I diritti dei conviventi restano più o meno gli stessi nel caso di separazione con figli: continuano ad avere stesso rapporto e legame con obbligo da parte di entrambe i genitori di mantenimento dei figli stessi. In assenza di figli, non sussistono per i conviventi gli stessi diritti dei coniugi che si separano.
Le coppie conviventi sono oggi molto numerose e sono sempre più le persone che, pur mettendo su famiglia, non si sposano ma continuano solo la convivenza sotto lo stesso tetto. Quali sono i diritti dei conviventi in caso di separazione?
Per la coppia di conviventi che decide di separarsi e che abbia figli valgono le stesse regole previste per la separazione di due coniugi. Entrambe i genitori hanno il diritto di continuare ad avere rapporti costanti e continuativi con i propri figli, secondo regole da loro stessi stabilite o da un giudice e devono, altresì, provvedere al mantenimento dei figli in proporzione al loro reddito e alle loro condizioni economiche e tocca al giudice decidere a quale dei due conviventi affidare i figli e decidere l’importo dell’assegno di mantenimento dei figli, considerando:
Entrambi i genitori devono, inoltre, contribuire al 50% delle spese straordinarie che potrebbero essere necessarie per i figli.
A prescindere, dunque, dal legame dei figli, per i conviventi non sussiste, in caso di separazione ma anche in corso di convivenza, almeno per la legge, l’obbligo di fedeltà come previsto dal matrimonio e anche in caso di separazione legale fino alla sentenza di divorzio (teoricamente).
Non sussiste per i conviventi il diritto al mantenimento per il convivente economicamente più debole una volta conclusa la convivenza. Se, infatti, in caso di separazione di una coppia sposata il giudice può obbligare il coniuge che vive economicamente in una condizione più agiata a versare un assegno di mantenimento periodico all’ex coniuge, nel caso in cui quest’ultimo ne abbia necessità, per i conviventi che si separano sono previsto solo alimenti ma non esistono obblighi reciproci al mantenimento.
Inoltre, se i due conviventi si separano, nel caso di decesso di uno dei due, l’altro non rientra legalmente nell’asse ereditario per la successione, non essendo tra gli eredi legittimi previsti dal codice civile.
Per quanto riguarda la casa dove la coppia ha convissuto, sia nel caso in cui la casa di proprietà di uno dei due conviventi o di entrambe, sia nel caso si tratti di una casa in affitto, la casa, secondo la Cassazione, dovrebbe rimanere al convivente con sui restano a vivere i figli, esattamente come accade alle coppie che si separano o divorziano.
E’, però, possibile che se i due conviventi si lasciano pacificamente possano mettersi d’accordo sul futuro della loro casa. Nel caso in cui, invece, dalla coppia non siano nati figli, i due conviventi o lasciano entrambe la casa nel caso di appartamento in affitto o decidono perché uno dei due vi rimanga. Nel caso di casa di proprietà, le strade da seguire possono essere le stesse valide per l'assegnazione della casa coniugale le coppie sposate: se la casa è di proprietà si può vendere e i due conviventi possono dividersi in parti uguali il ricavato della vendita.
O, altrimenti, uno dei due conviventi può rimanere a vivere nella casa liquidando all’altro la parte spettante in denaro.