Nel caso di ricettazione ovvero di acquisto con consapevolezza merce rubata, il rischio che si corre è di una multa da 516 a 10.329 euro oltre alla reclusione da 2 a 8 anni. Nel caso di incauto acquisto in cui a fare al differenza non è la conoscenza della provenienza illecita dei prodotti acquistati bensì il sospetto, si va incontro a una ammenda di almeno 10 euro e all'arresto fino a sei mesi. Infine, l'acquisto in buona fede ovvero senza sapere che si tratta di merce rubata non comporta alcuna multa o pena detentiva, ben sapendo che il confine tra tutte queste ipotesi è sempre molto sottile.
L'acquisto di merce rubata è un reato? Quali sono i rischi che si corrono? Ma se non sappiamo che si tratta del bottino di un furto, l'acquirente compiete lo stesso un reato?
Ed eventualmente, quali sono le sanzioni a cui va incontro? Come vedremo in questo articolo, la normativa è molto particolareggiata poiché distingue tra tanti casi particolari. Prima di esaminarli occorre però prendere coscienza dei rischi che tutti i giorni corriamo.
Pensiamo ad esempio a quei siti online che propongono offerte particolarmente vantaggiose. Gli sconti sono alcune volte così elevati da far nascere il sospetto di qualche forma di illegalità. Naturalmente il riferimento va a quelle piattaforme online poche conosciute e con scarsi riferimenti.
Un'altra circostanza soggetta a equivoci è quella dell'acquisto nelle bancarelle in cui i venditori propongono beni di valore a costi ridotti. Si tratta di merce "non originale" ovvero oggetto di plagio oppure del provento di un furto? Il solo dubbio, anticipiamolo subito, comporta un diverso giudizio. Vediamo tutti i dettagli in questo articolo ovvero
C'è una certezza da cui non si scappa: comprare con consapevolezza merce rubata è un reato. Lo stabilisce il codice penale e l'accusa è di ricettazione. Il concetto alla base di questo reato è profitto. In buona sostanza è sufficiente che il compratore tragga un beneficio per fare scattare l'ipotesi di reato.
Per intenderci, anche l'acquisto di un bene anziché di un altro per via del risparmio ottenuto rappresenta un profitto. Se la ricettazione è il reato più grave, quello di incauto acquisto è più leggero. Ma da non sottovalutare perché è anche normato dal Codice penale.
Per capire di cosa si tratta e la differenza è utile leggere nel dettaglio la norma, secondo cui è reato nel caso di acquisto o ricezione senza averne prima accertata la legittima provenienza, di merce per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o per la entità del prezzo sono fonte di sospetto che provengano da reato.
I termini del reato sono quindi ribaltati perché non occorre la consapevolezza della provenienza illecita bensì il sospetto. Il reato è di caratura minore e infatti, come vedremo nel paragrafo successivo, la pena comminata è inferiore. L'aspetto di cui tenere conto è la punizione per entrambe le parti: chi acquista e chi vende.
C'è infine l'acquisto in buona fede di una oggetto proveniente da un furto. Le condizioni affinché possa essere considerato tale sono tre: il cosiddetto acquisto a non domino in cui il venditore non è il reale proprietario della cosa, che è garantito e lecito per via del possesso dell'oggetto. Quindi buona fede da parte dell'acquirente al momento dell'acquisto. Dopodiché la sussistenza di un titolo adeguato come il contratto di vendita.
Nel caso di ricettazione ovvero di acquisto con consapevolezza merce rubata, il rischio che si corre è di una multa da 516 a 10.329 euro oltre alla reclusione da 2 a 8 anni.
Nel caso di incauto acquisto in cui a fare al differenza non è la conoscenza della provenienza illecita dei prodotti acquistati bensì il sospetto, si va incontro a una ammenda di almeno 10 euro e all'arresto fino a 6 mesi.
Infine, a differenza dei casi di ricettazione e di incauto acquisto, l'acquisto in buona fede non comporta alcuna multa o pena detentiva, ben sapendo che il confine tra tutte queste ipotesi è sempre molto sottile.