Le leggi in vigore per chi ha un conto corrente cointestato nel caso di successione di una eredità, accertamenti fiscali o pignoramenti sono molto chiare e prevedono regole ben precise sia per l'eredità di conto corrente cointestato, per cui cambiano le norme a seconda che si tratti di conto corrente cointestato a firma congiunta o disgiunta, sia per eventuali accertamenti e pignoramenti , che, precisiamo, interesserebbero solo la parte di conto dell'intestatario debitore.
Cosa succede e rischi se si ha conto corrente cointestato in caso di eredità, pignoramenti, accertamenti fisco? Aprire un conto corrente cointestato, significa aprire un conto in cui i titolari sono due o più persone e ogni persona intestataria del conto ha gli stessi diritti nella sua gestione, per cui tutti i cointestatari del conto possono prelevare e versare soldi allo stesso modo, nonché effettuare pagamenti.
I conti correnti cointestati possono essere a firma disgiunta o a firma congiunta: il conto a firma disgiunta prevede che sul conto stesso possano operare tutti i soggetti con pari diritti, per cui tutti i cointestatari possono eseguire prelievi, bonifici, domiciliare le utenze, accreditare lo stipendio, ecc e si pone anche come buon prodotto per pianificare i risparmi familiari.
Se si sceglie il conto a firma congiunta, per effettuare operazioni sul conto è necessaria la firma di tutti i cointestatari, per esempio per le operazioni di prelievo, emissione di assegni, disposizione di bonifici.
La questione dell’eredità se si ha un conto corrente cointestato è piuttosto complessa. Secondo quanto stabilito dalle leggi in vigore, in caso di morte di uno dei titolari di un conto corrente cointestato, il titolare superstite cointestatario del conto deve comunicare alla banca l'avvenuto decesso, in modo che la stessa possa congelare la quota di conto del defunto in vista della divisione dell’eredità tra gli eredi.
Esistono, però, delle differenze tra conto corrente cointestato a firma congiunta e conto corrente cointestato a firma disgiunta; se, infatti, il conto corrente cointestato è a firma congiunta, se uno dei cointestatari muore, gli altri cointestatari del conto non possono riscuotere le somme che spettano loro di diritto o effettuare alcun tipo di operazione perché il conto corrente viene bloccato fino a quando la banca non ha la dichiarazione di successione.
Quando la banca blocca il conto corrente cointestato del defunto, dunque, nessuno degli eredi, neppure il cointestatario del conto, può accedere ai soldi del conto del defunto. Una volta presentata la dichiarazione di successione e stabiliti gli eredi legittimi diretti, i soldi sul conto corrente cointestato vengono sbloccati e gli altri cointestatari possono avere ognuno la propria quota.
Se, invece, il conto corrente cointestato è a firma disgiunta, la parte delle somme del defunto presente sul conto viene acquisita per il 50% dall’altro o dagli altri cointestatari e per il 50% dagli eredi della persona venuta a mancare e in questo caso la banca congela solo la parte delle somme spettante agli eredi e per cui serve presentare la dichiarazione di successione ereditaria, lasciando agli altri titolari del conto la possibilità di disporre completamente delle somme spettanti.
Dunque, nel caso di conto corrente a firma disgiunta, per la divisione dell’eredità, l’altro cointestatario del conto, che ha diritto ad avere il 50% delle somme presenti sul conto, può usufruirne sin da subito senza attenderei tempi di blocco del conto, presentazione della dichiarazione di successione e successivo sblocco del conto.
Spessi ci si chiede quali possono essere eventuali rischi di avere un conto corrente cointestato nel caso di controlli e accertamenti o, ancor peggio, di pignoramento.
Il pignoramento di n conto corrente è la forma di recupero crediti che si privilegia per recuperare le somme dovute dai debitori perché la più diretta e sicura e permette a banche e finanziarie di ‘mettere le mani’ sui soldi della persona che deve saldare debiti.
Stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, i casi in cui scatta il pignoramento di una conto corrente cointestato sono quelli in cui il debitore salta più rate del debito consecutivamente del debito e in cui ha già ricevuto numerosi inviti al pagamento da regolarizzare. Tuttavia, le stesse leggi in vigore prevedono limiti alla pignorabilità di conti correnti cointestati secondo il principio della impignorabilità degli importi necessari al sostentamento del debitore e della sua famiglia.
Se si ha un conto corrente cointestato, nel caso di pignoramento, se il debito è di un unico intestatario, non si può toccare la parte di conto dell’altro intestatario, il che significa che si può bloccare il 50% delle somme presenti sul conto.
Dunque, nel caso di conto corrente cointestato si può pignorare il 50% di quanto depositato sul conto, il che significa che se viene pignorata la parte di conto corrente cointestato del debitore, la restante parte, l’altro 50%, non viene toccato, per cui il cointestatario del conto non debitore può gestire la restante parte dei soldi sul conto.
Per quanto riguarda, invece, i rischi di accertamento che si possono correre nel caso di conto corrente cointestato, è bene sapere che, per le leggi in vigore, se scattano accertamenti e verifiche fiscali nei confronti di un contribuente che sia titolare anche di un conto corrente cointestato, il fisco può chiedere alla banca o all'ente creditizio o finanziario i documenti relativi a qualsiasi rapporto intrattenuto con i loro clienti, anche relativi a conti correnti cointestati e quindi effettuare controlli sugli stessi ma, come detto, eventuali provvedimenti interessano sempre solo la metà del conto intestato al debitore.