Se i genitori si rendono conto o vengono direttamente a sapere che il proprio figlio viene bullizzato a scuola possono aiutarlo ricorrendo a diverse soluzioni, a partire dall’instaurare con il proprio figlio un dialogo che riesca a rasserenarlo e sostenerlo nell’affrontare la situazione, fino al rivolgersi, nei casi di episodi più gravi, a psicologi esperti e fino alle Forze dell’Ordine.
Cosa fare se mio figlio viene bullizzato a scuola? Timidezza, fragilità personale, insicurezza: sono di solite queste le caratteristiche umane che delineano la figura un ragazzo o bambino bullizzato a scuola. La timidezza o l’insicurezza, che portano poi ad una incapacità di reagire, rendono sempre più spesso i bambini che lo sono vittime preferite dei bulli senza scrupoli nelle scuole.
Il fenomeno del bullismo continua a dilagare tra i ragazzi a scuola, a volte sfociando in atteggiamenti davvero troppo violenti e aggressivi e i primi preoccupati della situazione e che si chiedono come riuscire eventualmente a gestirla al meglio sono sempre i genitori, soprattutto quando si scopre che è il proprio figlio ad essere bullizzato a scuola. Vediamo allora quali possono essere tutte le soluzioni possibili nel 2022 per aiutare il proprio figlio contro atti di bullismo a scuola.
Se si viene a sapere o ci si accorge che il proprio figlio viene bullizzato a scuola, sono diverse le soluzioni possibili cui ricorrere, a partire da comprensione e dialogo. In particolare, se il proprio figlio subisce atti di bullismo a scuola, con atteggiamenti violenti, denigratori, aggressivi, di irrisione da parte dei bulli e davanti a tutti, o anche online, la prima cosa da fare è aiutare il proprio figlio facendogli sentire delicatamente e in maniera molto dolce e sensibile la propria presenza.
Non è, infatti, il sistema giusto assumere un atteggiamento forte incitando il proprio figlio a reagire e comportarsi alla stregua dei bulli della scuola, perché se si tratta di bambini o ragazzi vittime di bullismo e non hanno saputo reagire prima non lo sapranno fare neppure se incitati.
L’atteggiamento giusto da assumere è piuttosto quello di capire parlando e capendo cosa impedisce al proprio figlio di reagire in qualsiasi maniera o comportarsi in un determinato modo. Bisogna, dunque, instaurare quella che viene comunemente definita comunicazione affettiva, per dimostrarsi accanto al figlio non inquisitori, per farlo aprire in modo da trasmettergli serenità e tranquillità.
E’ bene poi lasciare che i figli risolvano la situazione in piena autonomia, seppur col tempo e seppure con difficoltà. Mai intromettersi nelle questioni che riguardano i propri figli, soprattutto in questioni di bullismo, per cui le intromissioni dei genitori potrebbero solo peggiorare la situazione, dimostrando che il proprio figlio è effettivamente debole e incapace di reagire da solo. Bisogna piuttosto aiutare il proprio foglio e fortificare le proprie propensioni affettive e socio-relazionali, per renderlo più sicuro e risoluto.
Se, una volta cercata ogni soluzione pacifica e collaborativa, la situazione non dovesse migliorare e dovesse, anzi, peggiorare, altra soluzione possibile è quella di rivolgersi ad esperti che possano favorire una collaborazione con la scuola o aiutare il bambino a rafforzare il proprio carattere nei confronti dei bulli.
L’estrema soluzione ad atti di bullismo che il proprio figlio subisce a scuola è quella di rivolgersi alle Forze dell’Ordine. La soluzione può essere prima quella di cercare aiuto di uno psicologo o uno psicoterapeuta esperto e poi quella di rivolgersi alla Polizia se gli atti di bullismo e le aggressioni diventano più gravi e allarmanti, degenerando in episodi di violenza, o istigando al suicidio.