L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) rappresenta oggi lo strumento imprescindibile per valutare in modo standardizzato la condizione economica dei nuclei familiari in Italia. L’ISEE 2025, calcolato in base a regole aggiornate dal Dpcm n. 13 del 14 gennaio 2025, determina l’accesso a numerosi benefici, bonus e agevolazioni fiscali, sulla base di un’analisi dettagliata dei movimenti patrimoniali, reddituali e dell’effettiva composizione del nucleo familiare. Comprendere quali fattori abbassano o alzano il valore ISEE risulta quindi essenziale per massimizzare i vantaggi concessi dalla normativa vigente.
Il 2025 introduce importanti cambiamenti per il calcolo ISEE. Tra le misure di maggiore impatto, vi è l’esclusione dal patrimonio mobiliare, ai fini ISEE, dei titoli di Stato, buoni fruttiferi postali e libretti di risparmio postale fino a una soglia di 50.000 euro complessivi per nucleo familiare. Questa novità, formalizzata dal Dpcm n. 13 del 14 gennaio 2025 e dalla circolare INPS del 3 aprile 2025, n. 73, consente in molti casi di abbassare sensibilmente l’indicatore se la ricchezza è concentrata su questi asset garantiti.
Inoltre, è stata introdotta la DSU precompilata, che permette di acquisire in modo automatico i dati già in possesso delle amministrazioni pubbliche, riducendo il rischio di errori o omissioni. La validità della DSU, Dichiarazione Sostitutiva Unica, viene estesa fino al 31 dicembre dell’anno di presentazione, semplificando le tempistiche per famiglie e CAF. Rilevanti, infine, le nuove maggiorazioni sulla scala di equivalenza per ogni componente con disabilità e l’esclusione di trattamenti assistenziali e previdenziali per disabili dal reddito rilevante ai fini ISEE.
Sul valore ISEE hanno impatto due elementi principali: il reddito complessivo di tutti i componenti del nucleo e la somma dei patrimoni mobiliare e immobiliare. Si deve dichiarare ogni tipologia di reddito, compresi quelli occasionali, rendite finanziarie, pensioni, assegni di mantenimento e redditi esenti da Irpef (come alcune indennità per disabilità). Fondamentale è la trasparenza nella dichiarazione, considerando l’obbligo di autocertificazione in DSU e l’incrocio automatico delle informazioni con i database dell’Agenzia delle Entrate e dell’INPS.
Il patrimonio mobiliare comprende:
Il patrimonio immobiliare si calcola valorizzando a fini ISEE ogni immobile (case, terreni, locali, immobili all’estero e in Italia, anche inagibili), escludendo la prima casa solo entro le franchigie previste.
I veicoli (auto, moto, natanti) devono essere dichiarati nella DSU, ma ad oggi non incidono direttamente nel calcolo dell’ISEE se non per le prestazioni che lo richiedano espressamente.
La franchigia, ovvero la soglia da sottrarre al valore del patrimonio mobiliare complessivo ai fini ISEE, viene determinata in base alla composizione del nucleo:
Questa franchigia mira a non penalizzare i nuclei più numerosi e a garantire che una parte minima del patrimonio sia sempre esclusa dal calcolo.
Il valore dell’ISEE viene ottenuto dividendo la somma di reddito e del 20% del patrimonio per il parametro della scala di equivalenza, che tiene conto dei componenti e delle condizioni del nucleo. I parametri sono così definiti:
Numero componenti | Parametro scala di equivalenza |
1 | 1,00 |
2 | 1,57 |
3 | 2,04 |
4 | 2,46 |
5 | 2,85 |
Una maggiore numerosità o la presenza di soggetti deboli (minori, disabili) riduce il valore ISEE, permettendo accesso a un numero più ampio di agevolazioni sociali.
Nel calcolo ISEE, il patrimonio mobiliare partecipa limitatamente attraverso l’aliquota del 20%. Ad esempio, un incremento di 10.000 euro nel patrimonio si traduce in un aumento imponibile di 2.000 euro sulla base ISEE. Dal 2025, il peso del patrimonio mobiliare può ridursi grazie alla franchigia di 50.000 euro sui titoli di Stato, buoni postali e libretti, agevolando soprattutto chi investe in asset garantiti.
Un’attenta allocazione delle proprie risorse finanziarie, in linea con la normativa vigente, può quindi contribuire ad abbassare il valore ISEE. La trasparenza nella dichiarazione e il consulto di un CAF o professionista sono consigliati, vista la complessità della compilazione DSU e la variabilità delle fonti di reddito e patrimonio.
La nozione di nucleo familiare ai fini ISEE non coincide sempre con la mera coabitazione. La disciplina è definita dal D.P.C.M. n. 159/2013, con modifiche rilevanti per il 2025:
Occorre fare attenzione a queste regole in quanto la composizione del nucleo può aumentare o ridurre sensibilmente il valore dell’indicatore, specialmente con le maggiorazioni di scala di equivalenza sopra citate.
Possono contribuire ad abbassare il valore ISEE:
Il principale riferimento legale è il D.P.C.M. 159/2013 e successive modifiche, insieme alle circolari attuative INPS e alle ultime leggi di Bilancio interessate. La dichiarazione DSU, obbligatoria per qualunque richiesta ISEE, può essere presentata tramite portale INPS, CAF o Comune..