Conviene aprire una azienda individuale o una partita iva? I pro e contro nel 2023

La scelta se aprire una azienda individuale o una partita Iva non è scontata e occorre considerare importanti aspetti previdenziali e fiscali. Ecco a cosa fare attenzione.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Conviene aprire una azienda individuale

Azienda individuale o partita Iva, quale conviene?

La convenienza della scelta è legata in prima battuta alla propria categoria professionale. La scelta di affidarsi a una partita Iva per l'esercizio autonomo della propria attività è propria dei professionisti ovvero coloro che sono iscritti a un albo professionale o a un Ordine. All'opposto, conviene aprire una azienda individuale nel caso in cui l'attività da esercitare sia di tipo imprenditoriale, come può accadere per gli artigiani e i commercianti.

Al momento dell'apertura di una partita Iva si presenta una doppia possibilità da valutare con attenzione per via delle conseguenze che comporta. Da una parte c'è l'apertura di una partita Iva come professionista ovvero come lavoratore autonomo e dall'altro come ditta individuale.

Ciascuna delle due scelte presenta pro e contro da considerare alla luce della legislazione in vigore nel 2023. In entrambi i casi si tratta di un passaggio non rinviabile per tutti i lavoratori che svolgono un'attività professionale in maniera continuativa e dunque non occasionale.

Le due situazioni che esaminiamo in questo articolo identificano dunque due status differenti: quelli del professionista e dell'imprenditore individuale, che hanno in comune l'apertura di una partita Iva. Vediamo meglio:

  • Azienda individuale o partita Iva, quale conviene

  • Pro e contro 2023 Azienda individuale o partita Iva

Azienda individuale o partita Iva, quale conviene

Scegliere di aprire una azienda individuale o una partita Iva non è un passaggio equivalente in quanto comporta l'adesione a una o all'altra categoria con tutte le conseguenze in termini di regime fiscale e previdenziale. Ecco allora che la convenienza della scelta è legata in prima battuta alla propria categoria professionale. La scelta di affidarsi a una partita Iva per l'esercizio autonomo della propria attività è propria dei professionisti ovvero coloro che sono iscritti a un albo professionale o a un Ordine.

Pensiamo ad esempio alle categorie di agente di commercio, agrotecnico, architetto, assistente sanitario, avvocato, biologo, chimico, consulente del lavoro, estetista, farmacista, fisioterapista, geologo, geometra, giornalista, guida turistica, ingegnere, logopedista, odontoiatria, ottico, pediatria, podologo, psichiatra, psicologo, psicoterapeuta, restauratore, veterinario. A cui aggiungere altre figure che non hanno invece l'obbligo di iscrizione a un Ordine, come consulenti aziendali o gli amministratori di condominio.

All'opposto, conviene aprire una azienda individuale nel caso in cui l'attività da esercitare sia di tipo imprenditoriale, come può accadere per gli artigiani e i commercianti. Entrambe queste categorie sono infatti obbligate all'iscrizione al Registro delle Imprese, istituito dalla Camera di Commercio su base provinciale. La differenza tra le due categorie non va ricercata nel fatturato annuo e né nella presenza di eventuali collaboratore o lavoratori dipendenti.

A contare è solo la tipologia dell'attività da svolgere. Dal punto di vista fiscale, i lavoratori con partita Iva sono tassati in base ai compensi e ai costi percepiti nel periodo d'imposta. L'azienda individuale è tassata sul proprio reddito imponibile annuale con alcune voci seguono il criterio di competenza economica e non il principio di cassa.

Pro e contro 2023 azienda individuale o partita Iva

La ditta individuale è una forma di impresa gestita da un unico imprenditore. Avviare una azienda individuale offre molti vantaggi come imprenditore indipendente. Il basso costo di creazione innanzitutto, ma anche altre facilitazioni.

Pensiamo all'assenza dell'obbligo di capitale minimo e dell'intervento di un notaio, alla possibilità di prendere le decisioni da solo e di non doversi giustificarsi con nessuno. Ma anche alla poca burocrazia e ai profitti che tornano direttamente all'imprenditore come persona privata.

Di contro non c'è una netta separazione tra il patrimonio della società e il patrimonio privato: i creditori possono pignorarli entrambi. Il fallimento dell'impresa significa il fallimento dell'imprenditore. La sopravvivenza di una azienda individuale è più difficile da garantire, ad esempio in caso di partenza per pensione o malattia dell'imprenditore.

L'apertura di una partita Iva per l'esercizio della propria attività può quindi essere un vero e proprio obbligo per l'inquadramento dal punto di vista fiscale e previdenziale. Non si tratta quindi di una scelta ma di un obbligo per chi esercita attività senza direzione altrui in maniera professionale e abituale. Ma bisogna considerare il pagamento delle tasse e il versamento dei contributi, il costo del commercialista per la tenuta della contabilità e tutte le spese connesse, sebbene la stessa apertura di una partita Iva non comporti in sé costi da sostenere.

Valuta di scegliere se aprire una ditta individuale o una partita IVA non agevolata e importanti aspetti previdenziali e fiscali. Ecco cosa cercare.