L'attività di controllo della Guardia di finanza sulle vendite su eBay va ricondotta alla volontà di scoprire forme di evasione fiscale. L'attenzione è sui venditori professionali e non su quelli occasionali perché i primi devono organizzare e curare la contabilità ovvero dichiarare i redditi all'Agenzia delle entrate ai fine del calcolo e del pagamento delle tasse.
La Guardia di finanza può effettuare controlli sulle vendite su eBay nel biennio 2022 in base ai poteri di cui dispone?
La risposta è affermativa, ma non accade (e né potrebbe esserlo) per ogni transazione. Indipendentemente dall'importo del pagamento, gli uomini delle Fiamme gialle mettono infatti in moto la macchina delle verifiche alla ricerca di forme di evasione fiscale.
Proprio questa è la ragione che fa scattare i controlli. A essere interessati dall'azione dei militare della finanza e degli uomini dell'Agenzia delle entrate sono tutti coloro che effettuano attività di vendita su una delle principali piattaforme online. Vediamo quindi nel dettaglio
L'attività di controllo della Guardia di finanza sulle vendite su eBay va ricondotta alla volontà di scoprire forme di evasione fiscale. Com'è noto, il funzionamento di questa piattaforma si basa sull'aggiudicazione di un prodotto messo in vendita o all'asta e sul successivo pagamento, quasi sempre via PayPal.
Tutte le transazione di denaro sono tracciate e di conseguenza l'Agenzia delle entrate è in grado di ricostruire tutti i movimenti. Può comunque chiedere spiegazioni al venditore con quest'ultimo che deve farsi trovare in regola per evitare problemi di natura fiscale. Quando scattano allora i controlli?
Tutte le volte che viene effettuata una vendita su eBay? Non proprio perché l'attenzione è sui venditori professionali e non su quelli occasionali perché i primi devono organizzare e curare la contabilità ovvero dichiarare i redditi all'Agenzia delle entrate ai fine del calcolo e del pagamento delle tasse.
In caso contrario può subire un accertamento fiscale. E come vedremo meglio nel paragrafo successivo, non importa se il venditore abbia incassato o meno i proventi della vendita al momento dei controlli.
Diverso è invece il caso del venditore occasionale che non è tenuto a tenere una contabilità. Come dire, un conto è vendere un libro o un oggetto non più utilizzato. Un altro è allestire un negozio online con decine di prodotti con un'attività continuativa nel tempo.
Le attività di controllo della Guardia di finanza con incrocio dei dati in possesso dell'Agenzia delle entrate sono lecite e le informazioni fornite da eBay sono evidentemente utilizzabili per gli accertamenti di merito.
La Corte di Cassazione si è espressa con due importanti ordinanze sulla materia. In entrambi i casi si sono ritrovati uno di fronte all'altro un venditore su eBay e l'Agenzia delle entrate.
Con la prima decisione i giudici hanno argomentato che in caso di omessa dichiarazione fiscale, l'ufficio può procedere all'accertamento induttivo del reddito imponibile anche sulla base di presunzioni prive dei requisiti della gravità, precisione e concordanza, le quali - si legge nel testo dei giudici - hanno il valore autonomo di prova della pretesa fiscale e producono l'effetto di spostare sul contribuente l'onere della prova contraria.
In buona sostanza i controlli sono considerati legittimi anche nel caso in cui il venditore non abbia ancora incassato le somme relative alla cessione del prodotto.
Con una seconda ordinanza ha invece confermato il principio secondo cui nel prevedere che debba essere allegato all'atto dell'amministrazione finanziaria ogni documento richiamato in motivazione, si riferisce esclusivamente agli atti di cui il contribuente non abbia già integrale e legale conoscenza.
Ma soprattutto che l'attività di controllo dell'Agenzia delle entrate va considerata perfettamente legittima anche quando è indirizzata all'attività di compravendita effettuata su eBay, nonostante i documenti sia richiamata nel verbale della Guardia di finanza mediante il riferimento a elementi di fatto risultanti da altri atti o documenti.