L'elenco dei professionisti riconosciuti in Italia è molto lungo e comprende anche Commercialisti, Farmacisti, Infermieri, Periti Industriali, Avvocati, Veterinari, Giornalisti, Ragionieri e periti commerciali. Così come Consulenti del Lavoro, Geometri, Medici liberi professionisti, Chimici, geologi, agronomi, Notariato, Psicologi, Ingegneri e Architetti liberi professionisti, Biologi.
Per tutti loro il governo ha previsto una serie di aiuti per rimediare alle perdite economiche derivate dalla diffusione del coronavirus. Pensiamo ad esempio ai prestiti garantiti dallo Stato fino a un massimo di 25.000 euro con pagamento per 24 mesi dei soli interessi e restituzione della somma ricevuta in 6 anni.
Adesso vogliamo però capire se anche del nuovo aiuto introdotto ovvero i prestiti a fondo perduto, possono fruirne i professionisti. Si tratta di una facilitazione che ha molti motivi per essere considerata interessante perché prevede tre fasce differenti di aiuto, parametrate sulla base delle perdite.
In sintesi è pari al 20% delle perdite fino a 400.000 euro di fatturato, 15% fino a 1 milione di euro e 10% fino a 5 milioni di euro. Oltre questa soglia non è invece possibile accedere ai prestiti a fondo perduto. Analizziamo quindi la normativa e vediamo
Ai contributi a fondo perduto possono accedere anche coloro che esercitano lavoro autonomo e sono titolari di partita Iva. Lo ha stabilito il governo con il decreto Rilancio con l'obiettivo di supprtare coloro che sono stati colpiti dalle conseguenze della diffusione del coronavirus.
L'aiuto non viene riconosciuto ai professionisti che hanno cessato l'attività prima del 31 marzo 2020. Non si tratta del solo requisito richiesto per accedere a questa agevolazione poiché il fatturato del mese di aprile 2020 deve essere inferiore a due terzi di quello registrato lo stesso mese di un anno fa.
Dal punto di vista procedurale, si fa riferimento alla data di effettuazione dell'operazione di cessione di beni o di prestazione dei servizi.
Fanno eccezione coloro che hanno iniziato l'attività dal primo gennaio 2019 e i professionisti con domicilio fiscale o sede operativa in una di quelle zone del Paese colpite dal coronavirus con stato di emergenza in atto alla data di dichiarazione dell'emergenza coronavirus.
La cifra del contributo a fondo perduto da poter richiedere non è la stessa per tutti i professionisti. Il decreto Rilancio prevede l'applicazione di una percentuale alla differenza tra l'ammontare tra i mesi di aprile di questo e dello scorso anno.
Più precisamente è del 20% per i professionisti con ricavi fino a 400.000 euro, del 15% per ricavi maggiori di 400.000 euro e fino a 1 milione di euro, 10% per ricavi maggiori di 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro nel periodo d'imposta precedente a quello in corso alla data del 20 maggio 2020 ovvero il giorno dell'entrata in vigore del decreto Rilancio.