Cosa succede se non posso pagare Cartella Agenzia Entrate 2022

Nessun arresto, né segnalazione al Crif né altra conseguenza: cosa accade a chi non può pagare una cartella di pagamento e conseguenze per eredi

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Cosa succede se non posso pagare Cartell

Cosa accade se non posso pagare Cartella Agenzia Entrate 2022?

Se si è impossibilitati a pagare una cartella di pagamento Agenzia delle Entrate Riscossione 2022, essendo nullatenenti senza reddito e senza proprietà o altro patrimonio, non si va incontro ad alcuna conseguenza ma i debiti in futuro ricadono sugli eredi che decidono di accettare l’eredità.

La cartella esattoriale rappresenta dei principali spauracchi per gli italiani soprattutto per chi ha difficoltà a pagare la cartella di pagamento per impossibilità economiche. Ciò che spesso ci si chiede è, infatti, non solo cosa accade se non si paga la cartella di pagamento ma cosa succede se non si può pagare la cartella dell’Agenzia delle Entrate 2022?

Cartella Agenzia Entrate 2022: cosa succede se non si paga

Chi è destinatario di una Cartella di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione 2022, stando a quanto previsto dalla legge, deve pagare l’importo dovuto entro il termine di 60 giorni dalla data di notifica, calcolando nei 60 giorni anche i giorni festivi e feriali. Se il 60esimo giorno cade di sabato, è possibile pagare il lunedì subito successivo.

Se non si paga la somma dovuta entro i 60 giorni di tempo previsto? Chi non paga entro 60 giorni, dal 61esimo giorno potrebbe essere soggetto a provvedimenti come pignoramento o fermo auto, anche se ormai questi procedimenti non vengono più attuati. E si attende che il contribuente provveda a saldare il debito. Se ciò non accade entro un anno dalla notifica della cartella di pagamento, il creditore può procedere all’esecuzione forzata:

  • notifica un nuovo atto (intimazione di pagamento), che obbliga il contribuente a regolarizzare il pagamento entro 5 giorni;
  • invia un’altra notifica con avviso di avvio del pignoramento, dopo 180 giorni se il contribuente non paga entro i 5 giorni precedentemente previsti;
  • procedere con l’esecuzione forzata, se non paga ancora, pignorando i beni del contribuente.

Precisiamo che, stando alle regole in vigore, vige l’impignorabilità sulla prima casa ma solo da parte del Fisco, per cui altri soggetti, come banche, società finanziarie che concedono prestiti e creditori privati possono comunque pignorare anche la prima casa.

Cosa succede se non posso pagare Cartella Agenzia Entrate 2022

Può capitare, però, che il contribuente non paghi la cartella esattoriale ricevuta dall’Agenzia delle Entrate Riscossione non per volontà ma per impossibilità. Ci si può imbattere, infatti, in nullatenenti, coloro che cioè non percepiscono redditi e non hanno alcuna proprietà. In questo caso, secondo la legge, chi non paga la cartella di pagamento per impossibilità oggettiva non subisce alcuna conseguenza ma i debiti ricadono sugli eredi eventuali se questi stessi, alla scomparsa del debitore, ne accettano l’eredità.  

Il debito, infatti, a meno che non scatti la prescrizione, rimane e passa agli eredi ma nel frattempo l’Agenzia Entrate Riscossione non può procedere ad altri provvedimenti se non quelli sopra riportati.

Chi, infatti, non paga una cartella esattoriale, anche se per consapevole volontà, non subisce alcuna sanzione restrittiva: per chi non paga i debito con l’Agenzia delle Entrate non è, infatti, previsto l’arresto, come alcuni possono chiedersi a volta, né è prevista la segnalazione al Crif o alla centrale rischi, che interessa solo ed esclusivamente pagamenti prestiti e con assegni e rapporti bancari.

Cartella Agenzia Entrate Riscossione: prescrizione pagamento

I procedimenti di esecuzione forzata e pignoramento partono a meno che non scadano i termini di prescrizione della cartella stessa per cui sono previsti tempi diversi in base a cosa si deve pagare. I tempi di prescrizione, infatti, sono:

  • di 3 anni per credito con la Regione per bollo auto;
  • di  5 anni per crediti Inps e Inail per contributi previdenziali; per crediti per multe con i Comuni; e per crediti del Comune per Imu, Tasi, Tari, Tarsu;
  • di 10 anni per crediti dell’Agenzia delle Entrate per Irpef, Irap, Iva e altre imposte erariali; e per Canone Rai.