fii del raggiungimento e del calcolo della pensione finale.
Il congedo di maternità incide sulla pensione finale, per anni e contributi figurativi riconosciuti, in maniera diversa a seconda del tipo di rapporto di lavoro della lavoratrice, settore di impiego, stipendio percepito, ecc, ma, in generale, l'accredito dei contributi figurativi non abbassa l'importo del trattamento pensionistico.
Non solo il riconoscimento dei contributi figurativi copre, contributivamente parlando, il periodo di astensione dal lavoro senza lasciare buchi contributivi nella carriera lavorativa di un anno, pur essendo di importo inferiore ai contributi normalmente riconosciuti durante la regolare attività lavorativa, ma è possibile aumentare l’importo di pensione riscattando il periodo di congedo matrimoniale.
Il periodo del congedo di maternità obbligatoria della durata di 5 mesi complessivi vale, infatti, sia per le donne che hanno rapporti di lavoro in corso al momento della maternità e sia per le donne fuori dal rapporto di lavoro durante la maternità.
Spetta proprio a queste ultime categorie di donne la possibilità di riscattare la maternità ai fini pensionistici. Si tratta, però, di una soluzione onerosa e per cui bisogna presentare apposita domanda all’Inps. Il riscatto del congedo di maternità fuori dal rapporto di lavoro ai fini del calcolo di ulteriori anni di contributi pensionistici come calcolo dei contributi vale per tutte le lavoratrici dipendenti, sia del settore privato e sia del settore pubblico ma non per lavoratrici autonome e libere professioniste.