Cosa si deve fare se un figlio inizia a lavorare per evitare multe Fisco sempre più frequenti

Cosa bisogna fare e perché quando un figlio inizia a lavorare: cosa prevedono nuove leggi in vigore e chiarimenti

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Cosa si deve fare se un figlio inizia a

Cosa fare se un figlio inizia a lavorare per evitare multe dal Fisco sempre più frequenti nel 2022-2023?

Per evitare multe dal Fisco sempre più frequenti nel 2022-2023, quando un figlio inizia lavorare e non risulta più a carico dei genitori, allora bisogna inviare apposita comunicazione all’Inps per non calcolare più eventuali detrazioni figli a carico, che oggi si applicano solo sulle pensioni e non più sui redditi da lavoro.
 

Cosa fare se un figlio inizia a lavorare per evitare multe dal Fisco sempre più frequenti nel 2022-2023? La composizione di un nucleo familiare è particolarmente importante ai fini fiscali, sia per il calcolo Isee e relative prestazioni agevolati, bonus e sconti a cui si può accedere, sia ai fini del calcolo delle tasse e delle imposizioni fiscali.

Qualsiasi variazione di un nucleo familiare ha delle implicazioni da livello fiscale e non solo quando un membro di un nucleo familiare cambia residenza ma anche quando cambiano le relative situazioni reddituali, per esempio se un figlio inizia a lavorare. 

  • Cosa fare quando figlio inizia a lavorare per evitare multe Fisco 
  • Controlli Fisco su famiglie con figli che lavorano quando scattano


Cosa fare quando figlio inizia a lavorare per evitare multe Fisco 

Secondo nuove leggi in vigore, se in una famiglia ci sono figli grandi e iniziano a lavorare, nel caso di mancate comunicazioni previste dalla legge, l’Agenzia delle Entrate può procedere alla ricostruzione del reddito di ogni contribuente del nucleo familiare, mettendo a confronto il reddito dichiarato con le spese effettivamente sostenute nel corso dell’anno per verificare l’effettiva capacità di spesa di una singola famiglia italiana.

Per evitare multe dal Fisco sempre più frequenti nel 2022-2023, quando un figlio inizia lavorare e non risulta più a carico dei genitori, allora bisogna inviare apposita comunicazione all’Inps per non calcolare più eventuali detrazioni figli a carico, che oggi si applicano solo sulle pensioni e non più sui redditi da lavoro, sostituite dall’assegno unico per figli, precisando che un figlio si considera fiscalmente a carico quando ha un reddito annuo lordo entro i 4.000 euro fino a 24 anni, mentre se ha più di 24 anni, è considerato fiscalmente a carico se ha un reddito annuo lordo entro i 2.840,51 euro. 

Dunque, quando un figlio inizia a lavorare e supera il reddito annuo tale da essere considerato a carico, allora bisogna darne apposita comunicazione perché non sia più per legge considerato fiscalmente a carico dei genitori. 

Tale comunicazione prevede diverse implicazioni: dal calcolo differente dell’assegno unico per figli se il figlio rientra in una determinata soglia di età (21 anni), al calcolo di agevolazioni fiscali di cui si può beneficiare, al calcolo del pagamento delle imposte di ognuno.  

Controlli Fisco su famiglie con figli che lavorano quando scattano

 

Il Fisco ha deciso di controllare le famiglie con figli che lavorano per capire se i redditi dichiarati sono effettivamente quelli percepiti che permettono alla stessa famiglia di sostenere determinate spese annue, compresi acquisti extra. Secondo il Fisco, infatti, una famiglia è composta da genitori e un figlio che lavorano e il reddito complessivo annuo dichiarato è di circa 50mila euro, difficilmente famiglia e figlio singolarmente possono permettersi l’acquisto di una grande villa e di una macchina potente e di barca e una casa al mare.

Il sistema tramite cui il Fisco riesce a controllare i redditi reali e presunti delle famiglie italiane è il redditometro e i nuovi controlli sui figli e l’accertamento nei confronti della famiglia scatta quando la differenza fra reddito dichiarato e quello accertato risulta superiore al 20%.

Se il figlio che vive ancora con i genitori e lavora dichiara limpidamente il proprio reddito, e altrettanto fanno i genitori, allora non si sarà soggetti ad alcun accertamento e problema. Nel caso di scostamenti e incongruenze ingiustificate, scattano multe e sanzioni per famiglie e figli che danno apposite comunicazioni al Fisco delle proprie situazioni reddituali.