Se si resta disoccupati senza lavoro e mancano dai 2 ai 5 anni alla pensione è possibile ricorrere a diverse soluzioni che garantiscono anche riconoscimento dei contributi ai fini pensionistici, vale a dire richiesta dell’indennità di disoccupazione Naspi, che vale se mancano fino a due anni alla pensione considerando che ha durata massima di 24 mesi, richiesta di Ape social o di Isopensione, se si soddisfano le relative condizioni.
Cosa posso fare se sono disoccupato e mi mancano 2-5 anni alla pensione? Le condizioni occupazionali ed economiche del nostro Paese stanno migliorando, seppur lievemente e lentamente, all’indomani della crisi scatenata dalla pandemia a causa del Covid-19, crisi economica che si è, in realtà, sovrapposta a quella precedente e non superata del tutto nel nostro Paese.
Si tratta di periodi economici difficili che hanno avuto ripercussioni su tutte le categorie di lavoratori, penalizzando di più qualcuno rispetto a qualcun altro ma provocando in ogni caso grandi difficoltà. E anche chi era alle soglie della pensione, pronto finalmente a collocarsi a riposo dopo una vita di lavoro e sacrifici, è rimasto senza lavoro, ‘perso’ nel non sapere cosa fare, considerando che si tratta in molti casi di persone che lavorano da sempre ma non possono ancora andare in pensione.
Vediamo allora cosa si può fare se si resta senza lavoro e mancano dai 2 ai 5 anni per il raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, che sono di 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi.
Se si resta senza lavoro e mancano due anni per maturare i requisiti richiesti per la pensione, la prima soluzione a disposizione è quella di richiedere l’indennità di disoccupazione Naspi.
La sua durata è, infatti, di 24 mesi, vale a dire due anni, al massimo, il che significa che se si deve andare in pensione a 67 anni di età e a 65 si resta senza lavoro, la Naspi funziona come scivolo di accompagnamento alla pensione finale e contribuisce anche al calcolo della pensione finale, considerando che durante il periodo di Naspi, al soggetto interessato vengono riconosciuti contributi figurativi utili ai fini della misura della pensione finale.
Se si rimane senza lavoro e mancano 2 anni alla pensione allora la domanda di Naspi all’Inps si può tranquillamente presentare, considerando lo stato di totale disoccupazione, involontaria, o per licenziamento o dimissioni per giusta causa.
Altra soluzione possibile se si resta senza lavoro e mancano 4 anni al raggiungimento dei normali requisiti per andare in pensione è l’Ape social. Anche questo sistema funziona come scivolo di accompagnamento pensione e solo per le cosiddette categorie di persone considerate svantaggiate che sono, tra le altre, anche i disoccupati che restano involontariamente senza lavoro, cioè per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale, che abbiano raggiunto 63 anni di età e almeno 30 anni di contributi e che abbiano esaurito da almeno 3 mesi tutti i sussidi di disoccupazione.
Per chi resta senza lavoro ma ha ancora qualche anno davanti prima di maturare la pensione e ha i requisiti per richiedere l’Ape social, può avere un importo massimo di 1.500 a seconda dei casi, per 12 mesi nell'anno, e fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia a 67 anni di età e 20 anni di contributi.
L’Ape social decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda di accesso al beneficio e viene erogata ogni mese per 12 mensilità nell'anno fino al conseguimento della pensione di vecchiaia.
In pensione con isopensione se si resta senza lavoro e mancano da 2 a 5 anni alla pensione
Altra soluzione che permette a chi rischia di rimanere senza lavoro ma a cui manca ancora qualche anno alla pensione è quella dell’Isopensione: anch’esso scivolo di accompagnamento alla pensione usato per permettere alle aziende di anticipare l’uscita di lavoratori in esubero con definizione di piani di turn over a lavoro per sostenere l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.
Per evitare che i lavoratori restino disoccupati alle soglie della pensione, le aziende possono scegliere l’isopensione che permette di anticipare l’uscita fino a 7 anni ai lavoratori di aziende con più di 15 dipendenti, previ accordi sindacali, pagando al lavoratore sia un assegno di accompagnamento alla pensione e sia contributi all’Inps per garantire al lavoratore una regolare posizione contributiva ai fini pensionistici.
L’importo dell’isopensione è pari al trattamento pensionistico che spetterebbe al lavoratore al momento del pensionamento e cessa nel momento in cui il lavoratore matura i normali requisiti per andare in pensione.