Conviene aprire una Srl o no. I pro e contro di questa società

Quanto conviene aprire una Srl: quali sono adempimenti da rispettare e tasse da pagare. Cosa prevede, informazioni e chiarimenti

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Conviene aprire una Srl o no. I pro e co

Quanto conviene aprire una società Srl?

La scelta di aprire una società Srl, soprattutto nel caso di alcune attività, è conveniente sia in termini di tassazione sia livello di rischi patrimoniali per il titolare e i soci.

La Srl, Società a responsabilità limitata, è una tipologia di società che permette di avviare un’azienda con una serie di caratteristiche. E’ una società di capitali, dotata di personalità giuridica, che risponde solo limitatamente alle quote versate dai soci. Essendo i beni privati degli azionisti partecipanti rigorosamente separati dal patrimonio della società, i soci non sono tenuti a coprire eventuali debiti con i propri capitali o beni privati. Per la creazione di una Srl è necessario un capitale iniziale. Quanto conviene o no aprire una Srl?

  • Conviene aprire una Srl o no
  • Quali sono le tasse che si pagano per una Srl

Conviene aprire una Srl o no

Aprire una Srl prevede pro e contro. La convenienza di aprire una Srl vale, per esempio, sia in termini di tassazione sia livello di rischi patrimoniali per il titolare e i soci. Il grande vantaggio che offre la Srl rispetto ad altre tipologie di società è, infatti, quello relativo alla responsabilità limita al capitale versato nei confronti di terzi. Ciò significa che titolari e soci non sono responsabili di eventuali insolvenze o fallimenti con i propri capitali

Prima di aprire una Srl è bene valutare la convenienza della sua apertura che dipende sostanzialmente dal fine per cui questa tipologia di società viene scelta. E’ vero, infatti, che prevede diversi aspetti convenienti per quanto riguarda la tassazione, non essendo previsto il pagamento dell’Irpef che può arrivare ad essere molto alta, ma prevede comunque una serie di adempimenti che implicano costi a volte elevati.

Si tratta di costi per:

  • spese notarili, che si aggirano intorno ai 1.500 euro;
  • diritti camerali, di circa 200 euro;
  • diritti di segreteria e imposta di bollo, di circa 155 euro;
  • imposta di registro, di 200 euro;
  • tasse di concessione governativa per vidimazione libro giornale, di circa 310 euro;
  • capitale sociale minimo di 10mila euro;
  • denuncia inizio attività CCIA di 30 euro;
  • contributi Inps, di 3.188 euro per socio amministratore;
  • deposito di bilancio, di circa 200 euro;
  • spese annuali del commercialista, circa 2mila euro;
  • apertura Pec, 5 euro.

Se, dunque, la convenienza dipende dalla responsabilità limitata dei soci per quanto riguarda la responsabilità del capitale e anche dalle procedure relativamente semplici di apertura di una Srl, non si può dir la stessa cosa dei costi necessari per la sua apertura, alla luce delle spese sopra riportate.

Ma un altro pro che l’apertura di una Srl prevede è quello sul fronte della tassazione.

Quali sono le tasse che si pagano per una Srl

La Srl, infatti, viene considerata una persona giuridica a tutti gli effetti per cui sono tassate direttamente dal Fisco secondo le imposte dovute, evitando eventuali spostamenti di denaro quando arriva il momento del pagamento delle tasse.

Ma non solo: le Srl pagano l’Ires, anzichè l’Irpef, con un’aliquota fissa al 24%. E questa aliquota fissa di imposizione fiscale permette a soci e titolari della Srl di essere sempre tranquilli e non rischiare di pagare troppe tasse nel caso di utili elevati.

Le Srl, infatti, non sono tra le tipologie di società che pagano l’Irpef, che prevedendo aliquote crescenti rispetto agli scaglioni di redditi può diventare anche un vero e proprio salasso. Le altre tasse oltre l’Ires che si pagano per una Srl sono:

  • Irap, con aliquota base del 3,9% sull’utile se si ha più di un dipendente;
  • Inps, con aliquota diversa per artigiani e commercianti di circa il 23% sull’utile;
  • Inail, che dipende del tipo di attività che si svolge;
  • tassazione dei dividendi attribuiti alle persone fisiche decurtati del 26% con una ritenuta a titolo di imposta.