Il regolamento condominiale è il documento che stabilisce le norme e le regole che devono essere rispettate dai condomini al fine di garantire il corretto funzionamento e la convivenza pacifica all'interno dell'edificio. Deve essere approvato dall'assemblea condominiale con la maggioranza dei suoi partecipanti ed è obbligatorio per i condomini di maggiori dimensioni.
In ogni caso, il regolamento condominiale deve rispettare alcuni limiti inderogabili stabiliti dalla legge, che non possono essere violati, neanche se votato all'unanimità. In pratica, i condomini non possono prevedere nel regolamento tutto ciò che desiderano, ma devono rispettare delle norme che non ammettono deroghe. Approfondiamo proprio questi aspetti:
Regolamento condominiale, quali sono obblighi e limiti
Cosa può vietare un regolamento condominiale
Il regolamento condominiale, sia quello assembleare che contrattuale, rappresenta lo strumento fondamentale per la gestione degli edifici residenziali. Tuttavia, deve rispettare dei limiti inderogabili stabiliti dalla legge, al fine di garantire i diritti e le libertà dei condomini e prevenire eventuali discriminazioni o violazioni dei diritti costituzionali.
Il regolamento condominiale, votato a maggioranza, non può mai interferire con le proprietà private dei singoli condomini e con i loro diritti sulle cose comuni dell'edificio. In altre parole, il regolamento non potrà imporre ai condomini di non utilizzare o modificare le proprie abitazioni o di non usufruire dei beni e degli impianti comuni. Ma può disciplinare l'uso di tali beni, stabilendo turni per il parcheggio e vietando di calpestare il verde condominiale. Il regolamento assembleare non può proibire la detenzione di animali domestici da parte dei condomini.
Il regolamento contrattuale, approvato all'unanimità, può imporre dei vincoli alla proprietà privata, vietando la modifica della destinazione d'uso dell'abitazione o estromettendo uno o più condomini dall'uso delle parti comuni. Può anche vietare la detenzione di animali negli appartamenti o stabilire l'accesso al lastrico solare o al parcheggio solo per determinati condomini.
In ogni caso, sia il regolamento assembleare sia quello contrattuale devono rispettare dei limiti inderogabili, stabiliti dalla legge, che rappresentano dei vincoli irrinunciabili. Non è possibile prevedere disposizioni che violino i diritti costituzionalmente garantiti o le norme sull'edilizia residenziale pubblica. Il regolamento non può prevedere discriminazioni tra i condomini sulla base della loro etnia, religione, orientamento di genere o stato civile.
Il regolamento condominiale, come stabilito dalla giurisprudenza, rappresenta uno strumento giuridico vincolante approvato all'unanimità dai condomini. Non può influire sulla proprietà privata dei singoli condomini e rappresenta l'unico strumento attraverso il quale si possono imporre dei limiti alle proprietà individuali. In particolare, il può vietare l'uso di alcune destinazioni, come quelle ambulatoriali, di esercizio commerciale, studio professionale, attività di ristorazione. In pratica, il proprietario dell'immobile non può utilizzare la sua proprietà per questi scopi, anche se lo desidera.
Il regolamento può impattare anche sulle parti comuni dell'edificio, stabilendo regole che possono escludere alcuni condomini e favorirne altri. Ad esempio, può assegnare l'uso esclusivo del lastrico solare al proprietario dell'appartamento situato all'ultimo piano, oppure consentire il parcheggio nel cortile solo ai residenti del piano terra. Per ottenere l'efficacia del regolamento, è necessario che questo sia trascritto nei registri immobiliari, in modo da essere opponibile a terzi e da vincolare anche i futuri acquirenti dell'immobile.
Ed è importante sottolineare che il regolamento deve comunque rispettare alcuni limiti inderogabili imposti dalla legge. Tali limiti rappresentano dei vincoli che non possono essere superati, neanche con l'approvazione unanime dei condomini. Ad esempio, il regolamento contrattuale non può proibire la detenzione di animali domestici negli appartamenti, in quanto la legge nazionale ne garantisce la libertà. In generale, questi limiti inderogabili sono finalizzati a tutelare i diritti dei singoli condomini e garantire il rispetto della legge e della giurisprudenza in materia condominiale.