Ex dipendente può essere assunto con partita iva forfettaria o ordinaria o ci sono limiti nel 2023

L'Agenzia delle entrate ha quindi precisato che la causa ostativa si applica nei casi di interruzione del rapporto di lavoro e di prosecuzione con l'ex datore di lavoro.

Autore: Chiara Compagnucci
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Partita Iva può essere assunta da ex datore di lavoro?

La normativa in vigore prevede una limitazione ben precisa: l'incompatibilità tra il regime forfettario delle partite Iva con lo svolgimento in via prevalente dell'attività nei confronti del datore di lavoro o dell'ex datore di lavoro nei due anni precedenti.

Che sia per una scelta volontaria ovvero uscire dal rapporto dipendente per avviare una carriera autonoma oppure per una forzatura, vogliamo se un ex dipendente può essere assunto con partita Iva. Precisiamo subito che se c'è una relazione lavorativa che viene perseguita è quella delle finte partite Iva.

Si tratta in pratica di quei lavoratori che dal punto di vista formale sono autonomi perché dotati appunto di partita Iva. Dal punto di vista pratico sono invece dipendenti perché sono soggetti a orari, al rispetto di ordine e direttive e prestano attività all'interno dei locali aziendali senza possibilità di fare diversamente.

Ma cosa accade se invece si è davvero una partita Iva? L'ex dipendente può instaurare un rapporto con il datore? Come vedremo nel corso di questo articolo è necessaria la distinzione tra partita Iva in regime ordinario e partita Iva in regime forfettario. Nel primo caso si tratta della situazione tipica ovvero del lavoratore autonomo o del professionista che non è soggetto ad alcun limite nell'esercizio della propria attività.

Ben diverso è il regime agevolato delle partite Iva e non solo perché per aderire e rimanere occorre non superare una certa soglia di reddito. Ma anche per l'esistenza di alcuni impedimenti, alcuni dei quali si riferiscono proprio al rapporto di lavoro da instaurare con l'ex datore. La situazione è dunque particolarmente delicate e anche l'Agenzia delle entrate è intervenuta nella materia. Vediamo quindi:

  • Partita Iva può essere assunta da ex datore o no
  • Limiti partita iva forfettaria o ordinaria 2023

Partita Iva può essere assunta da ex datore o no

Quando si parla di assunzione di un ex dipendente con partita Iva occorre sempre molta cautela perché il rischio di una forzatura è concreto.

La potenziale forma di ricatto è evidente: il datore di lavoro si sgrava di tutti i costi previdenziali e assicurativi così come delle imposte e allo stesso tempo si assicura la prestazione lavorativa dell'ex dipendente.

Quest'ultimo avrebbe due strade tra cui scegliere: la partita Iva ordinaria e la partita Iva agevolata ovvero quella che prevede l'applicazione di una tassazione agevolata al 15% su un limite massimo di fatturato di 65.000 euro all'anno.

Ecco dunque che la normativa in vigore prevede una limitazione ben precisa: l'incompatibilità tra il regime forfettario delle partite Iva con lo svolgimento in via prevalente dell'attività nei confronti del datore di lavoro o dell'ex datore di lavoro nei due anni precedenti.

In pratica, se un professionista o un datore di lavoro entra nel regime forfettario nel 2023 ed esercita prevalentemente o esclusivamente la sua attività nei confronti dell'ex datore di lavoro con il quale il rapporto di lavoro è cessato anteriormente al primo gennaio 2019, questa circostanza non rappresenta una causa ostativa all'applicazione del regime forfettario delle partite Iva, essendo trascorso il periodo di sorveglianza biennale previsto dalla normativa.

L'Agenzia delle entrate ha precisato che la causa ostativa si applica nei casi di interruzione del rapporto di lavoro e di prosecuzione con l'ex datore di lavoro ovvero con soggetti direttamente o indirettamente riconducibili dell'esercizio prevalente dell'attività di impresa o di lavoro autonomo, usufruendo del regime forfettario delle partite Iva in vigore anche nel 2023.

Limiti partita Iva forfettaria o ordinaria 2023

I limiti alla prosecuzione dell'attività lavorativa riguarda le partite Iva in regime forfettario e non ordinario. Ma non si tratta dell'unico impedimento.

Pensiamo ad esempio all'esercizio di attività d'impresa, arti o professioni incompatibile con l'esercizio dell'attività, partecipazione in società di persone, associazioni o imprese familiari e controllo, diretto o indiretto, di srl o associazioni in partecipazione, che esercitano attività economiche riconducibili a quelle svolte dagli esercenti attività d'impresa, arti o professioni.

Oppure al possesso nell'anno precedente di redditi di lavoro dipendente o assimilati superiori a 30.000 euro.

Semaforo rosso all'accesso o alla permanenza al regime forfettario delle partite Iva anche nei casi di compimento di cessioni di fabbricati o loro porzioni, di terreni edificabili o di mezzi di trasporto nuovi, utilizzo di regimi speciali Iva e di determinazione forfettaria del reddito, residenza fiscale all'estero.

L'Agenzia delle Entrate richiede quindi il ricorso all'impedimento in caso di cessazione del rapporto di lavoro e prosecuzione con l'ex datore di lavoro.

L'Agenzia delle entrate ha quindi precisato che la causa ostativa si applica nei casi di interruzione del rapporto di lavoro e di prosecuzione con l'ex datore di lavoro.

L'Agenzia delle entrate ha quindi precisato che la causa ostativa si applica nei casi di interruzione del rapporto di lavoro e di prosecuzione con l'ex datore di lavoro.