Contratti a termine 2022 se rinnovati più volte con cambio inquadramento scatta accertamento Ispettorato del lavoro

La durata dei rapporti di lavoro a tempo determinato tra datore e lavoratore, per effetto di una successione di contratti, non può superare i 24 mesi.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
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Cambio inquadramento nel caso di rinnovo ripetuto contratti a termine, come funziona l'accertamento?

I controlli sono previsti in caso di dubbi legati alla diversità di inquadramento del lavoratore assunto a termine. A effettuare le verifiche è la sede territorialmente competente.

Arrivano importanti chiarimenti sul rinnovo di un contratto a tempo determinato. A fornirli è l'Ispettorato nazionale del lavoro che ha prestato l'attenzione sul rinnovo richiesto da datori di lavoro che svolgono attività di insegnamento, di ricerca scientifica o tecnologica, di trasferimento di know-how, di supporto all'innovazione, di assistenza tecnica o di coordinamento e direzione. Si tratta della cosiddetta procedura di deroga assistita, rispetto a cui.

L'Inl si è soffermata su un punto ben preciso ovvero se i contratti a termine stipulati con lo stesso datore di lavoro riguardano diversi inquadramenti gli stessi non vanno sommati. Approfondiamo allora i contenuti della nota del 2022 dell'Ispettorato nazionale del lavoro e dunque:

  • Cambio inquadramento con rinnovo contratti a termine, come funziona l'accertamento
  • Norme in vigore sui contratti a termine e di cambio inquadramento

Cambio inquadramento con rinnovo contratti a termine, come funziona l'accertamento

L'Ispettorato nazionale del lavoro si è soffermato su punto in particolare: nel caso di contratti a termine rinnovati più volte con cambio inquadramento scatta l'accertamento. Più esattamente, i controlli sono previsti in caso di dubbi legati alla diversità di inquadramento del lavoratore assunto a termine.

A effettuare le verifiche è la sede territorialmente competente. L'obiettivo è controllare se la sottoscrizione di ripetuti contratti a termine tra il lavoratore e il datore sia conforme a quanto previsto dalla legge.

A tal proposito, nel caso in cui il dipendente sottoscrive più contratti a termine con lo stesso datore di lavoro caratterizzati da diversi inquadramenti, il calcolo della durata massima non si determina dalla somma della durata dei singoli contratti. Ma solo da quelli esistenti legati dal medesimo inquadramento.

Norme in vigore sui contratti a termine e di cambio inquadramento

Secondo le norme in vigore sui contratti a termine e sul cambio di inquadramento, al netto delle diverse disposizioni dei contratti collettivi e con l'eccezione delle attività stagionali, la durata dei rapporti di lavoro a tempo determinato intercorsi tra lo stesso datore di lavoro e lo stesso lavoratore, per effetto di una successione di contratti, conclusi per lo svolgimento di mansioni di pari livello e categoria legale e indipendentemente dai periodi di interruzione tra un contratto e l'altro, non può superare i 24 mesi.

Per il conteggio di tale periodo si tiene conto dei periodi di missione aventi ad oggetto mansioni di pari livello e categoria legale, svolti tra i medesimi soggetti, nell'ambito di somministrazioni di lavoro a tempo determinato. Se il limite dei 24 mesi viene superato, per effetto di un unico contratto o di una successione di contratti, il contratto si trasforma in contratto a tempo indeterminato dalla data di tale superamento.

E ancora: un ulteriore contratto a tempo determinato fra gli stessi soggetti, della durata massima di 12 mesi, può essere stipulato presso la direzione territoriale del lavoro competente per territorio. In caso di mancato rispetto della norma o di superamento del termine stabilito nel contratto, è prevista la trasformazione a tempo indeterminato dalla data della stipulazione.

Dopodiché con l'eccezione dei rapporti di lavoro di durata fino a 12 giorni, l'apposizione del termine al contratto è priva di effetto se non risulta da atto scritto, una copia del quale deve essere consegnata dal datore di lavoro al lavoratore entro 5 giorni lavorativi dall'inizio della prestazione. L'atto scritto contiene, in caso di rinnovo, la specificazione delle esigenze in base alle quali è stipulato. In caso di proroga dello rapporto, l'indicazione è necessaria solo quando il termine complessivo eccede i 12 mesi.

Infine, il datore è chiamato a informare i lavoratori a tempo determinato, le rappresentanze sindacali aziendali e la rappresentanza sindacale unitaria, sui posti vacanti che si rendono disponibili nell'impresa, secondo le modalità definite dai contratti collettivi.