Il caso è scoppiato con la denuncia pubblica di Paul McCartney che si è pubblicamente meravigliato del trattamento riservato agli italiani che avevano acquistato un biglietto per assistere al suo concerto, poi annullato per via del coronavirus.
Perché, si è domandato l'ex Beatles, rimborsarli con un voucher anziché con la somma effettivamente spesa? E qui si entra in un ginepraio normativo perché da una parte non è chiaro come sia possibile sfruttare un voucher per eventi unici.
E dall'altra bisogna far presente come il sistema dei voucher sia previsto non solo nel caso di concerti e spettacoli di artisti famosi e meno noti. Ma anche per tutte le altre prenotazioni tra viaggi e vacanze, sessioni di palestra e di piscina e perfino per assistere a una mostra o fare ingresso in un museo.
Si tratta chiaramente di circostanze molto differenti tra di loro e che, almeno in teoria, dovrebbero essere oggetto di un trattamento differente. Il risultato è il grande attivismo di queste settimane da parte delle associazioni a tutela dei diritti dei consumatori alle prese con lamentele e minacce di ricorsi. Vediamo quindi
Una delle questioni più delicate riguarda l'annullamento di un concerto, di uno spettacolo o di un evento culturale perché le norme contenute nell'ultimo decreto governativo prevedono la consegna di un voucher da utilizzare entro 18 mesi anziché di un rimborso.
A voler essere precisi, il provvedimento fa riferimento a spettacoli di qualsiasi natura, inclusi quelli cinematografici e teatrali, e di biglietti di ingresso ai musei e agli altri luoghi della cultura. Questa soluzione è utile nel caso di rinvio dell'appuntamento, ma con come metterla con la cancellazione di eventi unici? Cosa fare?
Non resta che attendere che nella conversione in legge del decreto venga cambiata la norma, anche alla luce dei numerosi reclami. Per quanto riguarda le palestre così come le piscine, è possibile chiedere il rimborso per tutto il periodo di chiusura per coronavirus o per le rate rimanenti dell'abbonamento.
Se il gestore rifiuta bisogna spedire una raccomandata andata e ritorno o un messaggio di posta elettronica certificata di messa in mora.
Situazione apparentemente meno complicata per viaggi e vacanze perché il decreto prevede la concessione di un voucher o il rimborso in contanti o tramite bonifico da parte di agenzia o tour operator nel caso di annullamento. Peccato solo che la maggior parte adotta la soluzione del voucher.
C'è però un via d'uscita per il consumatore ed è fare valere il diritto comunitario, che prevale su quello italiano, secondo cui spetta all'acquirente e non al venditore decidere come essere rimborsato. Per farlo occorre inviare una raccomandata andata e ritorno o un messaggio di posta elettronica certificata di messa in mora all'operatore. Diverso è invece il caso del rimborso degli abbonamenti dei mezzi pubblici.