Di quanto e come posso pagare meno tasse se ho stipendio tra i 9mila-22mila euro nel 2022-2023

Quali sono le soluzioni possibili per pagare meno tasse su stipendi tra 9mila-22mila euro e cosa prevedono leggi in vigore

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Di quanto e come posso pagare meno tasse

Come fare a pagare meno tasse se ho stipendio tra i 9mila-22mila euro nel 2022-2023?

Esistono dei sistemi del tutto legali che permettono di pagare meno tasse su uno stipendio tra i 9mila-22mila euro nel 2022-2023 e avere, dunque, stipendi più alti, e tali sistemi sono, per esempio, usufruire di detrazioni fiscali per familiari a carico, versare il Tfr in un fondo pensione, detassare i fringe benefit aziendali se riconosciuti.
 

Di quanto e come posso pagare meno tasse se ho stipendio tra i 9mila-22mila euro nel 2022-2023? Se non si hanno redditi particolarmente elevati e si ha intenzione di risparmiare, è possibile sfruttare diversi sistemi, del tutto legale, per pagare meno tasse. Vediamo di seguito quali sono.

  • Come pagare meno tasse con stipendio tra i 9mila-22mila euro nel 2022-2023 con familiari a carico
  • Pagare meno tasse su stipendio tra i 9mila-22mila euro con Tfr in fondo pensione
  • Pagare meno tasse con detassazione benefit aziendali fino a 600 euro quasi


Come pagare meno tasse con stipendio tra i 9mila-22mila euro nel 2022-2023 con familiari a carico

Uno dei primi sistemi che permette di pagare meno tasse a chi ha uno stipendio tra i 9mila-22mila euro nel 2022-2023 è quello di portare in detrazione tutte le spese che si sostengono per familiari cosiddetti a carico. Se le detrazioni in busta paga per figli a carico non ci sono più dopo il debutto dell’assegno unico per i figli, misura che non viene riconosciuta in busta paga come accadeva per gli assegni familiari ma aumenta comunque il reddito familiare, le detrazioni fiscali per pagare meno tasse possono essere riconosciute per gli altri familiari a carico che, per legge, possono essere:

  • coniuge;
  • genitori;
  • fratelli e sorelle;
  • generi e nuore;
  • suocero e suocera;
  • nonni.

Quando si dimostra la convivenza di uno di questi familiari nella propria casa e la loro presenza nel proprio nucleo familiare, presentando la dichiarazione dei redditi con dati personali e codice fiscale del soggetto fiscalmente a carico o una dichiarazione di responsabilità in cui si autocertificano i familiari fiscalmente a carico, si possono avere detrazioni fiscali per pagare così meno tasse.

Le detrazioni per familiari sono diverse e ancor maggiori se si tratta di familiari anziani conviventi e le detrazioni fiscali di cui si può beneficiare per pagare meno tasse sono, tra le altre, le seguenti:

  • detrazione fiscale al 19% per l’acquisto di farmaci su una franchigia di 129,11 euro;
  • detrazione fiscale al 19% per l’assunzione di colf e badanti;
  • riduzione o esenzione totale del pagamento del bollo auto, prevista specificatamente in alcuni casi individuati dalla legge;
  • sconti in bolletta elettrica per chi assiste suocero o genitore anziano conviventi con necessità di usare costantemente apparecchi elettromedicali per supporto vitale.

Usando le detrazioni fiscali per familiari a carico, si possono pagare meno tasse fino a qualche centinaia di euro, tutto varia e dipende da somme spese e percentuali entro cui si possono portare in detrazione le stesse.

Pagare meno tasse su stipendio tra i 9mila-22mila euro con Tfr in fondo pensione

Un’altra soluzione che permette di pagare meno tasse se si ha uno stipendio tra i 9mila-22mila euro nel 2022-2023 è quella che permette di versare il proprio Tfr in un fondo pensione aziendale. Le leggi in vigore permettono di versare il proprio Tfr nel fondo pensione aziendale riducendo l’aliquota di tassazione rispetto a quella ordinaria.

L’importo del Tfr che si versa in un fondo pensione aziendale si può dedurre con aliquota al 4% in aziende con più di 50 dipendenti e al 6% in aziende con meno di 50 dipendenti. Inoltre, la liquidazione di un Tfr lasciando in un fondo pensione aziendale prevede un importo più alto considerando la minore tassazione applicata.

In particolare, le tasse che si pagano sul Tfr da liquidare dipendono dall’importo maturato dal lavoratore fino al momento della cessazione del rapporto di lavoro e l’aliquota da considerare va da un minimo del 23% per redditi fino a 15.000 euro al 43% per redditi oltre i 50.000 euro. 

In particolare, le aliquote Irpef da considerare in base agli scaglioni di reddito sono le seguenti:

  • del 23% per redditi fino a 15.000 euro; 
  • del 25% per redditi tra 15.000 e 28.000 euro; 
  • del 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro; 
  • del 43% per redditi oltre i 50.000 euro.

Per esempio, per un Tfr da liquidare di importo di 50mila euro lordi e un’aliquota al 35%, si devono sottrarre ben 17.500 euro, lasciando, dunque, al lavoratore 32.500 euro. 

Per pagare meno tasse, si può far versare il Tfr dall'azienda in un fondo pensione e in tal caso le aliquote di tassazione da considerare sono nettamente inferiori, andando da un massimo del 15% ad un minimo del 9% a seconda del numero di anni di iscrizione al fondo. 

Ciò significa che riconsiderando l’esempio del Tfr da 50mila euro, con aliquota al 15%, vengono tassati solo 7.500 euro lasciando nelle tasche del lavoratore dipendente ben 42.500 euro invece di 32.500 euro, ben 10mila euro in più.  

Pagare meno tasse con detassazione benefit aziendali fino a 600 euro quasi

Per aumentare uno stipendio tra i 9mila-22mila euro nel 2022-2023 e pagare meno tasse si può usare la cosiddetta detassazione welfare, per cui è stata aumentata la soglia esentasse da 258 euro a 516 euro, raddoppiando.

Rientrano nelle diverse voci di detassazione welfare che permettono di aumentare complessivamente le buste paga di quasi 600 euro:

  • buoni benzina;
  • buoni pasto;
  • assistenza sanitaria integrativa; 
  • buoni spesa; 
  • autovetture a uso promiscuo; 
  • premi produttività riconosciuti al raggiungimento di obiettivi prefissati in aggiunta alla normale retribuzione; 
  • somme e prestazioni per l'assistenza ai familiari anziani o non autosufficienti;
  • somme erogate dal datore di lavoro in conformità a contratti collettivi o ad accordi e regolamenti aziendali per spese sanitarie;
  • somme e prestazioni erogate dal datore di lavoro per la fruizione di servizi di educazione e istruzione, ludoteche, centri estivi e invernali da parte dei familiari dei dipendenti, e per borse di studio;
  • somme erogate ai dipendenti per l'acquisto degli abbonamenti per il trasporto pubblico locale, regionale e interregionale;
  • ulteriori beni e servizi.