Se il conto corrente va in rosso tra i 500 e i 2.000 euro, lo sconfinamento si considera consistente ed è previsto il pagamento di interessi di mora. Non c'è un costo comune da affrontare in quanto la spesa a carico del correntista dipende dall'istituto di credito e dal contratto sottoscritto con la banca.
Con le nuove regole 2023, i titolari di conti correnti in rosso potrebbero affrontare gravi conseguenze. Nel caso in cui un correntista non abbia sul proprio conto contanti sufficienti per poter soddisfare i pagamenti automatici, rischia di essere classificato come cattivo pagatore.
Una situazione tutt'altro che piacevole, a seguito della quale si rischia di incontrare alcune difficoltà, ad esempio, nell'accedere a nuove linee di credito o prestiti. A cui si aggiunge il fatto che i nuovi limiti agli scoperti imposti sono particolarmente bassi, aumentando così le possibilità di un numero crescente di segnalazioni di default. Ma non solo, la banca può decidere di non rendere più disponibili gli addebiti automatici. Vediamo meglio:
Conto corrente in rosso tra i 500euro-2000 euro, cosa succede
Rischi che si corrono se il conto corrente è in rosso
Quando si parla di conto corrente in rosso si fa riferimento all'assenza di credito per il suo titolare. Detto in altri termini, le parti si invertono ed è la banca che presta denaro al correntista e non quest'ultime che deposita il denaro, evidentemente terminato. Si tratta di quello che tecnicamente viene chiamato fido e che nella pratica è un finanziamento concesso all'istituto di credito. Per essere ancora più precisi, il fido è quella somma con cui l'intestatario del conto non va in rosso e non viene concesso in automatico dopo la richiesta.
C'è poi un altro aspetto centrale da considerare ed è il tempo dello scoperto. La distinzione è duplice perché da una parte c'è il conto corrente in rosso a tempo determinato con la banca che mette a disposizione un fido per un periodo di tempo determinato e può recedere per giusta causa con 15 giorni di tempo concessi per il pagamento dei debiti. Dall'altra c'è il conto corrente in rosso a tempo indeterminato che permette di effettuare il recesso dal contratto con un preavviso di 15 giorni.
Se il conto corrente va in rosso tra i 500 e i 2.000 euro, lo sconfinamento si considera consistente ed è previsto il pagamento di interessi di mora. Non c'è un costo comune da affrontare in quanto la spesa a carico del correntista dipende dall'istituto di credito e dal contratto sottoscritto con la banca.
Tuttavia ci sono alcuni punti in comune da considerare. In particolare nel conteggio dei costi da sostenere per il conto corrente in rosso rientrano gli interessi e il canone mensile, variabile in base allo scoperto e che non può essere maggiore dello 0,5% della cifra concessa nel trimestre.
C'è anche un altro aspetto da considerare nella gestione di un conto corrente che può andare in rosso. Se infatti il correntista ha superato la soglia assoluta di 100 euro, oltrepassato l'1% del totale delle obbligazioni creditizie vantate dalla banca ed è stato inadempiente nei confronti della banca per 3 mesi, rischia di essere classificato come cattivo pagatore.
Oltretutto vengono bloccate tutte le operazioni bancarie, da prelievi e bonifici a pagamenti con bancomat, insieme agli addebiti di eventuali bollette se in pagamento proprio nel giorno del rosso del conto corrente.
Per stimare il saldo minimo da avere su un conto corrente, si consiglia di elencare innanzitutto le spese ricorrenti. In altre parole, per avere abbastanza soldi da non essere scoperti, è necessario identificare ogni mese tutte le spese da pagare. Ben sapendo che il conto corrente non è soggetto a un saldo minimo.