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Dopo quanto scatta il pignoramento da parte dell'Agenzia delle Entrate? Le varie fasi e tempi

Il processo di identificazione dei beni e l'eventuale pignoramento possono richiedere tempi variabili, con alcuni casi che potrebbero non portare all'avvio della procedura.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
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La procedura di pignoramento, condotta dall'Agenzia delle entrate nei confronti dei contribuenti inadempienti ai loro debiti fiscali, segue parametri temporali stabiliti dalla normativa vigente. Alla scansione temporale segue quindi quella procedurale in quanto il fisco segue un protocollo ben preciso che esaminiamo in questo articolo.

Il mero accertamento dell'inadempienza non implica automaticamente l'avvio dell'esecuzione coattiva. Nel caso in cui tale esecuzione sia necessaria, essa non può mai essere avviata prima del decorso di un determinato periodo temporale, come previsto dalla legge.

  • I tempi del pignoramento da parte dell'Agenzia delle entrate

  • Le fasi del pignoramento da parte dell'Agenzia delle entrate

I tempi del pignoramento da parte dell'Agenzia delle entrate

La normativa stabilisce precisi parametri temporali per l'esecuzione del pignoramento da parte dell'Agenzia delle entrate nei confronti dei contribuenti inadempienti ai loro obblighi fiscali. La procedura non è istantanea: dopo la segnalazione dell'inadempimento, possono trascorrere periodi di tempo apparentemente lunghi durante i quali il contribuente riceve solleciti.

Gli atti impositivi e le sanzioni emessi dall'Agenzia delle entrate acquisiscono immediatamente carattere esecutivo, riducendo le opzioni disponibili per il contribuente. Questo contesto concede al contribuente due vie d'azione: presentare un ricorso entro 60 giorni o procedere al pagamento dell'importo dovuto.

Trascorsi i 60 giorni senza alcuna azione da parte del contribuente, l'accertamento diventa incontestabile, negandogli ogni possibilità di opposizione, anche in fase di pignoramento.

Dopo altri 30 giorni dalla scadenza del termine per il ricorso o il pagamento, l'Agenzia delle entrate assume la gestione del recupero crediti. Questo passaggio è un altro avvicinamento al pignoramento, ma introduce anche un periodo di sospensione di 180 giorni, durante il quale il processo può essere interrotto solo in circostanze specifiche, come una sentenza definitiva del giudice tributario o la decadenza da un accordo di rateizzazione.

Al termine di questi 180 giorni, l'Agenzia delle entrate notifica al contribuente l'avviso di presa in carico tramite posta ordinaria o posta elettronica certificata. Questo avviso informa il contribuente che l'Agenzia delle entrate ha incaricato l'esattore di intraprendere azioni nei suoi confronti, tra cui l'identificazione dei beni pignorabili attraverso l'Anagrafe tributaria.

Il processo di identificazione dei beni e l'eventuale pignoramento possono richiedere tempi variabili, con alcuni casi che potrebbero non portare all'avvio della procedura, soprattutto se il debitore non possiede beni facilmente liquidabili. In genere si stima che il percorso dall'avviso di accertamento al pignoramento richieda non meno di un anno, con possibili prolungamenti in situazioni particolari.

Le fasi del pignoramento da parte dell'Agenzia delle entrate

Nel contesto del pignoramento per debiti fiscali, l'Agenzia delle entrate adotta due strategie operative che sono selezionate in base alla situazione del contribuente e al tipo di debito.

La prima viene avviata tramite l'emissione di una cartella esattoriale, un documento inviato al contribuente ogni qualvolta si verifichi un debito fiscale. Si tratta del primo passo formale verso il recupero delle somme dovute.

La seconda procedura è innescata dalla ricezione di un avviso di accertamento esecutivo. Questo secondo scenario si verifica più frequentemente, anche per debiti di entità minore, segnalando un cambiamento di tendenza rispetto al passato, quando era considerato più un'eccezione.

L'invio dell'avviso di accertamento indica il passaggio a una fase più incisiva del processo di riscossione da parte dell'Agenzia delle entrate. Un elemento centrale del procedimento di pignoramento riguarda i termini di prescrizione dei debiti fiscali.

La normativa stabilisce un limite minimo, al di là del quale il pignoramento non può essere avviato, ma esiste anche un limite massimo entro il quale il debito si estingue definitivamente. Questi termini di prescrizione variano a seconda del tipo di imposta o contributo:

  • imposte sui redditi (Irpef, Ires, Irap): 10 anni;

  • Iva: 10 anni;

  • altre imposte erariali (imposta di registro, imposta sulle donazioni o successioni): 10 anni;

  • contributi previdenziali e assistenziali: 5 anni;

  • imposte locali (Imu, Tari, Tosap): 50 anni;

  • sanzioni amministrative, penali o tributarie: 5 anni;

  • bollo auto: 3 anni.