Sono le multe comminate in seguito all'attività di rilevazione del nuovo dispositivo che somiglia a un grande telecamera agganciata al parabrezza dell'auto delle forze dell'ordine all'altezza dello specchietto retrovisore. I sensori rilevano il passaggio delle vetture, registrano la velocità e, nel caso in cui siano superati i limiti, scatta la fotografia con tanto di targa in evidenza. Ma per la Cassazione ci sono spesso profili di illegittimità.
Si chiama Scout Speed ed è la nuova tecnologia che promette di incastrare gli automobilisti alle proprie responsabilità ovvero alle trasgressioni in tema di limiti di velocità. Le polemiche sono sorte sin dalle spiegazioni sul suo funzionamento per poi essere alimentate dalle sentenze dei tribunali in seguito al ricorso degli automobilisti.
E a giudicare dalle decisioni dei giudici, la ragione è stata spesso dalla loro parte. Lo Scout Speed non è altro che il dispositivo mobile installato temporaneamente all'interno dei veicoli delle forze dell'ordine con cui viene rilevata la velocità istantanea delle auto al passaggio in un determinato punto.
Al pari di quanto avviene con i più classici autovelox, anche in questo caso viene scattata una fotografia che rappresenta la prova principale dell'infrazione commessa.
Ma se questa è la teoria, la pratica è ben diversa perché le modalità di funzionamento si scontrano con gli stessi limiti a cui sono soggetti gli autovelox. Vediamo tutto tra
Lo Scout Speed è il nuovo dispositivo che somiglia a un grande telecamera agganciata al parabrezza dell'auto all'altezza dello specchietto retrovisore, quasi a mo' di navigatore.
L'obiettivo punta dall'interno del veicolo delle forze dell'ordine che lo hanno in dotazione sulla strada. I sensori rilevano il passaggio delle vetture, registrano la velocità e, nel caso in cui siano superati i limiti, scatta la fotografia con tanto di targa in bella evidenza.
Da lì inizia l'iter che porta alla notifica della multa nel caso in cui sia impossibile la contestazione sul posto.
Non c'è dubbio che il miglior antidoto per evitare multe auto, il cui importo è sempre molto elevato (tra 41 a 169 euro fino a 10 chilometri orari di eccedenza, tra 169 e 680 euro fra 10 e 40 chilometri orari, tra 532 a 2.127 euro con sospensione della patente da uno a tre mesi fra 40 e 60 chilometri orari, tra 829 e 3.316 euro con sospensione della patente da sei a dodici mesi, oltre 60 chilometri orari) sia quello di rispettare le norme del Codice della Strada. Ma come vedremo nel paragrafo successivo, c'è evidentemente qualcosa che non va nelle modalità di utilizzo.
La principale contestazione che viene mossa allo Scout Speed è l'assenza di un cartello di preavviso. Nel caso degli autovelox, ad esempio, è obbligatorio che venga esposto in maniera chiara e ben visibile ai margini della strada.
Cosa che evidentemente non avviene in questo caso con la conseguenza che la rilevazione della velocità ha il sapore dell'imboscata.
E in effetti tra le tante sentenze sulla questione segnaliamo quella della Corte di Cassazione, secondo cui è testualmente necessario fornire idonea informazione dell'installazione e conseguente utilizzazione dei dispositivi di rilevamento elettronico della velocità.
Si tratta di una pronuncia che rappresenta l'atto finale a cui fanno riferimento decine e decine di ricorsi contro le multe auto in tutta Italia presentati dagli automobilisti alternativamente al prefetto o al giudice di pace.