Nei conti dormienti rientrano tutte quelle somme di “quattrini” depositati sui diversi conti tra quali: “conti correnti bancari o postali, libretti di risparmio ecc.”, aventi un importo maggiore di cento euro. È importante sapere che si definiscono conti dormienti, tutti i conti che non vengono movimentati per oltre 10 anni, per cause diverse come ad esempio: per dimenticanza oppure per morte dell’intestatario del conto, anche in presenza degli eredi. I quali possono non sapere dell’esistenza dei "soldi conservati". Ecco perché, tali conti se non "risvegliati", finiscono in un fondo istituito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Capire oggi cosa sono i conti dormienti, ci porta alla consapevolezza che esiste tanta gente ignora di essere erede legittima di una somma di denaro, che per quanto piccola possa essere, nella realtà odierna, può rappresentare quel pasto in più. Un vero “malloppo” alla mercé dello Stato, che secondo quanto disposto dal Decreto del Presidente della Repubblica (D.P.R.) n. 116 del 22 giugno 2007, se non reclamato, finisce a incrementare le casse pubbliche. Rammentiamo che si tratta di: “polizze assicurative, libretti di risparmio, conti correnti fermi, nonché assegni ecc.”
Un bel gruzzoletto, che si tende a far passare “inosservato”. In effetti, la sua “dimenticanza” rappresenta un vantaggio per le casse dello Stato, parliamo di cifre che si aggirano intorno ai 2 miliardi di euro. Ecco, perché la banca non è autorizzata a cercare gli eredi dei conti dormienti, ma resta in attesa che qualche soggetto “avente diritto” li reclami. Tutti i conti fermi che non subiscono alcuna movimentazione per oltre 10 anni, se non vengono “reclamati” da un erede legittimo, finiscono nel fondo predisposto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, nato per risarcire le vittime di bancarotta finanziaria.
Per capire bene di cosa parliamo, vi mostriamo un breve, ma conciso resoconto derivato dai dati del Rendiconto generale dello Stato, prendendo in considerazione gli ultimi 4 anni, quali:
anno di ferimento somme a titolo di conti dormienti
Tutte somme che dovevano finite nel fondo creato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze allo scopo di sollevare le sorti dei risparmiatori vittime delle tante frodi finanziarie, ma che all’occorrenza sono state girate dai vari Governi a copertura di altri “fondi”.
Per quale motivo i conti dormienti non vengono riscattati? Può accadere che l’intestatario del conto per problemi di salute non rammenti di essere il legittimo proprietario del conto stesso, oppure, è deceduto. Gli eredi non sempre sono a conoscenza della presenza di un conto corrente. Può capitare che i familiari non sappiano dell’esistenza dei "risparmi di una vita" presenti su un conto corrente.
La normativa non impone alle banche o alle poste ecc., di avviare una indagine per individuare gli eredi del conto corrente, per metterli a conoscenza dell’eventuale eredità. Essa prevede solo l’invio di una semplice comunicazione, da trasmettere come raccomandata, inviata all’ultimo indirizzo utile lasciato dal titolare del conto corrente. Nella lettera vi è indicato la presenza del conto, il totale delle somme depositate, infine la prassi di come procedere per recuperarle prima che sia troppo tardi. Infatti, entro 180 giorni dalla comunicazione senza alcun reclamo i soldi finiscono nel fondo innanzi descritto.
Può capitare che la banca non sia a conoscenza della fascia di eredi legittimi. Ne è previsto dalla legge che la banca avvii delle indagini per individuare i possibili eredi e porli nella conoscenza del piccolo o grande “gruzzoletto ammassato e dimenticato”.
Come recuperare questi soldi prima di perderli (forse) per sempre? L’unica possibilità che viene data agli eredi è quella d'individuare la banca dove è presente il conto. È possibile fare delle indagini proprie, volte alla ricerca del "tesoretto nascosto" avvalendosi anche della consultazione degli elenchi che le banche detengono sotto la voce “rapporti dormienti”. Altra ipotesi è quella di spulciare uno a uno tutti i documenti bancari per capire se è presente una forma di liquidità nascosta da qualche parte. Fatto questo, individuato il conto è possibile fare richiesta reclamando di diritto l’ammontare delle somme presenti sul conto alla Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici (Consop) entro 10 anni.