Il primissimo controllo da fare quando si riceve una cartella esattoriale riguarda la tempistica. L'ente di riscossione ovvero l'Agenzia delle entrate che agisce per conto del creditore, non può sollecitare all'infinito il pagamento della somma. La cartella esattoriale deve essere notificata entro 5 anni.
La ricezione di una cartella esattoriale non è mai un appuntamento piacevole per il contribuente. Si tratta infatti della premessa al pagamento di un debito, maggiorato con gli interessi per via del mancato rispetto della scadenza.
L'importo da corrispondere può essere contenuto quando c'è ad esempio di mezzo il versamento della sanzione per una multa auto. Oppure può essere decisamente elevato se di mezzo ci sono forme di evasione. In tutti i casi è bene sapere che forma e contenuto viaggiano di pari passo. Può bastare una imperfezione per fare cadere la validità della cartella.
Tuttavia non avviene mai in automatico poiché occorre sempre presentare una formale opposizione. Ma cerchiamo di saperne di più ovvero:
Il primissimo controllo da fare quando si riceve una cartella esattoriale riguarda la tempistica. L'ente di riscossione ovvero l'Agenzia delle entrate che agisce per conto del creditore, non può sollecitare all'infinito il pagamento della somma.
La cartella esattoriale deve essere notificata entro 5 anni. In caso contrario, il contribuente può presentare ricorso con concrete possibilità di vittoria e conseguente annullamento della cartella. Ricordiamo che il termine di 5 anni è quello più comune ma non è il solo. In alcuni casi i tempi sono maggiori (10 anni per Iva, Irpef, Irap, Ires, bollo, registro, canone Rai, diritti Camera di Commercio) mentre in altri (come per il bollo auto ridotti a 3) sono anche inferiori.
La seconda cosa da controllare è la documentazione che ha preceduto la cartella esattoriale. In pratica, non è possibile ricevere un sollecito di pagamento - maggiorato di interessi - se il pagamento stesso non è mai stato richiesto.
Pensiamo ad esempio alla sanzione per eccesso di velocità. Il primo passaggio non può che essere la ricezione delle multa, da notificare entro 90 giorni dall'infrazione e per cui va concessa l'opzione di pagare con il 30% di sconto se il passaggio alla cassa avviene entro 5 giorni.
Attenzione quindi all'importo richiesto perché non è sempre così scontato che sia corretto. Al di là del caso di cifre spropositate (le cosiddette cartelle pazze) per cui è anche visivamente semplice notare l'errore, tante altre volte lo sbaglio è per pochi euro se non per pochissimi centesimi.
All'interno della cartella esattoriale deve essere quindi indicato il nome e il cognome del responsabile del procedimento ovvero della persona a cui rivolgersi in caso di contestazioni. Senza questa specifica, il documento di riscossione è annullabile.
Come abbiamo premesso, l'annullamento della cartella esattoriale non è automatica ma passa da un ricorso e dalla successiva pronuncia favorevole.
I tempi sono variabili poiché in caso di sanzioni amministrative sono di 30 giorni e occorre rivolgersi al giudice ordinario competente per valore e per materia. Per i contributi previdenziali è di 40 giorni ed è competente il giudice del lavoro.
Per le imposte sui redditi, l'imposta di registro, quelle ipotecaria e catastale, l'imposta sulle successioni o donazioni, le tasse automobilistiche, il canone Rai, i tributi locali è di 60 giorni e bisogna appellarsi alla Commissione provinciale tributaria.
Ci sono poi tanti altri aspetti, apparentemente secondari ma che in realtà incidono sulla validità della cartella esattoriale, a cui prestare molta attenzione. Ad esempio il caso di notificazione nulla ai sensi di legge.
Avviene quando la famosa busta verde viene consegnato a una persona non abilitata a riceverla, ad esempio al portiere del condominio dove abita il contribuente. Ha un peso rilevante fino a diventare un vero e proprio discrimine sulla sua validità, la modalità di notifica della cartella.
Può infatti avvenire tramite posta elettronica certificata, con raccomandata andata e ritorno, dai messi comunali o dagli agenti della polizia municipale, dagli ufficiali della riscossione o da altri soggetti abilitati dall'Agenzia delle entrate.