L'amministratore di sostegno non ha diritto al compenso ovvero a una retribuzione fissa. Tuttavia per lo svolgimento dei compiti assegnati può avere diritto a un rimborso spese oppure a una indennità.
L'amministratore di sostegno è una figura chiave per la tutela di persone che non sono in grado di badare ai propri interessi. In pratica è una misura personalizzata di tutela che assegna un elevato grado di responsabilità, al netto del controllo del giudice tutelare che provvede alla sua nomina formale.
Ci domandiamo allora, anche in virtù degli oneri, se per lo svolgimento di questo incarico sia previsto un compenso ovvero una retribuzione oppure no. Approfondiamo i dettagli in questo articolo, ricordando anche quali sono gli atti che può compiere ovvero:
Amministratore di sostegno, l'incarico è gratuito o c'è un compenso
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A norma di legge, la finalità dell'amministratore di sostengo è assicurare la migliore tutela, con la minore limitazione possibile della capacità di agire delle persone in tutto o in parte prive di autonomia nell'espletamento delle funzioni della vita quotidiana, mediante interventi di sostegno temporaneo o permanente. L'aspetto fondamentale da non perdere mai di vista è che la scelta dell'amministratore di sostegno avviene con esclusivo riguardo alla cura e agli interessi della persona del beneficiario.
Non è un caso che la scelta dell'amministratore di sostegno ricada spesso sul coniuge non legalmente separato dal beneficiario o sulla persona convivente. Oppure sul padre o sulla madre, sul figlio, sul fratello o sulla sorella, sul parente entro il quarto grado o sulla persona designata dal genitore superstite con testamento, atto pubblico o scrittura privata autenticata.
Spetta tra l'altro all'amministratore di sostegno presentare giuramento al momento del conferimento dell'incarico, che determina l'assunzione della qualifica di pubblico ufficiale, presentare alle scadenze fissate nel decreto un rendiconto patrimoniale e una relazione sulle condizioni di vita del beneficiario e chiedere al giudice tutelare le autorizzazioni preventive per atti straordinari ovvero per atti che esulino dal suo incarico.
Tra i suoi doveri rientrano pure quelli di presentare al giudice tutelare l’inventario dei beni dell'amministrato entro 60 giorni dalla nomina, informare preliminarmente il beneficiario circa gli atti da compiere, informare il giudice tutelare in caso di dissenso con il beneficiario, svolgere l'incarico con diligenza del buon padre di famiglia, rispettare le aspirazioni e i bisogni del beneficiario.
L'amministratore di sostegno non ha diritto al compenso ovvero a una retribuzione fissa. Tuttavia per lo svolgimento dei compiti assegnati può avere diritto a un rimborso spese oppure a una indennità. Quest'ultima viene fissata sulla base di due indicatori: l'entità del patrimonio e la difficoltà dell'amministrazione. La richiesta dell'indennità deve essere avanzata con una istanza specifica che va depositata insieme al rendiconto annuale.
A dimostrazione dell'elevato grado di responsabilità assegnato all'amministratore di sostegno ci sono i numerosi atti straordinari che può compiere. Pensiamo per esempio alla promozioni di giudizi, salvo che si tratti di denunzie di nuova opera o di danno temuto, di azioni possessorie o di sfratto e di azioni per riscuotere frutti o per ottenere provvedimenti conservativi.
Oppure alle riscossione di capitali, consentire alla cancellazione di ipoteche o allo svincolo di pegni, assumere obbligazioni, all'acquisto di beni, tranne i mobili necessari per l'economia domestica e per l’amministrazione del patrimonio, all'alienazione di beni, eccettuati frutti e mobili soggetti a facile deterioramento.
E poi, rientrano tra le sue facoltà: fare contratti di locazione di immobili di durata superiore ai nove anni, accettare eredità o rinunciarvi, accettare donazioni o legati, stabilire il modo di erogazione o di reimpiego del prezzo, procedere a divisione o promuovere i relativi giudizi, dare compromessi e transazioni o accettare concordati, costituire pegni o ipoteche.