Non sempre l'azienda deve comprare gli indumenti per il dipendente, ma occorre valutare tra le 3 circostanze possibili. L'obbligo scatta sempre quando di mezzo ci sono dispositivi di sicurezza per proteggere da infortuni sul lavoro o malattie professionali.
Ci sono alcuni mestieri e professioni in cui l'abito fa il monaco. Sono quelli in cui è indispensabile indossare precisi indumenti di lavoro o una vera e propria divisa. Alcune volte si tratta di un segno di riconoscibilità aziendale o della figura. Altre volte questa scelta è dettata da ragioni di sicurezza.
Ci domandiamo allora se questo obbligo viene pagato dall'azienda o meno ovvero se spetta al datore di lavoro acquistare la divisa o gli indumenti richiesti in base alle legge 2022 in vigore e naturalmente ai differenti Ccnl. Vediamo quindi:
L'elenco dei lavori per cui è richiesto un indumento specifico o una divisa è molto lunga. Pensiamo agli infermieri o alle hostess, ai giudici o alle forze dell'ordine, ai camerieri o agli addetti alle pulizie. Occorre quindi distinguere le varie posizioni per capire a chi spetta comprare gli indumenti.
Nel caso in cui il datore di lavoro richieda un codice d'abbigliamento adeguato al contesto e dunque non una vera e propria divisa, la spesa è a carico del lavoratore. Ben diverso è il caso in cui al lavoratore viene chiesto di indossare un indumento, come una camicia o una maglietta, con il brand aziendale.
In questa situazione è l'azienda a fornirli tenendo conto della taglia del dipendente. Quando di mezzo ci sono dispositivi di sicurezza ai fini della prevenzione e della protezione nei confronti degli infortuni sul lavoro o delle malattie professionali, i costi sono rigorosamente a carico del datore di lavoro.
Da parte sua l'Unione europea sta promuovendo una strategia per tentate di diminuire il 25% di incidenti e malattie sul posto di lavoro promuovendo azioni a livello europeo e nazionale in alcune aree ben precise.
In particolare punta a migliorare e identificare la ricerca di nuovi e potenziali rischi, attraverso lo scambio di studi e applicazioni pratiche; sensibilizzare e coinvolgere altri settori della politica nazionale attraverso nuove sinergie; promuovere e semplificare la legislazione esistente, sviluppare e implementare lo scambio delle buone pratiche, promuovere campagne informative e seminari.
Ma anche ad aiutare le piccole e medie imprese ad adottare la legislazione e a definire e implementare le strategie nazionali adattate al contesto di ogni Stato membro.
Vale infine la pena ricordare che quando si parla di divisa e indumenti sul lavoro, è inevitabile il riferimento al cosiddetto tempo tuta. Si tratta del tempo necessario utile al lavoratore dipendente per vestirsi o svestirsi dagli abiti da lavoro, se necessari e dovuti per il compimento dell’attività lavorativa.
Per capire se deve essere retribuito entrano in gioco due concetti: l'eterodirezione e la dipendenza.
Il primo rappresenta il vincolo che assoggetta il prestatore d'opera al potere direttivo del datore di lavoro, inteso come subordinazione del prestatore alle direttive del datore nell'esecuzione della prestazione concordata nel contratto di lavoro e la facoltà del datore di lavoro di esercitare il potere di impartire ordini e istruzioni al lavoratore.
Il secondo è l'elemento utile a determinare la condizione di soggezione del prestatore di lavoro a svolgere l'attività all'interno di un contesto organizzativo e produttivo altrui, quello appunto del datore di lavoro, e in funzione ad un risultato di cui, il titolare dell'organizzazione, è legittimato ad appropriarsi.
Sulla base di questi concetti, se il tempo necessario a compiere le operazioni di vestizione o svestizione possono essere liberamente scelte dal lavoratore, rientra negli atti di diligenza preparatoria allo svolgimento dell'attività lavorativa e non dove essere retribuita.
Al contrario se il dipendente è assoggettato al potere direttivo del datore di lavoro, nel compimento di queste operazioni, che ne stabilisce il tempo e il luogo per compierle, risultando di fatto eterodirette, sono soggette alla normale retribuzione.
Quando si parla di divisa a indumenti di lavoro occorre fare una importante distinzione tra diritti e doveri del datore e del dipendente.