Cosa fare se ci si accorge di scontrino sbagliato dopo essere usciti da negozio o supermercato

L'importanza della correttezza dei dati va ricercata dal punto di vista fiscale di chi emette lo scontrino e di chi lo riceve e per evitare contestazioni in termini di garanzia.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Cosa fare se ci si accorge di scontrino

Scontrino sbagliato, cosa fare se è sbagliato?

Lo scontrino sbagliato, stampato e rilasciato non può essere annullato. La sola correzione possibile è il tracciamento di una barra diagonale con la scritta annullato e la firma dell'operatore. In questo modo si dimostra buona fede nel caso di controllo fiscale da parte dell'Agenzia delle entrate o della Guarda di finanza. L'operatore deve poi annotare l'operazione sul registro dei corrispettivi facendo la differenza sull'importo totale giornaliero con l'indicazione del numero dello scontrino sbagliato e l'ora di emissione.

Le occasioni di ritrovarci con uno scontrino sbagliato possono essere sterminate: all'uscita di una pizzeria o di un ristorante oppure dopo aver comprato un bene o un prodotto, da un paio di scarpe o a uno smartphone. Ma cosa fare se l'importo non corrisponde a quello reale?

L'importanza della correttezza dei dati va ricercata non solo dal punto di vista fiscale di chi emette lo scontrino e di chi lo riceve (pensiamo al caso delle spese in detrazione), ma anche per evitare possibili contestazioni in termini di garanzia.

Come comportarsi se ci accorgiamo dell'errore solo dopo che è stato emesso ovvero se l'importo sullo scontrino non è quello reale perché più basso o più alto? Lo scopriamo in questo articolo ricordando come la normativa sullo scontrino sta stata di recente aggiornata.

Non tanto in riferimento ai dati che deve contenere questa certificazione di pagamento. Quanto piuttosto in riferimento a chi è obbligato a emettere lo scontrino e a consegnarlo ai clienti (supermercati e negozi, ad esempio) e chi è invece esonerato. Analizziamo quindi nei dettagli la normativa ovvero

  • Scontrino sbagliato, cosa fare se è sbagliato
  • Normativa scontrino per negozio o supermercato

Scontrino sbagliato, cosa fare se è sbagliato

Al bar e al ristoranti, negli alberghi, negli istituti di bellezza e nei saloni di barbieri e parrucchieri. Sono numerosissimi i locali aperti al pubblico tenuti a emettere lo scontrino e che possono sbagliare l'importo.

Nella lista rientrano pure esercizi di vendita di prodotti al dettaglio, officine di autoriparazione, lavanderie, gommisti e pasticcerie.

In tutti questi casi lo scontrino deve essere molto preciso ovvero contenere i riferimenti dell'esercente - ditta, denominazione o ragione sociale, numero di partita Iva - e i dati contabili ovvero corrispettivi parziali, eventuali sconti o rettifiche, eventuali subtotali, eventuali rimborsi in caso di resi o imballaggi sottoposti a cauzione, corrispettivo totale di spesa preceduto dalla dicitura Totale in evidenza.

Ma soprattutto data e ora di emissione, quantità e descrizione di ciò che è stato acquistato, numero progressivo giornaliero di scontrini emessi, numero del registro di cassa e logotipo fiscale. Va da sé che la prima informazione consultata dal consumatore, magari non subito ma solo all'uscita dal negozio o dal supermercato è quella dell'importo: cosa fare se è sbagliato?

Lo scontrino sbagliato, stampato e rilasciato non può essere annullato. La sola correzione possibile è il tracciamento di una barra diagonale con la scritta annullato e la firma dell'operatore. In questo modo si dimostra buona fede nel caso di controllo fiscale da parte dell'Agenzia delle entrate o della Guarda di finanza.

L'operatore deve poi annotare l'operazione sul registro dei corrispettivi facendo la differenza sull'importo totale giornaliero con l'indicazione del numero dello scontrino sbagliato e l'ora di emissione.

Si tratta di un passaggio fondamentale perché se il cliente viene fermato per un controllo fiscale e manca l’annotazione sul registro dei corrispettivi, scatta la multa.

Normativa scontrino per negozio o supermercato

Come abbiamo accennato, ci sono però alcune operazioni per cui non è indispensabile il rilascio dello scontrino e dunque non esistono dubbi o fraintendimenti.

Alcuni dei casi più comuni sono quelli dei parcheggi di veicoli se il pagamento viene effettuato con apparecchiature a monete, gettoni, tessere, biglietti o con schede magnetiche o le spese per il trasporto pubblico collettivo di persone e di veicoli e bagagli al seguito.

Stessa cosa per l'utilizzo di dormitori pubblici e di servizi igienico-sanitari pubblici, per l'acquisto di giornali quotidiani, periodici, supporti integrativi, libri e per i costi associati a scommesse e ai concorsi pronostici riservati allo Stato. L'esonero dallo scontrino si applica anche per spese di carburanti e lubrificanti per autotrazione e per tabacchi

Ma se questi sono i servizi, potremmo ricordare anche alcune attività, come le imprese della grande distribuzione che hanno scelto la trasmissione telematica dei corrispettivi e le autoscuole per le prestazioni finalizzate al conseguimento della patente.