Il fenomeno della fuga di cervelli evidenzia una crescente ondata di giovani talenti che abbandonano l'Italia in cerca di migliori opportunità lavorative all'estero nel 2024. Questa espressione, spesso utilizzata per sintetizzare un tema complesso, merita un'analisi dettagliata. Il numero di laureati che decide di non fare ritorno nel Paese è in costante aumento: secondo i dati recenti, 79.000 giovani hanno lasciato l'Italia definitivamente.
Il Libro Bianco, rilasciato durante la nona edizione del Technology Life Sciences Forum da The European House - Ambrosetti, rivela che nell'ultimo decennio, la percentuale di giovani che si trasferiscono all'estero è cresciuta del 42%. Questi numeri sollevano questioni critiche sulle politiche di ritenzione dei talenti e sulle prospettive economiche che il nostro Paese offre ai propri laureati. Approfondiamo in questo articolo:
Tra stipendi e qualità della vita, dove lavorare all'estero nel 2024
La ricerca in più sui migliori Paesi per un giovane laureato
La ricerca di condizioni lavorative migliori non spinge necessariamente i giovani italiani fuori dai confini del mondo, poiché l'Europa rimane la destinazione prediletta per chi decide di lasciare il Paese. Tra i giovani adulti, quelli di età compresa tra i 25 e i 34 anni, circa 337.000 hanno scelto di trasferirsi, con oltre 120.000 laureati (35,6%) tra loro. Dall'analisi del periodo 2013-2021 emerge che 94m.000 giovani di questa fascia di età sono rientrati in Italia, inclusi più di 41.000 laureati, rappresentando il 43,6% del totale.
I dati Eurostat mostrano che gli stipendi medi europei si attestano a 33.511 euro lordi annui, superando di 3.560 euro la media italiana. Al top della classifica salariale troviamo il Lussemburgo, con retribuzioni annue che raggiungono i 72.247 euro, seguito da Danimarca e Irlanda, con rispettivamente 63.261 euro e 50.347 euro. In Germania, la media è di 44.404 euro all'anno, mentre in Francia si fermano a 40.135 euro. Gli stipendi sono inferiori a quelli italiani in Spagna, Portogallo e Grecia, dove si guadagna rispettivamente 28.184 euro, 19.301 euro e 15.879 euro annui.
Per chi considera un trasferimento oltre confine è importante non limitarsi a confrontare gli stipendi. Il costo della vita può variare notevolmente. Una indagine dell'Economist pone Zurigo, Ginevra, Parigi, Copenhagen e Oslo tra le città europee più care. Al contrario, Istanbul, Bucarest e Budapest risultano essere tra le più accessibili.
Ogni anno, InterNations, rete globale per chi vive e lavora all'estero, conduce Expat Insider, indagine approfondita che interroga oltre 12.000 espatriati per stilare una classifica dei Paesi in base a vari criteri. Quest'anno, la Spagna ha ottenuto il riconoscimento come il migliore Paese in Europa e il secondo a livello mondiale, preceduta solo dal Messico, per la qualità della vita degli espatriati.
Fin dal primo sondaggio nel 2014, la Spagna ha costantemente figurato tra i primi dieci Paesi per qualità della vita, distinguendosi particolarmente per cultura e intrattenimento. Quest'anno, si è guadagnata il primo posto in Europa in queste categorie, con l'88% degli espatriati che esprime soddisfazione per la vita culturale e notturna, ben al di sopra della media globale del 68%.
La Spagna brilla anche per le opportunità di attività sportive e associative, con più del 90% degli espatriati che apprezzano tali possibilità. Le condizioni climatiche favorevoli si collocano al terzo posto mondiale, facilitando l'adozione di uno stile di vita attivo all'aperto.
La situazione per gli spagnoli che emigrano dall'Europa non è altrettanto positiva. Meno della metà degli espatriati spagnoli ritiene che trasferirsi all'estero abbia migliorato le proprie prospettive di carriera e solo il 36% è soddisfatto del mercato del lavoro locale. Nonostante ciò, il 75% degli espatriati in Spagna apprezza l'equilibrio tra lavoro e vita privata.
Il Portogallo chiude la top ten e si distingue per la facilità di inserimento, con oltre tre quarti degli espatriati che si sentono a casa e più dell'80% accolti calorosamente.
Nonostante il Portogallo sia apprezzato per il clima rilassato e la qualità dell'aria, rimane indietro per quanto riguarda la burocrazia, con più della metà degli espatriati che la trovano complicata. Circa un quarto è insoddisfatto dei servizi pubblici online, e il Paese si posiziona al 49esimo posto per le prospettive di carriera, con il 45esimo per le opportunità lavorative locali. Malgrado ciò, il 78% degli espatriati ritiene che il reddito familiare sia sufficiente per un tenore di vita confortevole.