In qualunque modo si voglia chiamare questo provvedimento tra condono, sanatoria o rottamazione, non cambia il concetto di fondo. I contribuenti coinvolti in questa misura non devono corrispondere l'importo indicato nella cartella esattoriale.
E né la sanzione applicato così come gli interessi accumulati per via del ritardo. La nuova disposizione fiscale fa parte del decreto Sostegni ovvero del primo provvedimento a carattere economico del governo Draghi.
Un ruolo centrale viene naturalmente ricoperto dall'Agenzia delle entrate chiamata a rendere esecutiva questa decisione di Palazzo Chigi che è già oggetto di discussioni tra le parti politiche sull'opportunità di questa misura ma anche sui contenuti inseriti. Vediamo i dettagli:
Nel decreto Sostegni è prevista la cancellazione delle vecchie cartelle esattoriali fino a 5.000 euro. Chi ha regolarmente pagato, nei tempi previsti dalla normativa oppure in ritardo ma ha si è comunque messo in regola, non ha diritto ad alcun rimborso.
Sì, il decreto prevede che il debitore non versi un solo euro tra importo non pagato, sanzioni e interessi. Questo significa che in una cartella possono esserci più ruoli purché ciascuno non superi 5.000 euro.
Il condono fiscale si applica esclusivamente sulle cartelle esattoriali emesse dal 2000 al 2010. Nella versione originaria del decreto era previsto un periodo più lungo, dal 2000 al 2015.
Non conta l'anno di riferimento dell'imposta, ma la data in cui l'ex Equitalia ha preso in carico il debito.
No, solo per chi rientra in un tetto di reddito nel 2019 di 30.000 euro. Significa che a essere rottamate dal magazzino della ex Equitalia saranno complessivamente 16 milioni di ruoli. Si tratta di una cifra sicuramente inferiore ai 60,5 milioni dell'ipotesi iniziale che non prevedeva limiti di reddito e riguardava un periodo più ampio.
Solo le persone fisiche e le società che hanno un reddito imponibile non superiore a 30.000 euro.
Chi rientra nella categoria dei destinatari non deve fare nulla. Ci pensa l'Agenzia delle entrate a cancellare i debiti in maniera automatica.
Per verificare la propria posizione fiscale occorre accedere all'area riservata del sito dell'Agenzia delle entrate utilizzando Spid, Carta d’identità elettronica o la Carta nazionale dei servizi. Il Pin non sarà più valido a partire dal mese di ottobre.
Sì, fino al 30 aprile.
Innanzitutto il rinvio al primo maggio della ripartenza delle notifiche delle cartelle esattoriali bloccate dal precedente governo. Quindi lo spostamento al secondo semestre della ripresa dei pagamenti per chi ha programmi di rateizzazione in corso.
Non tutti possono beneficiare della cancellazione delle cartelle prevista con il decreto Sostegni, ma solo chi nel 2019 ha posseduto redditi fino a 30.000 euro lordi annui.