Il rischio per un eventuale razionamento del diesel, con conseguente eventuale blocco delle auto che circolano nel nostro Paese più a diesel che a benzina o metano, deriva dal possibile taglio delle forniture ed esportazione da parte della Russia nel nostro Paese, rischio concreto considerando le pesanti sanzioni importi da Europa, e Italia, alla Russia di Putin per l’invasione in Ucraina che sta attuando.
Le conseguenze del conflitto ucraino-russo si riflettono ormai da tempo sull'economica mondiale e sulla nostra e il nuovo importante rischio all'orizzonte che potrebbe concretizzarsi a causa di ciò che sta accadendo è quello di razionamento del diesel. Vediamo allora qual è la situazione attuale su disponibilità di diesel e sconti carburanti.
Stando a quanto riportano le ultime notizie, sembra concretizzarsi il rischio di un razionamento del diesel, derivante da quanto sta accadendo in Ucraina, ma soprattutto dalle sanzioni europee imposte dalla Russia di Putin che, d’altro canto, annuncia tagli alle esportazioni.
Le conseguenze potrebbero essere davvero importanti: se, infatti, la Russia taglierà effettivamente le esportazioni di diesel verso l'Europa del 15%, come annunciato, le disponibilità di carburante sarebbero ridotte e si andrebbe incontro ad un necessario razionamento dello stesso, con il rischio di bloccare le auto.
Le ultime notizie parlano di possibili tagli di esportazioni fino a tre milioni di barili di petrolio al giorno e considerando che l’Europa importa la metà del suo diesel dalla Russia e l'altra metà dal Medio Oriente e che dalla Russia si preparano tagli, per evitare di rimanere senza, si rischia ilc razionamento del diesel che implicherebbe il contestuale rischio del blocco delle auto, considerando il maggior consumo del diesel rispetto alla benzina nel nostro Paese.
Il decreto taglia prezzi che prevede un taglio di 25 cent sui carburanti è entrato in vigore ma è caos: i distributori non hanno ancora adeguato i nuovi prezzi ai tagli stabiliti dal governo e si tratta di tagli su benzina, diesel e metano che non sarà per sempre ma di durata per un solo mese.
E' entrato il vigore il 22 marzo il decreto taglia costi-carburanti ed essendo in vigore un mese terminerà il prossimo 22 aprile, ma la delusione e le polemiche dilagano considerando che non sono ancora stati effettivamente ridotti i prezzi, per cui si dovrebbe godere degli sconti meno del tempo previsto, a meno che il governo non intervenga di nuovo con ulteriori chiarimenti.
Tanta, dunque, la delusione: deludono tagli e sconti sulle accise ancora troppo bassi, si chiedono al governo maggiori interventi e più significativi, il ministro delle Infrastrutture Giovannini promette che arriveranno ulteriori interventi contro il caro-carburanti dopo il Def, Confindustria chiede che i tagli siano strutturali e non di durata di un mese perché altrimenti servono poco.
Secondo la Cgia di Mestre, il taglio su benzina, diesel e metano dovrebbe essere del 50% in modo da portare il prezzo alla pompa rispettivamente a 1,74 e 1,78 euro al litro, operazione che, seppur secondo le stime costerebbe allo Stato circa 1,5 miliardi di euro al mese, ridurrebbe drasticamente e in misura seria i prezzi attuali che stanno pesando fortemente su famiglie e imprese.