Diritto alla casa popolare per professionisti con partite iva, nuova sentenza Cassazione 2022

La Corte Costituzionale parla esplicitamente di irragionevolezza di una disparità di trattamento nella sentenza che ha coinvolto la Regione Lombardia.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Diritto alla casa popolare per professio

I professionisti con partite Iva hanno diritto alla casa popolare?

La Consulta ha dichiarato incostituzionale una legge della Regione Lombardia secondo cui i canoni di locazione agevolati erano riservati ai soli lavorati dipendenti o assimilati, escludendo i professionisti con partite Iva. Secondo la Corte Costituzionale siamo davanti a una irragionevole disparità di trattamento.

Se non si tratta di una decisione rivoluzionaria poco ci manca. La Corte Costituzionale, in riferimento al diritto alla casa popolare, ha infatti equiparato la posizione dei lavoratori autonomi ovvero dei professionisti con partite Iva, a quella dei dipendenti.

Fino a questo momento, i dipendenti con contratto subordinato sono stati valutati con più benevolenza in quanto i loro redditi sono certi mentre sui lavoratori autonomi aleggia da sempre l'ombra dell'evasione fiscale ovvero della mancata dichiarazione di ricavi e guadagni. Tuttavia la realtà delle cose può essere ben diversa e privare i professionisti con partite Iva di un diritto che potrebbe loro spettare è considerato contrario alle norme della Costituzione. Approfondiamo meglio la questione:

  • Professionisti con partite Iva hanno diritto alla casa popolare
  • Decisivo il calcolo dell'Isee Erp anche per i lavoratori autonomi

Professionisti con partite Iva hanno diritto alla casa popolare

La Consulta ha dichiarato incostituzionale una legge della Regione Lombardia secondo cui i canoni di locazione agevolati erano riservati ai soli lavorati dipendenti o assimilati, escludendo i professionisti con partite Iva.

Secondo la Corte Costituzionale siamo davanti a una irragionevole disparità di trattamento, nella determinazione dei canoni di locazione sopportabili, fra i nuclei familiari che dipendono da redditi da pensione, da lavoro dipendente o assimilato, e quelli sostenuti da redditi da lavoro autonomo. L'importanza di questa pronuncia va al di là dell'ambito di applicazione territoriale e del caso specifico oggetto di trattazione perché fissa un importante principio che può trovare spazio in tutte le altre questioni in cui i lavoratori dipendenti sono stati collocati in una posizione di favore.

Nella sentenza di condanna dell'operato della Regione Lombardia, la Corte Costituzionale parla esplicitamente di irragionevolezza di una disparità di trattamento che, per dare rilevanza a un risalente e neppure esclusivo contributo erogato dai lavoratori dipendenti per la realizzazione dell'edilizia residenziale pubblica, pregiudica nuclei familiari economicamente fra i più deboli, per il solo fatto che essi sono sostenuti dal reddito di un'altra categoria di lavoratori.

L'indice è puntato contro la Regione Lombardia, secondo cui anche altre leggi regionali e provvedimenti statali differenzierebbero la disciplina delle locazioni nell'edilizia residenziale pubblica, in considerazione della tipologia di reddito percepito dal conduttore.

Decisivo il calcolo dell'Isee Erp anche per i lavoratori autonomi

Dal punto di vista pratico si rivela decisivo il calcolo dell'Isee Erp anche per i lavoratori autonomi. Per la compilazione occorrono la carta di identità dichiarante, il permesso o la carta di soggiorno di tutti i componenti il nucleo familiare, il codice fiscale di tutti i componenti del nucleo familiare, l'eventuale certificazione di handicap permanente con invalidità superiore al 66%, la certificazione per disoccupazione che si è verificata solo in seguito all'anno di riferimento del reddito.

Il calcolo del canone di locazione basato sulle fasce Isee-Erp prevede poi il ricorso a uno specifico programma e si articola in più passaggi. Innanzitutto l'inserimento dei dati anagrafici di tutti i componenti del nucleo familiare per la determinazione e relativi coefficienti di rimodulazione commisurati all'età dei soggetti occupanti l'alloggio. Quindi l'inserimento dei dati reddituali attraverso l'analisi delle dichiarazioni dei redditi, indennità di disoccupazione e altre fonti di reddito vari.

Poi la determinazione della tipologia del reddito e l'inserimento dei dati relativi al patrimonio mobiliare del nucleo tra saldo conti correnti, depositi postali, quote di fondi d’investimento, portafoglio azionario e obbligazionario per la determinazione dell'Indicatore della situazione patrimoniale. A quel punto si passa all'esecuzione di interrogazione catastale per la verifica dell'eventuale possesso di beni immobili incidenti sulla determinazione dell'Isp e all'inserimento delle detrazioni previste per legge derivanti sia da aspetti fiscali sia da fragilità. Sulla base dei dati raccolti viene calcolato l'Isee Erp.