Se uno dei cointestatari del conto corrente cointestato fa prelevi indebiti o spese non concordate per una somma di denaro superiore alla quota spettante, senza il consenso dell’altro cointestatario, incorre nel reato di appropriazione indebita e in questi casi per la restituzione dei soldi si può intraprendere un’azione civile tramite avvocato o sporgere denuncia a carabinieri o Polizia.
Avere un conto corrente cointestato può rappresentare una decisione vantaggiosa se la coppia di cointestatari, che siano coniugi, o conviventi, o genitore e figli siano trasparenti sempre l’uno con l’altro in modo da gestire i soldi sul conto in maniera equilibrata, pulita e senza alcun problema, anche per una migliore organizzazione di spese proprie e familiari.
I problemi nel caso di conti correnti cointestati nascono, infatti, quando sul conto si opera in maniera inappropriata, quando vengono fatti prelievi e spese non concordate tra i cointestatari del conto corrente. Vediamo allora cosa fare nel caso di prelievi indebiti e spese non concordate su conto corrente cointestato.
Nel caso di prelievi e spese concordate su un conto corrente cointestato, non è raro che vi siano abusi da parte di un solo cointestatario ed eventuali prelievi e spese non concordate tra i cointestatari non possono essere bloccate dalla banca perché, per legge, non è possibile impedire al cointestario di un conto corrente di operare sul conto.
Ciò significa che se uno dei cointestatari di un conto corrente cointestatari effettua prelevi indebiti o spende più della propria quota, nei casi di scomparsa dell’altro cointestatario eventuali altri eredi non possono rivalersi contro la banca, mentre nel caso di prelievi indebiti e spese non concordate con l’altro cointestatario del contro corrente, si rischia di incorrere in appropriazione indebita del conto cointestato.
Tuttavia, è bene sapere che non è sempre possibile sporgere querela uno dei cointestatari effettua prelievi indebiti o fa spese non concordate. Stando a quanto stabilito dalla Cassazione, scatta l’appropriazione indebita per il cointestatario di un conto corrente che fa prelievi e spese, anche se autorizzato, se usa il denaro disponibile sul conto corrente in misura eccedente la quota di sua pertinenza.
In questo caso, bisogna sporgere denunciare ai carabinieri, alla Polizia o alla Procura della Repubblica o avviare, tramite avvocato, un’azione civile per avere la restituzione dei soldi usati oltre la quota di spettanza.
Dunque, per riassumere, se uno dei cointestatari del conto corrente cointestato fa prelevi indebiti o spese non concordate per una somma di denaro superiore alla quota a lui spettante, senza il consenso dell’altro cointestatario, incorre nel reato di appropriazione indebita.
Prelievi indebiti su un conto corrente cointestato si possono fare anche su un conto corrente cointestato di cui uno dei cointestatari scompare. Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, chi ha un conto corrente cointestato ed effettua prelievi, anche fino a svuotare il conto, prima della morte dell’altro cointestatario può essere obbligato a restituire soldi prelevati.
Se si dimostra che il conto corrente cointestato era alimentato solo dal cointestatario deceduto, il cointestatario che ha effettuato i prelievi deve restituire agli altri eredi tutti i soldi prelevati prima della morte, anche se spesi per sostenere le spese per tutti, come il funerale del cointestatario del conto.
Se, invece, il cointestatario del conto ha prelevato i soldi prima della morte e non si può dimostrare che il defunto fosse l’unico ad alimentare il conto, il cointestatario che ha prelevato i soldi dal conto prima della morte deve restituire agli eredi solo metà del denaro prelevato. In ogni caso, dunque, chi preleva soldi da un conto corrente cointestato prima della morte dell’altro cointestatario deve restituire o per intero o in parte il denaro prelevato e non può tenerlo.